MusicaIn3D: senza concerti ma con i nuovi dischi di Coma Berenices, Emanuele Colandrea e Subsonica
Oltre 50 giorni di quarantena e la musica live sembra un lontano ricordo. Ma i dischi ci sono sempre e per questo mese #MusicaIn3D si affida totalmente alla musica indipendente italiana con Coma Berenices, Emanuele Colandrea e Subsonica
La rubrica di questo mese è dedicata alla musica indipendente italiana. Fondamentale per la diffusione culturale e artistica nel nostro Paese, sarà forse quella più penalizzata dalla situazione attuale che mette la musica dal vivo con le spalle al muro.
Perché, se è vero che ci mancheranno i grandi eventi estivi e i concertoni di Vasco Rossi o quelli dei Foo Fighters che aggregano migliaia di persone, ci mancheranno ancora di più quei piccoli live di qualità nei club o nei piccoli locali.
Pertanto la selezione di questo mese ha scavato a fondo tra chi ha deciso di uscire con musica nuova pur sapendo che difficilmente sarà possibile accompagnare i dischi con spettacoli dal vivo.
Così – partendo da Napoli, passando per Latina e arrivando a Torino – vi consigliamo l’ascolto lento e ponderato di: Archetype delle Coma Berenices, I miei amici immaginari di Emanuele Colandrea e Mentale Strumentale dei Subsonica.
Archetype – Coma Berenices
La Chioma di Berenice è una delle costellazioni moderne riconosciute e, sebbene non contenga nessuna stella luminosa, è facile da individuare: è lì in mezzo tra la costellazione del Leone, quella della Vergine e vicina alla luminosissima stella Arturo. La caratteristica di questa costellazione è il suo assomigliare a una chioma di stelle che si intravede nel cielo nelle notti di primavera ed estate a patto che il cielo non sia inquinato.
Le due artiste che hanno preso il nome di questa costellazione, invece, sono Antonella Bianco e Daniela Capalbo. Sono entrambe musiciste attive nella scena underground campana con un grandissimo talento sia nel pizzicare le corde sia nel pigiare i tasti giusti sulla tastiera. In questo disco strumentale (6 tracce per 22 minuti di musica) riescono a disegnare un universo di suoni incredibile dove tutte le parole del mondo sarebbero state fuori luogo.
Archetype è un album realizzato con lo sguardo verso un cielo notturno terso che invita l’ascoltatore ad assumere la stessa posizione e cercare, tra le tante stelle, quelle che compongono la chioma di Berenice.
I miei amici immaginari – Emanuele Colandrea
Emanuele Colandrea ha un orecchio micidiale in grado di ascoltare il mondo.
E in questo mini disco di sole tre canzoni è riuscito con il sapiente uso delle mani e delle parole a raccontare l’amicizia, l’amore per le cose belle e la quotidianità nella sua semplicità. Aspetti importanti della vita di ognuno su cui il cantautore della provincia di Latina riesce a riportare l’attenzione con delle sonorità folk convincenti.
Aiutato da altri tre grandi artisti/amici della scena “indie” italiana, Lucio Leoni, Galoni e Roberto Angelini, Colandrea riesce a cantare lo stretto indispensabile in soli 12 minuti.
Poco importa se è poco e il disco è breve… non hanno detto la stessa cosa a Nike Drake quando è uscito con Pink Moon?
Se quando avrete finito il disco vorrete ascoltare ancora Emanuele Colandrea vi consiglio di sentire “Ritratti”, il suo capolavoro del 2015.
Mentale Strumentale – Subsonica
Non ci giriamo intorno. Era il 2004, il rapporto con la nostra prima casa discografica era in scadenza. Non desideravamo rinnovarlo. Avremmo voluto creare una nostra struttura live, un nostro management e discutere da zero i termini di un nuovo accordo discografico, che chiarisse in modo inequivocabile le condizioni di piena e totale libertà artistica. Ma avremmo dovuto consegnare ancora due album. O un doppio. Decidemmo di realizzarlo strumentale.
Decidemmo che potevamo proporre al mondo i Subsonica in formato strumentale e che sarebbe stata una sfida tosta e appassionante.
Del resto strumentali erano state le nostre primissime uscite live, con Samuel intento a effettuare vocalizzi, e a suonare voci registrate su nastro….
Così i Subsonica hanno presentato questo disco che, tra l’altro, fu poi rifiutato dalla casa discografica di allora.
Ecco, nella loro presentazione e nell’album che potete ascoltare qui sotto ho visto tutte le caratteristiche fondamentali per essere indipendenti in Italia: la libertà artistica, l’avversione alle condizionalità imposte dalle case discografiche e l’attitudine alla musica dal vivo, il sudore e la fatica di chiudere un disco in studio per poi macinare chilometri su furgoni scassati e in locali fatiscenti per portare la propria musica in giro.
Mentale Strumentale – uscito 16 anni dopo la registrazione e vent’anni dopo il loro capolavoro “Microchip Emozionale” – può sembrare un pugno nello stomaco all’interno della florida discografia della band torinese celebre anche grazie ai testi di Max Casacci. E forse ci farà sentire ancora di più la mancanza del tour dedicato al ventennale di Microchip.
Ma fidatevi: è gran bel disco. Non sentirete le parole a dare forza alle emozioni. Ma se ascoltate bene potrete sentire il cuore, il sudore e le lacrime di tutta una generazione (e più d’una) di artisti italiani che, nonostante tutto, continua a suonare e a produrre musica.