COVID-19 e fake news. Cosa ostacola il debunking?
COVID-19: perché girano tante fake news e perché è difficile fare debunking e farsi comprendere dai “non addetti ai lavori”?
In questi giorni di quarantena il tempo per riflettere sicuramente abbonda, come anche il tempo per leggere e informarsi su quello che ci sta accadendo intorno. Nonostante ciò, è osservabile una strana e (apparentemente) inspiegabile deriva verso interpretazioni complottiste del fenomeno COVID-19.
È secondo voi una deriva condannabile? Assolutamente no.
È naturale, per l’uomo, cercare relazioni causa-effetto fra gli eventi, perché è in questo modo che riesce, letteralmente, a costruire tutti i significati del mondo che lo circonda.
Nonostante tutte le informazioni necessarie per rispondere ai quesiti più “hot” sul COVID-19 siano reperibili con una certa facilità, il giudizio di molti diviene quasi cieco, privo sicuramente del più grande superpotere che la natura ci abbia mai conferito: il pensiero critico.
Girano moltissime fake news in questi giorni, ma la cosa che più stupisce è che ci siano tante situazioni apparentemente poco chiare.
COVID-19: le teorie del complotto e la difficoltà di capire ciò che dicono gli esperti
Prendiamo ad esempio uno degli argomenti più spinosi in merito al COVID-19: la sua origine.
C’è una netta divisione tra chi pensa che sia un virus di origine animale (proveniente dai pipistrelli) e chi invece è convinto si tratti di un virus creato in laboratorio.
Questi ultimi, a loro volta, si suddividono in due categorie (a volte sovrapposte, per quanto sembri surreale): chi crede che il virus sia sfuggito per errore ai cinesi e chi crede invece che sia un’arma batteriologica messa a punto dalla Cina/dagli USA (anche questo denota un certo grado di confusione).
Facciamo un po’ di chiarezza sul virus di per sé.
La Orthocoronavirinae è una sottofamiglia di virus, della famiglia Coronaviridae, del sottordine Cornidovirineae, dell’ordine Nidovirales.
Vengono definiti “coronavirus” per via dell’aspetto caratteristico dei “virioni” (un virione è una singola particella virale), i quali presentano sulla loro superficie delle protuberanze, denominate “peplomeri”, che sono strutture proteiche in grado di indurre una risposta immune neutralizzante.
Si tratta di un ordine di virus con RNA monocatenario positivo (in pratica il loro genoma è composto da un singolo filamento di RNA positivo avvolto da capside).
Esistono quattro generi diversi di coronavirus: Alphacoronavirus, Betacoronavirus (fra i quali troviamo proprio il COVID-19), Gammacoronavirus e Deltacoronavirus.
I primi due (alpha e beta) derivano dal “pool genico” (ovvero l’insieme di tutti gli alleli dell’intero set di geni che appartengono a tutti gli individui di una popolazione in un determinato momento) dei pipistrelli.
Il COVID-19 risulta avere una somiglianza con alcuni coronavirus presenti nei pipistrelli superiore al 96% (Zhou et al., 2020; Zhu, 2019). Questa informazione già ci fornisce degli indizi per rispondere alla grande domanda sull’origine del COVID-19, meglio definito come “SARS-CoV-2” (dall’inglese Severe Acute Respiratory Syndrome – Coronavirus – 2).
In uno studio del 2005 (Menachery et al.) è stato sottolineato come il passaggio cross-specie (ovvero da una specie animale a un’altra) possa portare alla “zoonosi”, ovvero alla trasmissione da animale a uomo, e potenzialmente alla “zoonosi inversa”, cioè la trasmissione del virus dall’uomo ad altri animali.
Gli autori dello studio hanno dimostrato come una versione chimerica creata in laboratorio di un virus di questa famiglia (non il COVID-19, ma il SHC014-CoV, basato su un virus già allora circolante in una popolazione di pipistrelli in Cina) potesse passare da pipistrello a topo (e potenzialmente a essere umano) sia in vitro che in vivo, dando luogo a problematiche polmonari nei topi (Menachery et al., 2015).
Questo risultato è importante per dimostrare come sia plausibile una trasmissione da animali a uomo del SARS-Cov-2, ma paradossalmente fornisce materiale anche per alimentare la seconda ipotesi: i coronavirus sono modificabili in laboratorio.
Va però evidenziata una significativa divergenza nella sequenza genetica di questo costrutto con il nuovo SARS-CoV-2 (> 5.000 nucleotidi).
È forse la prova di un complotto da parte di Cina o USA? La risposta possiamo trarla semplicemente traducendo letteralmente il titolo di un articolo scientifico uscito molto recentemente (il 26 febbraio scorso): “Nessuna prova credibile a sostegno delle affermazioni sull’ingegneria di laboratorio di SARS-CoV-2” (Liu et al., 2020).
Gli autori sottolineano come alcune teorie del complotto facciano riferimento a un coronavirus che sarebbe sfuggito a un laboratorio a Wuhan. Il virus in questione sarebbe “RaTG13”, un coronavirus dei pipistrelli il quale condivide un’omologia con il SARS-CoV-2 di circa il 96% (Zhou et al., 2020).
Sembrerebbe di nuovo tutto a favore della teoria della creazione del virus in laboratorio, ma andiamo avanti.
Il SARS-CoV umano condivide con un CoV simile a quello della SARS umana presente nello zibetto (o civetta) della palma un’omologia pari al 99,8%, con un totale di 202 variazioni a singolo nucleotide (i nucleotidi sono le unità che compongono una molecola di DNA) identificate nel genoma. Lo zibetto, assieme al cammello, sembrerebbe essere uno dei cosiddetti “ospiti intermedi”, che hanno portato il virus dai pipistrelli sino all’essere umano.
Dato che esistono differenze superiori a 1.100 nucleotidi tra il SARS-CoV-2 umano e il RaTG13-CoV dei pipistrelli (Zhou et al., 2020), i quali sono distribuiti in tutto il genoma secondo uno schema naturale che segue le caratteristiche evolutive tipiche dei CoV, è altamente improbabile che RaTG13 CoV sia la fonte diretta e immediata di SARS-CoV-2.
L’assenza di un modello logico mirato nelle nuove sequenze virali e di un parente stretto in una specie selvatica di pipistrelli sono i segni rivelatori che il SARS-CoV-2 è frutto della naturale evoluzione. Quello su cui i ricercatori stanno ancora lavorando è l’identificazione di un altro ospite intermedio nel mondo animale, più vicino all’uomo rispetto allo zibetto.
Si ipotizza che i pangolini (dei mammiferi noti anche come “formichieri squamosi) possano trasportare dei CoV strettamente correlati a SARS-CoV-2 (Cyranoski, 2020), ma i dati per confermarlo non sono ancora stati pubblicati.
Per trarre una conclusione “scientifica” in merito, l’evoluzione è un processo graduale e accresce gradualmente le mutazioni nel tempo, mentre i costrutti sintetici in genere usano una base nota e introducono cambiamenti logici o mirati invece di mutazioni che si verificano casualmente, le quali sono presenti in virus naturalmente isolati come il RaTG13 dei pipistrelli.
I virus si evolvono tramite mutazione a una velocità incredibile, il che li renderebbe una pessima arma biologica, sulla quale si perderebbe presto il controllo.
COVID-19, fake news e il bisogno dell’uomo di trovare relazioni di causa-effetto fra gli eventi “comprensibili”
Quello che però più mi preme qui è trarre invece una conclusione “sociale” del fenomeno.
Mentre scrivo questo articolo è domenica mattina, e io ho impiegato meno di due ore per raccogliere, studiare e capire le informazioni qui riportate.
Normalmente impiegherei molto più tempo per farlo (soprattutto se per lavoro), ma ho voluto mettere alla prova una possibile difficoltà nel reperire le corrette informazioni scientifiche.
Posso affermare con certezza questo: le difficoltà nella ricerca di informazioni sono pari a zero. L’unica cosa che per molti italiani può risultare complessa è la lettura di articoli scientifici in inglese, ma per il resto è tutto a portata di mano. Mi sono anche avvalso di pagine di divulgazione scientifica, come Wikipedia e Focus, le quali sono state di grande aiuto nel guidare la mia ricerca e il mio ragionamento.
Alla luce di tutto questo, alla domanda “Cosa Ostacola Veramente Il Debunking”, ovvero lo smascheramento delle fake news inerenti al COVID-19, mi verrebbe da rispondere “il bisogno di conoscere la verità”.
Potrebbe sembrare una gigantesca contraddizione, come se stessi dicendo “per conoscere chi ha commesso un omicidio non raccolgo prove sulla scena del crimine”, ma in realtà a mio avviso una spiegazione c’è.
L’informazione scientifica, ahimè, risulta spesso difficile da comprendere, quasi artefatta.
Questo semplicemente perché la scienza negli ultimi 50 anni ha fatto passi da gigante, e la conoscenza comune non riesce a stare al suo passo.
Quando iniziamo a leggere cose troppo complesse (nucleotidi, zoonosi, peplomeri) cominciamo a pensare che quasi non abbiano senso. Un po’ come quando un ministro parla il famoso “politichese”: usa perifrasi piene di termini tecnici che ci spiazzano e ci fanno pensare che stia cercando di fregarci.
Lo stesso fenomeno sembra ora essere proiettato sugli esperti in ambito scientifico: usano termini troppo complessi per farci credere che non abbiamo capito e nasconderci la verità, quando in realtà abbiamo capito benissimo.
Purtroppo, seguendo la logica del rasoio di Occam, quando non siamo esperti in qualcosa di complesso (come la virologia, ad esempio), è estremamente probabile (quasi certo) che non abbiamo veramente capito nulla!
Per esempio io, per scrivere questo breve articolo divulgativo, ho dovuto fare delle ricerche e affidarmi a chi queste cose le studia da anni e sa di cosa si parla. Se mi fossi basato solamente sulle mie conoscenze di base avrei scritto probabilmente un articolo lungo la metà di questo e pieno di errori.
Un suggerimento che mi sento di dare a tutti è quello di porsi una domanda (come e da dove ha avuto origine il COVID-19?) senza pregiudizi (sicuramente vogliono nasconderci la verita! È assurdo che una pandemia del genere sia naturale! È certamente una strategia degli USA per mettere KO la Cina!), e di iniziare a cercare informazioni attendibili grado per grado, comprendendo anche il significato delle parole che non si conoscono, immergendosi nella complessità della scienza.
Solo in questo modo si può arrivare all’unica verità insindacabile: in questo mondo nulla è “vero” ma tutto può essere “valido”, e nulla è “semplice” ma tutto è “complesso”.
Adriano Acciarino
Riferimenti
- https://it.wikipedia.org/wiki/Orthocoronavirinae#cite_note-2
- Cyranoski, D. (2020). Did pangolins spread the China coronavirus to people. Nature.
- Menachery, V. D., Yount Jr, B. L., Debbink, K., Agnihothram, S., Gralinski, L. E., Plante, J. A., … & Randell, S. H. (2015). A SARS-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence. Nature medicine, 21(12), 1508.
- Zhou P, Yang XL, Wang XG, et al. (2020) A pneumonia outbreak associated with a new coronavirus of probable bat origin. Nature. doi: 10.1038/s41586-020-2012-7.
- Zhu N, Zhang D, Wang W, et al. (2019) A novel coronavirus from patients with pneumonia in China, N Engl J Med. 2020 Jan 24;382(8):727–733. doi: 10.1056/NEJMoa2001017.