Il Coronavirus ha messo in pausa la guerra contro la plastica monouso

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La pandemia COVID-19 ha spinto molte persone nel mondo a dare la precedenza alle preoccupazioni igieniche piuttosto che a quelle ecologiche, almeno per adesso

Ripensando al periodo precedente alla pandemia, ricorderemo che avere una borraccia riutilizzabile era considerato alla moda, una dichiarazione di quanto si tenesse alla salvaguardia dell’ambiente. Ed essere visti con una bottiglietta di plastica monouso era, in qualche modo, un “faux pas” da millennial.

Ma adesso, nell’attuale crisi da Coronavirus, questo tipo di prodotti sono considerati più igienici delle loro controparti riutilizzabili. Nonostante l’accuratezza di questa informazione sia discutibile, in alcuni Paesi la borraccia è stata (almeno temporaneamente) vietata e, che ci piaccia o no, la plastica monouso è ufficialmente di nuovo in voga. La motivazione, secondo quanto riportato dal britannico Independent, è che le abitudini “di riutilizzo”, una volta considerate ecologicamente virtuose, adesso fanno nascere la fobia dei germi.

Nel mondo, numerose aziende di ristorazione, quali ad esempio alcuni punti vendita Starbucks, permettono ai clienti di utilizzare le proprie tazze, evitando così un eccessivo uso della plastica. Attualmente, però, tali attività hanno interrotto questa pratica per garantire il miglior livello di igiene possibile, sia per i dipendenti che per gli avventori.

Solo qualche mese fa, gli Stati Uniti e molti altri Paesi del mondo erano impegnati a vietare l’utilizzo delle cannucce, a limitare l’utilizzo di contenitori in plastica per il cibo da asporto e ad obbligare all’utilizzo di buste per la spesa riutilizzabili, nel tentativo di eliminare la diffusione della plastica.

Ma la pandemia ha fatto la differenza.

In pochi giorni, i tentativi di limitare l’utilizzo di questo materiale sono stati messi in discussione su tutto il territorio statunitense, in quanto ci si preoccupa che il virus possa permanere sulle superfici delle borse riutilizzabili, sulle cannucce e sulle borracce. Tuttavia, queste affermazioni sono prive di fondamento scientifico. Anzi, alcuni studi pubblicati recentemente mostrano che il virus persiste sulle superfici di plastica fino a 4 giorni, la durata più lunga rispetto a tutti gli altri materiali testati.

Un rilassamento sul divieto dell’utilizzo di buste di plastica, anche se temporaneo, probabilmente avrà conseguenze a lungo termine.

I ricercatori hanno dimostrato che una delle sfide più difficili nella promozione dei comportamenti sostenibili è abbandonare le vecchie abitudini e adottarne di nuove. Una volta tornati a utilizzare sacchetti monouso, la pratica diventerà comune di nuovo.

Attualmente, a causa della lotta contro la diffusione del Coronavirus, l’utilizzo della plastica sta aumentando. Molti ristoranti offrono la consegna a casa o l’asporto, utilizzando contenitori usa e getta. Inoltre, è aumentata la domanda per prodotti quali salviettine, prodotti di pulizia, igienizzanti per le mani, guanti monouso e mascherine. Infine, le autorità hanno consigliato ad alcuni ospedali di avvolgere tutti i rifiuti relativi ai pazienti Covid in doppi sacchi. Il tutto genera un aumento dei rifiuti in plastica.

Negli Stati Uniti, le lobby dell’industria della plastica stanno approfittando della paura diffusa del Coronavirus sostenendo che le buste monouso sono una opzione più igienica rispetto a quelle riutilizzabili. Da allora, le proposte di legge per vietare l’utilizzo di questi prodotti si sono fermate non solo su territorio statunitense, ma anche altrove.

In Europa, l’industria della plastica sta utilizzando la minaccia della contaminazione da Coronavirus per andar contro il divieto di utilizzo di prodotti monouso come contenitori per il cibo e posateria. Tuttavia, questo nuovo inquadramento della plastica come materiale protettivo può distogliere l’attenzione dai suoi pericoli per l’ambiente.

Anche nel Regno Unito il governo ha posticipato il divieto all’utilizzo di cannucce e prodotti di plastica monouso a causa del Coronavirus. La legge, che sarebbe dovuta entrare in vigore alla fine di aprile, avrà valenza da ottobre. Gli attivisti hanno avvisato che il virus non deve diventare il motivo per frenare la salvaguardia dell’ambiente.

 

Traduzione di Chiara Romano da independent.co.uk, theconversation.com, news.com.au, fortune.com,breakfreefromplastic.com, ft.com

Immagine di copertina via twitter.com/VanityFairIt

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