In Africa la superstizione si nasconde ancora dietro la stregoneria
In alcuni Paesi africani moltissime persone vengono accusate di stregoneria e internate in campi appositi, vedendosi negati tutti i diritti di base. Sono pochi coloro che denunciano la situazione, nascondendosi dietro la bugia della sensibilità culturale
Le accuse di stregoneria e le relative persecuzioni in Africa non hanno avuto l’attenzione che meritano. Queste pratiche distruggono la vita di alcune persone in tutto il continente. Le presunte streghe sono viste come nemici della società da esporre, disonorare o eliminare, trattandole senza pietà né compassione.
Le vittime sono, in misura differente, donne, bambini e persone con disabilità. Sono abbandonate, soggette a ordalia, linciate, bandite dalle comunità o imprigionate. Sono accusate dai parenti, a volte da una moglie in competizione, dai vicini o dagli anziani del villaggio di stregoneria, di aver ucciso i loro mariti o altri membri della famiglia. Nonostante anche gli uomini possano essere accusati di stregoneria, la stragrande maggioranza è di sesso femminile. Gli uomini hanno una base socio-politica più forte e, pertanto, sono più in grado di contestare con successo le accuse contro di loro.
Nel Ghana del nord, migliaia di donne sono state rinchiuse in campi per streghe.
Altrettante migliaia, insieme ai loro figli, sono state lasciate senza una casa, secondo un resoconto del 2018 del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Secondo tale documento, ci sono più di sei campi in tutta la regione settentrionale, che ospitano tra le 2.000 e le 2.500 donne adulte e 1.000-1.200 bambini. Le persone accusate di stregoneria si vedono negati i diritti umani e umanitari di base.
Le accuse vanno da dispute sulle proprietà al dare una spiegazione per malattie o sfortuna in generale. Un altro motivo, spiega Anosike Salamatu, che ha subito lo stesso trattamento dopo la morte del marito, è l’avidità. Ad esempio, tacciare una donna di stregoneria può essere un modo per strappare via i beni del coniuge. “Mio suocero voleva prendere le mucche, la terra e del denaro che mio marito mi aveva lasciato, e io mi sono rifiutata” ha dichiarato, aggiungendo che i parenti di suo marito erano diventati ostili verso lei e i suoi figli. “In seguito, mi hanno accusata di essere una strega, così mi avrebbero cacciata e loro si sarebbero appropriati di tutto. Un vicino di casa mi ha riferito che c’è stato un incontro dove hanno discusso in che modo potessero allontanarmi, così da potersi prendere tutte le mie proprietà”.
Nel 2010, un sondaggio della Gallup condotto in 18 Paesi ha rilevato la diffusione della credenza nella stregoneria nell’Africa sub-sahariana. Si tratta del 95% in Costa D’Avorio, 80% in Senegal, 77% in Ghana e Mali. Fino ad ora, la campagna contro la persecuzione delle streghe è stata ampiamente dominata e guidata da Organizzazioni Non Governative e attivisti che si sono rifiutati di chiamare la credenza nella stregoneria col suo nome: mito o superstizione.
Da una parte, questo fenomeno aggressivo è utilizzato come un mezzo per la ri-evangelizzazione.
Nella Repubblica Democratica del Congo, in Ghana e in Nigeria la persecuzione delle streghe è collegata alle attività di chiese, pastori, mallam e ad alcuni filoni del Cristianesimo e dell’Islam africanizzato. I gruppi di missionari cristiani potrebbero convertire le presunte streghe o fare esorcismi. Tali pratiche possono mettere in pericolo la vita e la salute delle vittime. D’altra parte, i gruppi di missionari stranieri possono utilizzare la persecuzione della stregoneria per promuovere forme di Cristianesimo o Islamismo che possono sembrare opposte a queste pratiche.
Allo stesso tempo, molte ONG occidentali, nel tentativo di evitare di essere marchiate come razziste o neo-colonialiste, hanno deciso di non designare la persecuzione delle streghe come pratica irrazionale superstiziosa che gli africani dovrebbero abbandonare.
A gennaio 2020 è stato lanciato il progetto Advocacy for Alleged Witches (AFAW), in risposta ai diffusi casi di persecuzione e relativi abusi in Africa. L’obiettivo è quello di sfatare idee sbagliate sulla stregoneria e creare un’importante numero di sostenitori in tutti i Paesi africani. Negli ultimi tre mesi, si sono stabiliti contatti in Nigeria, Ghana, Kenya, Tanzania, Malawi, Sudafrica, Zambia, Sierra Leone e Zimbabwe.
È fondamentale chiarire che l’AFAW non è una iniziativa anti-religiosa.
Non si tratta di abolire la religione, o far sì che le persone non credano più in Dio. L’AFAW vuole lavorare e collaborare con gli individui e le organizzazioni religiose che vogliono fornire un’importante risposta alla persecuzione delle streghe in Africa, sradicando questo fenomeno atro e distruttivo. Per questo fine, è stato pubblicato il Decade of Activism Declaration, una dichiarazione che definisce, per il periodo dal 2020 al 2030, l’approccio scettico e umanista del progetto. Il documento sottolinea altresì l’obiettivo ultimo di creare un’Africa senza caccia alle streghe.
#Africa, lotta a persecuzioni su persone accusate di #stregoneria deve essere laica e contrastare superstizioni.@LeoIgwe https://t.co/tMhmtfBGRh
https://t.co/WYaPx1ClHj— UAAR (@UAAR_it) May 21, 2020
La pandemia del COVID-19 è sicuramente una sfida ardua, ma si spera che sia anche una opportunità per diffondere consapevolezza sull’argomento. Si teme che la crisi sanitaria potrebbe dare il via a più accuse di stregoneria in diverse comunità del continente. Spesso, additare una persona come strega è un modo con il quale le persone si spiegano l’incertezza e l’ansia dovuta a malattie terminali e incurabili. Tuttavia, la pandemia del Coronavirus presenta anche una apertura per correggere la cattiva informazione, specialmente per quanto riguarda le forza occulte, magiche o di stregoneria. Ciò è possibile in quanto fornisce una opportunità per sottolineare l’importanza dei fatti, della scienza e delle prove nella gestione di malattie e altre sfortune.
I media africani spesso pubblicano notizie e commenti che rafforzano le credenze nella stregoneria e nella magia.
Ad esempio, nel 2014 diversi quotidiani nigeriani riportarono la storia di una “strega” che si era persa mentre stava tornando dalla sua “congrega”. Molto probabilmente, si trattava di una signora anziana affetta da demenza che si era persa. I mezzi di comunicazione costituiscono una piattaforma critica per l’istruzione della popolazione. I sostenitori AFAW hanno già iniziato a visitare le agenzie dei media in Nigeria per informarle della missione e della visione. Queste visite spesso includono dibattiti coi giornalisti sull’esistenza o meno delle streghe.
Molte ONG e attivisti occidentali hanno evitato di criticare le pratiche religiose, culturali e tradizionali dannose come la persecuzione, la caccia o i processi alle streghe. Il motivo è che non vogliano offendere la sensibilità culturale degli africani. Lo considerano un gesto di rispetto per la cultura e la religione del continente.
Ma non è così.
Le pratiche religiose e culturali che nuocciono ad altri esseri umani non meritano rispetto. Un esame critico delle credenze e delle pratiche dannose è un dovere intellettuale all’Africa e al mondo.
Charles Nzioka, professore di sociologia all’Università di Nairobi, in Kenya, ha spiegato che questa credenza in Africa serve a tenere la società in ordine. Ogni deviazione di comportamento potrebbe portare a un’accusa. Ad esempio in Ghana, le donne che non vogliono conformarsi alle aspettative della società potrebbero diventare vittime ed essere tacciate di stregoneria.
La stregoneria è un fenomeno tenace nelle culture africane, riportano gli esperti. Si ritiene che streghe e stregoni posseggano poteri intrinseci e sovrannaturali che utilizzano per creare il male. Sono molti coloro che ricorrono a queste persone per trovare soluzione alle loro relazioni, ai loro problemi e anche per restare in buona salute. Tuttavia, da anni la pratica ha anche un lato negativo. Negli scenari peggiori, tali credenze portano all’omicidio e alla distruzione di coloro accusati di stregoneria.
Traduzione di Chiara Romano da newhumanist.org.uk, globarsistersreport.com
Immagine di copertina via vice.com