Tra Asia ed Europa: #ConLaValigiaPronta a Istanbul
Non so voi, ma io avrei bisogno di una bella vacanza. Ma “scappare il più lontano possibile per salvare la mia sanità mentale” non rientra tra le situazioni di necessità. Perciò non faccio arrabbiare Conte e #restoacasa, accontentandomi di un viaggio mentale
Cari viaggiatori #ConLaValigiaPronta, bentornati! Per questa nuova tappa, voliamo nell’Europa orientale. Conosciuta anche come Bisanzio o Costantinopoli, tra Asia ed Europa: #ConLaValigiaPronta vola a Istanbul, che ricordo non essere la capitale della Turchia. Quella è Ankara. Istanbul è, però, stata la capitale di ben quattro imperi:
- dell’impero romano;
- dell’Impero bizantino;
- dell’Impero latino;
- dell’Impero ottomano.
(Chiudiamo qui la breve lezione di storia).
La Nuova Roma (altro appellativo di Istanbul) è l’unica città al mondo ad appartenere a due continenti diversi: tagliata dallo stretto del Bosforo, infatti, la città si estende dall’Europa all’Asia. È anche, dopo Mosca e Londra, il centro municipale più popoloso del mondo.
Data la sua posizione, Istanbul è da sempre animata da un vivace crocevia di merci, persone e culture diverse, che si mescolano creando armonia, soprattutto dal punto di vista architettonico. Gli edifici della città, infatti, riflettono perfettamente i vari popoli che l’hanno governata.
Ne è un esempio la Basilica di Santa Sofia. Dedicata alla Sophia (ovvero la sapienza divina), dal 537 al 1453 fu cattedrale ortodossa e sede del Patriarcato di Costantinopoli, eccezion fatta per il periodo in cui divenne cattedrale cattolica per mano dei crociati. Successivamente convertita in moschea ottomana fino al 1931, fu sconsacrata e divenne un museo. Dopo un lungo e difficile restauro, riemersero gli splendidi mosaici risalenti all’epoca bizantina. La vera chicca di Santa Sofia è la cupola, che crea un gioco di riflessi di luce in tutto l’interno della navata grazie all’inserimento di quaranta finestre.
Altro simbolo della città è la Sultanahmet camii, altrimenti nota come Moschea Blu per via delle numerose piastrelle di ceramica turchese inserite nelle pareti e nella cupola. Il turchese è il colore dominante del tempio. La moschea è l’unica ad avere sei minareti, caratteristica dovuta, secondo una leggenda popolare, a un fraintendimento delle parole del sultano (che voleva i minareti in oro) da parte dell’architetto. In turco, infatti, “sei” si dice altı e “oro” altın.
Antistante alla Moschea Blu troviamo Piazza Sultanahmet, anche nota come l’ippodromo di Costantinopoli. L’ippodromo fu abbandonato a seguito della conquista latina di Costantinopoli, diventando una cava di materiali edili per nuovi edifici. Sotto il governo ottomano, invece, continuò la sua doppia funzione di luogo di gara e centro di assembramenti (dovreste sapere cosa siano) politici. Dell’antico ippodromo bizantino rimangono pochi resti: l’obelisco di Teodosio, la colonna Serpentina in bronzo e l’obelisco di Costantino Porfirogenito.
È noto che noi italiani lasciamo traccia ovunque. La torre di Galata fu, infatti, costruita dai genovesi in epoca medievale. Originariamente faceva parte delle fortificazioni che proteggevano la cittadella di Galata, colonia genovese in Anatolia. Ad oggi la torre ospita un ristorante e un night club, che danno l’accesso a una balconata da cui è possibile ammirare un panorama di Istanbul e del Bosforo.
Amanti dei brillocchi a me! Se eravate rimasti affascinati dalla GASSAN Diamonds ad Amsterdam, non potete perdervi una visita al Palazzo di Topkapi. Si tratta di un complesso di palazzi, un tempo residenza del sultano e centro amministrativo dell’impero ottomano. Abbandonato dai sultani in per residenze più moderne, divenne la semplice sede della tesoreria (hazine), della libreria imperiale e della zecca di stato e, successivamente, divenne il primo grande museo della Repubblica di Turchia nel 1924. Delle centinaia di stanza e camere del complesso, solo le più importanti sono accessibili al pubblico: l’harem e la tesoreria (dove sono conservati il Diamante del fabbricante di cucchiai, ovvero il quinto diamante più grande al mondo).
Siamo arrivati alla fine di questo nostro viaggio tra le meraviglie di questa città che sembra sospesa nel tempo. Ovviamente mi sono concentrata sui monumenti e luoghi più famosi, che corrispondono all’1% delle attrazioni, turistiche e non, che la città offre. Lo sappiamo, queste visite sono “toccata e fuga”, giusto il tempo per dimenticare momentaneamente la situazione che stiamo vivendo. Ma la visita non può concludersi senza fare un salto a quello che reputo il cuore pulsante della Nuova Roma: il Bazar.
Credo si tratti del ricordo più vivido che conservo del mio brevissimo soggiorno a Istanbul. Il Grande Bazar è il mercato al coperto più grande e antico del mondo e viene considerato il primo centro commerciale della storia. Pensate che ha 61 strade coperte e oltre 4.000 negozi. Entrando da una delle quattro porte, la sensazione è quella di essere proiettati in un’altra epoca (o nella storia di Aladino). Colori, forme e profumi si fondono insieme per un’esperienza sensoriale unica. È possibile trovare merce di ogni tipo: spezie, lampade, tappeti, vestiti, spille (una mia amica ne ricevette una in cambio della sua mano, ma lei non ha accettato). Peccato, sarei andata a trovarla volentieri.
Ci rivediamo presto cari viaggiatori, voi rimanete #ConLaValigiaPronta.