Lettera aperta ad un amico di nome Kobe

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A distanza di alcuni giorni dalla scomparsa di Kobe Bryant, non è facile trovare la forza di scrivere qualcosa su di lui, per chi ha apprezzato la sua grandezza, chi è rimasto le notti alzato a vedere le sue giocate, ma soprattutto chi dalla notizia ancora non si è ripreso, questa lettera è anche per lui

Kobe Bryant

Caro Kobe,

non è stato facile trovare la forza e il coraggio di scrivere queste righe a cui penso e ripenso ormai da giorni, da quella maledetta domenica sera (ora italiana).

Da quel susseguirsi di messaggi che ho continuato a ricevere in quegli istanti che la notizia stava rimbalzando ovunque sui social. Lo ha detto anche Shaq, siamo in un mondo in cui con Photoshop si può fare di tutto, le fake news sono ovunque e io speravo che quella fosse l’ennesima, il solito scherzo di cattivo gusto.

Ci ho sperato e sperato, ero a tavola ma avevo il telefono in mano, continuavo a cercare su Google una parola di conforto. Sì, conforto, sembrerà strano sentirsi così abbattuti per una persona così lontana, mai conosciuta di persona eppure la sensazione è che lo fossi, come un amico.

Se c’è un motivo per cui mi sono innamorato del TUO sport sei proprio tu, e no, suonerà strano, ma non per quel three-peat del duo Kobe e Shaq, ero ancora forse troppo piccolo per apprezzare la tua grandezza. Più avanti, quando con la numero 24 hai incantato di nuovo tutto il mondo. Non c’era mattina in cui non volessi sapere i risultati della notte NBA, in cui non aspettassi altro che le tue giocate.

E così mi ritrovo a pensare alla serie assurda contro Dallas, a tutte quelle volte che ho sentito parlare della Mamba Mentality e mi manchi Kobe. Sono un ragazzo italiano cresciuto a pane e calcio, non posso rinnegare questa origine, ma grazie a te ho il rimpianto di non aver mai provato a giocare su un parquet, perché mi hai fatto innamorare di questo sport.

Pochi momenti mi hanno emozionato al punto di volerli rivivere più e più volte e uno di questi è il tuo addio al basket, quei 60 punti contro Utah, quel discorso finale, ringraziare i tifosi per i momenti meno belli ancor più che per i titoli vinti. Un legame indissolubile con quei colori, il viola e l’oro, e con quella gente che da giorni cerca di renderti tributo. Sono giorni che strozziamo tutti quanti le lacrime a forza, anche a chilometri di distanza da quella dannata collina di Los Angeles. 

Hai lasciato un segno indelebile in tutti noi, ai più giovani hai insegnato a sognare come hai fatto tu da bambino seguendo papà Joe in Italia per giocare a quello sport che hai amato e in cui hai superato ogni limite.

“Dear basketball”, sei riuscito a dedicargli una lettera e un corto da Oscar, hai sempre superato ogni limite anche nella vita. 

Ci sei riuscito anche stavolta. Te ne sei andato in maniera inaspettata, hai fatto crollare grandi omaccioni come Shaq e Lebron, hai messo al tuo cospetto un intero pianeta che in quelle poche interminabili ore non faceva altro che sperare in una smentita.

Ma la verità Kobe è che proprio tu ci hai insegnato a rialzarci, a stringere i denti e farci forza e alla fine ci stai insegnando anche ad amare e non scordarci mai di farlo, eppure è difficile nonostante passino i giorni, nonostante la consapevolezza sia ormai divenuta accettazione di ciò che successo. Avresti potuto dare ancora molto a questo sport, all’intero movimento, ricoprendo altri ruoli.

https://www.instagram.com/p/B8Axc2Oj4pl/

 

Continua ad insegnare a GiGi la tua arte, giocate senza sosta ora che potete farlo, allenatevi anche tutto il giorno come solo tu sapevi fare.

La realtà è ancora dura da affrontare, ma per me sarai sempre quel giocatore, palla in mano e con 5 secondi al tiro…beh lo sappiamo tutti.

“Mamba out”

Grazie di tutto e buon viaggio, la terra non ti scorderà.

Kobe e Gigi Bryant

Cristiano Tofani

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