Covid-19: i primi test sull’uomo del vaccino sono promettenti
Dal Regno Unito arrivano notizie positive: i primi test sull’uomo del vaccino contro il Coronavirus hanno dato risultati che fanno ben sperare. Continua la corsa in tutto il mondo per trovare una cura
Il vaccino sperimentale contro il Coronavirus, in via di sviluppo da parte di AstraZeneca e dell’Università di Oxford, ha prodotto una risposta immunitaria durante i primi test clinici, lunedì 20 luglio. Si fa largo, quindi, la speranza che si possa ottenere una fondamentale risorsa contro il COVID-19 entro la fine dell’anno.
Secondo i risultati dei test pubblicati dalla rivista medica The Lancet, la cura di AstraZeneca e dell’Università di Oxford non ha causato gravi effetti collaterali. Difatti, ha stimolato la risposta immunitaria dei linfociti T. I livelli di anticorpi generati si trovano nella stessa “regione” di quelli evidenziati nei pazienti convalescenti. “Il sistema immunitario ha due modi per trovare e attaccare i patogeni: attraverso gli anticorpi e con i linfociti T. L’obiettivo di questo vaccino è di indurli entrambi ad attaccare il virus quando quest’ultimo circola nel corpo, attaccando allo stesso tempo le cellule infette. Speriamo che ciò permetta al sistema immunitario di ricordare il virus, così che il nostro vaccino possa proteggere le persone a lungo” ha spiegato il principale autore dello studio, il professor Andrew Pollard.
https://twitter.com/UniofOxford/status/1285210154984710145
I risultati dei test hanno mostrato una risposta immunitaria più forte in 10 persone alle quali era stata somministrata una seconda dose del vaccino dopo 28 giorni, emulando i test sui maiali in laboratorio. Sarah Gilbert, una delle sviluppatrici della cura, ha dichiarato che, durante le prime fasi, non era stato possibile determinare se, per ottenere l’immunità, sarebbero state necessarie una o due dosi per sconfiggere il coronavirus.
Il direttore dell’AstraZeneca, Mene Pangalos, ha dichiarato che l’azienda si sta orientando verso una strategia a due dosi per gli ultimi test del vaccino, denominato AZD1222.
Non si vuole correre il rischio che la cura non funzioni nel caso se ne somministri una sola o una quantità inferiore.
Ai test hanno partecipato 1.077 adulti in salute tra i 18 e i 55 anni che non hanno mai contratto il Covid-19. Secondo i ricercatori, il vaccino ha causato effetti collaterali minori più frequenti rispetto al gruppo di controllo. Nonostante ciò, è stato possibile tenerne alcuni sotto controllo con la semplice assunzione di analgesici e paracetamolo.
Il premier inglese, Boris Johnson, il cui governo ha aiutato a finanziare il progetto, ha accolto i risultati in modo molto positivo. Tuttavia, i ricercatori hanno avvisato che il progetto è ancora alle sue fasi iniziali. “C’è ancora molto lavoro da fare prima di poter confermare se il nostro vaccino aiuterà a gestire la pandemia da COVID-19” ha chiarito la professoressa Gilbert. “Ancora non sappiamo quanto forte dovrà essere la risposta immunitaria per proteggere in modo efficace dall’infezione da SARS-CoV-2”.
L’AstraZeneca produrrà e fornirà oltre 2 miliardi di dosi dell’AZD1222.
L’azienda ha avviato una serie di test in larga scala per verificarne l’efficacia. Inoltre, ha firmato accordi con una serie di governi nel mondo per la fornitura del vaccino contro il Coronavirus, se questo si dimostrerà efficace e verrà approvato. Gli Stati Uniti hanno già ordinato 300 milioni di dosi. Da parte sua, il governo del Regno Unito se ne è assicurate 90 milioni, stringendo accordi con le diverse case farmaceutiche che stanno sviluppando una cura.
We’ve secured early access to 90 million doses of promising coronavirus vaccine candidates from @BioNTech_Group, @pfizer and @valnevaSE, and treatments containing neutralising antibodies from @AstraZeneca to protect those who cannot receive vaccines.
https://t.co/TGBcLpqPzg pic.twitter.com/Ev609t4Bl8— UK Prime Minister (@10DowningStreet) July 20, 2020
Pascal Soriot, amministratore delegato di AstraZeneca, ha dichiarato che la società vorrebbe arrivare ad avere un vaccino funzionante entro settembre. La speranza è di averlo pronto entro quest’anno, in base alla velocità di completamento dei test delle ultime fasi. Brasile e Sudafrica hanno già dato il via a questi esami, che cominceranno presto anche negli Stati Uniti.
Lo scienziato capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la dottoressa Soumya Swaminatha, ha descritto il vaccino di Oxford come il candidato principale nella corsa globale per fermare la pandemia. Attualmente, ci sono più di 150 possibili cure a diversi stadi di sviluppo, come sintetizza questo elenco del The Guardian. Anche la statunitense Pfizer e la cinese CanSino Biologics hanno riportato esiti positivi nella corsa verso la cura, nella stessa giornata di lunedì 20 luglio.
Traduzione di Chiara Romano da reuters.com, theguardian.com
Immagine di copertina via nytimes.com