Lotta all’inquinamento: dal 2020 in Lussemburgo trasporto pubblico gratuito
Lasciare a casa la macchina sarà più conveniente e aiuterà l’ambiente.
Quella che era una promessa elettorale si è trasformata in una concreta realtà. Dal 1° marzo 2020 in Lussemburgo l’utilizzo dei mezzi pubblici è completamente gratuito, e il piccolo Paese europeo è il primo del mondo a fare una scelta del genere.
La sperimentazione è stata promossa dal Primo ministro Xavier Bettel, che già in campagna elettorale, con la sua coalizione composta da Partito democratico, Partito operaio socialista lussemburghese e Verdi, ha posto fortemente l’accento sull’introduzione di nuove misure dedicate alla tutela dell’ambiente.
Già nell’estate del 2018 il trasporto pubblico gratuito era stato garantito per tutti i bambini e i ragazzi fino a venti anni di età e sono già in vigore navette gratuite per gli studenti delle scuole superiori. D’ora in poi invece tutti i biglietti verranno aboliti e persino i treni saranno gratuiti per chi viaggerà in seconda classe.
L’obiettivo principale della misura è quello di decongestionare il traffico da mezzo privato, incentivando l’utilizzo del trasporto pubblici: Città di Lussemburgo conta infatti circa 115mila abitanti ma altre 400mila persone entrano nella città per lavoro e ogni giorno si muovono verso il Lussemburgo circa 200mila pendolari provenienti dalle vicine Francia, Belgio e Germania. Tutto questo, oltre a creare forti rallentamenti e traffico, contribuisce ad accrescere l’inquinamento da polveri sottili che avvelenano anche le nostre città.
Secondo Mal’aria 2019, il dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico in Italia, l’auto privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato: se ne contano 38 milioni che soddisfano complessivamente il 65,3% degli spostamenti. Tra le principali fonti di emissione che soffocano e inquinano l’aria delle nostre città: il traffico, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole.
Nel 2018 in ben 55 capoluoghi di provincia sono stati superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili o per l’ozono. La città che lo scorso anno ha superato il maggior numero di giornate fuorilegge è Brescia (Villaggio Sereno) con 150 giorni (47 per il Pm10 e 103 per l’ozono), seguita da Lodi con 149 (78 per il Pm10 e 71 per l’ozono), Monza (140), Venezia (139), Alessandria (136), Milano (135), Torino (134), Padova (130), Bergamo e Cremona (127) e Rovigo (121). La prima città fuori dalla Pianura padana è Frosinone, nel Lazio, con 116 giorni di superamento (83 per il Pm10 e 33 per l’ozono), seguita da Genova con 103 giorni (tutti dovuti al superamento dei limiti dell’ozono), Avellino con 89 (46 per il Pm10 e 43 per l’ozono) e Terni con 86 (rispettivamente 49 e 37 giorni per i due inquinanti).
Guardando inoltre i dati forniti dall’Agenzia Europea per l’ambiente, la situazione non è rincuorante: sono oltre 422mila le morti premature all’anno per inquinamento atmosferico e l’Italia si colloca tra i Paesi europei peggiori, con più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60.600 nel solo 2015.
Urgente diventa quindi la creazione e attuazione di politiche “green” veramente strutturali, strategiche e coordinate per tutto il Paese che, fra le varie misure, prevedano di incentivare davvero la mobilità.
Francesca De Santis
*articolo aggiornato al 2 marzo 2020