MusicaIn3D: tre dischi rock per combattere i tormentoni estivi …e la Quarantena

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Per combattere i logoranti tormentoni estivi e il nuovo genere musicale Quarantena, ci vuole la musica giusta. Questo mese li combattiamo con diverse sfumature di rock con  Fontaines D.C. con A Hero’s Death, le Thundermother con Heat Wave e The Haggis Horns con Stand up for love

Beh com’è andata questa prima parte dell’estate dal punto di vista musicale?

Sicuramente male perché non ci sono concerti. O meglio non c’è tutta quell’offerta che avevamo fino alla scorsa estate tra festival e tour di presentazione dei dischi.

Insomma: concerti pochi, uscite di dischi rimandate a tempi migliori e, per affondare ben bene il dito nella piaga, è stato inventato addirittura un nuovo genere musicale: Quarantena.

Sì esatto, avete letto bene. Con “Quarantena” si intendono tutti quei dischi pensati, suonati e registrati in casa durante il lockdown nella prima parte del 2020 e che parlano principalmente di una cosa: della pandemia e delle sue conseguenze.

Che palle.

Nessuno sembra immune da questo nuovo genere: dai Rolling Stones con Living in a Ghost Town al nostro Filippo Neviani in arte Nek il quale ha dichiarato: “Da quando è uscito il primo decreto del governo io mi sono chiuso nel mio studio di registrazione e ho seguito l’ispirazione”. Tanto per fare un paio di esempi.

 Come potevamo superare i traumi della pandemia senza la musica di Nek?

Scherzi a parte, per fortuna ci sono centinaia di produzioni di questo genere che non verranno mai ascoltate dal grande pubblico, ma neanche dal piccolo.

Dunque: di solito in questo periodo la battaglia è contro i tormentoni estivi, contro il reggaeton e la trap… di tante battaglie che avremmo potuto combattere a favore della buona musica quella contro il genere “quarantena” non ci voleva proprio.

Per questo per la nostra rubrica di agosto ho scelto tre dischi completamente differenti tra loro per stile e genere: simbolo di una musica viva, scevra dalle mode del momento e dalle logiche commerciali che spesso e volentieri portano ad una produzione ipertrofica mettendo in secondo piano la qualità artistica (vedi polemica Spotify).

Parliamo di post punk di un certo livello, dell’hard rock suonato con energia e passione e del miglior funk contemporaneo. I protagonisti di questo numero sono i Fontaines D.C. con A Hero’s Death, le Thundermother con Heat Wave e The Haggis Horns con Stand up for love.

A Hero’s Death – Fontaines D.C.

Sarebbe stato veramente di cattivo gusto non menzionare in questa rubrica il nuovo album del quartetto di Dublino. Oltre ad essere uno dei migliori dischi dell’estate si candida probabilmente ad essere uno dei migliori dischi del 2020. Dopo l’esplosivo successo di Dorgel dello scorso anno i Fontaine D.C. tentano il bis con A Hero’s Death.

Nonostante si discosti dal precedente lavoro in studio, anche questo disco conferma che gli irlandesi sanno il fatto loro: si rifanno comunque alle sonorità del post punk, di cui troppo spesso si è abusato nell’alt rock, ma cercano una strada diversa da quella tracciata dagli esordi quasi a voler creare un genere tutto loro. Rimane la caratura poetica di Grian Chatten con qualche evoluzione nel cantato che rimane comunque scarno e senza forzature.

Tra giri di chitarre irrisolti e una sessione ritmica martellante fino all’estremo, i Fontaines D.C. non sono solo una conferma ma, nonostante i toni cupi e decadenti che coprono come un velo il loro nuovo lavoro, sono la vera luce in fondo al tunnel del rock alternativo contemporaneo spesso troppo stantio e uguale a se stesso.

Heat Wave – Thundermother

Prendete un pizzico di AC/DC, aggiungete una manciata di Motörhead e Gun’s Roses quanto basta, ma senza esagerare. Ci siete?

Ecco adesso togliete tutti quei riferimenti machisti dai loro testi e mettete una band tutta al femminile ed avrete le Thundermother, la band svedese capitanata da Filippa Nässil.

La band è stata fondata da Filippa nel 2009. Ha subito vari cambi di line up nel tempo tanto che possiamo dire che le Thundermother di oggi sono nate effettivamente nel 2017 con Guernica Mancini alla voce, Majsan Lindberg al basso, Emlee Johansson alla batteria e la Nässil alla chitarra. Lo scorso luglio hanno fatto uscire il loro esplosivo album Heat Wave.

I riferimenti di cui sopra non sono per nulla casuali, le quattro svedesi sanno benissimo di seguire le rotte già navigate dai giganti dell’hard rock e del pop metal, ma allo stesso tempo provano a permeare la loro musica con riferimenti espliciti agli anni Settanta che rende il loro sound autentico.

Non vi aspettate assoli epici alla Angus Young o alla Slash né tantomeno le linee di basso alla Lemmy Kilmister o l’estensione vocale di Axl Rose, ma è certo che queste quattro ragazze sanno il fatto loro e ogni tanto è bello vedere che un genere molto maschile (se non maschilista?) venga suonato con tanta energia dalle Thundermother.

Stand up for love – The Haggis Horns

Il quinto album in studio della band inglese è uscito a giugno del 2020 ma possiamo definirlo un classico senza tempo dove il funk con venature di jazz e un pizzico di reggae si fondono per irrompere sulla scena musicale contemporanea come una ventata di aria fresca.

 

I The Haggis Horns sono un gruppo di tutto rispetto con una carriera ventennale alle spalle e con il loro Stand up for love mettono in campo tutte le loro capacità di affabili intrattenitori. Spaziano tra i vari generi e sottogeneri fondendo tra loro le sonorità e i ritmi accompagnati dalla voce di John McCallum. Sono bravi i The Haggis Horns e la sessione fiati fa davvero paura, ma il punto non è solo questo.

Sono talmente piacevoli da ascoltare che Stand up for love è un disco che difficilmente stanca e potrete sentirlo e risentirlo all’infinito. Una vera e propria colonna sonora del migliore film tarantiniano che abbiate mai visto: metteteci un titolo e sceglietevi come protagonista. Non ve ne pentirete.

 

 Damiano Sabuzi Giuliani

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