Black Lives Matter: lo sport USA boicotta le partite per chiedere giustizia
I boicottaggi hanno coinvolto prima la NBA e poi a cascata anche WNBA, tennis, Major League Baseball, Major League Soccer. Gli atleti si chiedono se pronunciarsi contro il razzismo sistemico sarà abbastanza per promuovere un cambiamento
Gli atleti e le atlete della NBA, WNBA, Major League Baseball e Major League Soccer si sono duramente imposti contro il razzismo sistemico e le violenze della polizia, boicottando le partite di mercoledì 25 agosto. Si tratta dell’ultimo atto dei giocatori, che in questa stagione stanno manifestando a favore della giustizia sociale. Alcuni di loro non sono certi sia una buona idea continuare a giocare nel bel mezzo delle diffuse rivolte sociali.
Mercoledì 25 agosto, in risposta alla sparatoria che ha coinvolto Jacob Blake, i giocatori dei Milwaukee Bucks si sono rifiutati di uscire dagli spogliatoi per giocare gara-5 contro Orlando. I giocatori dei Magic si stavano già riscaldando, ma i Bucks si sono rifiutati di raggiungerli. Alla fine, i primi hanno deciso di abbandonare il campo a meno di quattro minuti prima dell’inizio della partita, una volta diventato chiaro che non sarebbe proseguita. Gli arbitri hanno subito seguito l’esempio.
L’atto ha causato un’ondata di boicottaggi e rinvii.
L’NBA ha velocemente posticipato le due ulteriori partite di playoff previste (Los Angeles Lakers-Portland e Houston-Oklahoma City), ispirando i giocatori di altre squadre a seguire l’esempio dei Bucks. La stessa cosa è accaduta per numerose partite di calcio, baseball e basket.
The Milwaukee Bucks have boycotted Game 5 of their First Round series vs. the Orlando Magic this afternoon.
The team provided the following statement: pic.twitter.com/ul5rMlitlS
— Milwaukee Bucks (@Bucks) August 26, 2020
I giocatori di NBA e le giocatrici della WNBA sono da tempo in prima linea nelle proteste contro il razzismo e le brutalità della polizia. Negli ultimi mesi, i loro sforzi si sono ampliati dopo l’uccisione di George Floyd, in Minnesota, e di Breonna Taylor, in Kentucky, e dato che le partite sono state interrotte a causa della pandemia del coronavirus.
Poi, domenica 23 agosto, la polizia di Kenosha, in Wisconsin, ha sparato contro Blake, di schiena, per diverse volte mentre l’uomo cercava di entrare nella sua macchina.
Dopo la sparatoria, numerosi giocatori della NBA e i loro allenatori hanno espresso la loro frustrazione e rabbia, sostenendo che le varie misure adottate da settimane per sostenere il movimento Black Lives Matter, come ad esempio inginocchiarsi durante l’inno nazionale e indossare magliette con messaggi a favore della giustizia sociale, stavano avendo poco impatto. Alcuni hanno anche cominciato a chiedersi se fornire intrattenimento come il basket non stesse in realtà deviando l’attenzione pubblica dal movimento di giustizia sociale. È la stessa domanda che si era fatto a giugno il giocatore dei Nets, Kyrie Irving, prima della ripresa della stagione 2019-2020.
Spinti dalla frustrazione, i giocatori del Milwaukee hanno stupito i funzionari della lega organizzando il boicottaggio di mercoledì.
È uno sciopero che non ha virtualmente precedenti nella storia dell’NBA.
George Hill dei Bucks aveva dato un assaggio delle intenzioni di Milwaukee già lunedì, quando si era chiesto pubblicamente se il ritorno della Lega avesse effettivamente amplificato i messaggi dei giocatori. “In tutta onestà, non saremmo nemmeno dovuti venire in questo dannato posto”, ha dichiarato Hill. “Venire qui ha distolto tutta l’attenzione dalle vere problematiche”.
Mercoledì sera, più di tre ore dopo dell’inizio previsto della partita, Hill e il suo compagno di squadra, Sterling Brown, hanno letto una dichiarazione. “Chiediamo giustizia per Jacob Blake e che gli agenti vengano ritenuti responsabili” recitava. “Perché ciò accada, è imperativo che l’assemblea legislativa dello Stato del Wisconsin si riunisca dopo mesi di inattività. È necessario che adotti misure significative per gestire le problematiche relative alla responsabilità e agli atti di violenza della polizia e per una riforma della giustizia criminale”.
I commend the players on the @Bucks for standing up for what they believe in, coaches like @DocRivers, and the @NBA and @WNBA for setting an example. It’s going to take all our institutions to stand up for our values. pic.twitter.com/rUGETgAt7P
— Barack Obama (@BarackObama) August 27, 2020
I tre principali comproprietari della squadra dei Bucks, Marc Lasry, Wes Edens e Jamie Dinan, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta dove hanno espresso supporto ai giocatori. “Continueremo a sostenerli e a richiedere responsabilità e cambiamento” hanno spiegato.
Nella sera di mercoledì, i giocatori e gli allenatori di 13 team si sono incontrati al Walt Disney World per determinare i prossimi passi. Ossia, per decidere quanto presto, o addirittura se, ricominceranno i playoff dell’NBA. Gli atleti di Boston Celtics e Toronto Raptors avevano già deciso di boicottare le partite di giovedì quando i Bucks hanno messo in atto il loro sabotaggio. Un portavoce della lega ha dichiarato che l’NBA non ha preso alcuna decisione riguardo i prossimi piani.
Nella stessa serata di mercoledì, le atlete delle Washington Mystics della WNBA si sono presentate alla partita contro l’Atlanta Dream indossando magliette con su scritto il nome di Jacob Blake. Sul retro, dei buchi che rappresentavano i colpi di proiettile. Alcune giocatrici della WNBA, inclusa Renee Montgomery dell’Atlanta Dream, si erano già chiamate fuori dalle loro stagioni proprio per contribuire alla causa della giustizia sociale.
Tre partite della Major League Baseball sono state annullate.
Invece, cinque della Major League Soccer sono state posticipate dopo che i giocatori si sono rifiutati di scendere in capo. Un sesto match è andato avanti, simbolo di come la situazione si stesse ancora evolvendo.
Molti atleti hanno scelto individualmente di non giocare, inclusa la star del tennis Naomi Osaka. La donna ha spiegato che non scenderà in campo per le semifinali al Western&Southern Open a New York. “Prima ancora di essere un’atleta, sono una donna di colore” ha spiegato la Osaka su Twitter. “E in quanto tale sento che ci sono cose molto più importanti che guardarmi giocare a tennis”.
— NaomiOsaka大坂なおみ (@naomiosaka) August 27, 2020
Nella serata di mercoledì, la United States Tennis Association ha dichiarato che i funzionari si sono accordati per fermare tutte le partite del giorno successivo.
I Brewers e i Reds fanno parte di una lega che di solito è stata più lenta delle altre a rispondere alle problematiche sociali. Nonostante ciò, i due team hanno scelto di non giocare dopo una serie di incontri tra i giocatori di entrambe le squadre. Le parole “JUSTICE EQUALITY NOW” sono apparse su diversi tabelloni a Miller Park, mentre alcuni giocatori in campo parlavano fra di loro.
“La nostra comunità e la nostra nazione stanno soffrendo. Stasera volevamo che tutta l’attenzione fosse concentrata su problematiche molto più importanti del baseball” ha spiegato il lanciatore dei Brewers Brent Suter, che rappresenta la squadra per l’unione dei giocatori.
A San Diego, i Mariners hanno deciso all’unanimità di non giocare, così come hanno fatto i giocatori dei Padres.
La squadra dei Mariners è quella con più atleti di colore nella Major League Baseball. Tale lega ha però visto il numero di questi giocatori diminuire di circa l’8% negli ultimi dieci anni.
“Per me e molti compagni di squadra le ingiustizie, la violenza, la morte e il razzismo sistemico sono profondamente personali” ha spiegato l’esterno dei Mariners Dee Gordon, uno dei dieci giocatori di colore della squadra. “Invece di guardare noi, speriamo che la gente si concentri su ciò che sta accadendo, che è molto più importante dello sport” ha aggiunto Gordon su Twitter.
Instead of watching us, we hope people will focus on the things more important than sports that are happening.
– Dee Strange-Gordon
— Dee Strange-Gordon (@FlashGJr) August 26, 2020
Molti altri giocatori hanno rilasciato una serie di dichiarazioni su Twitter dall’inizio dei boicottaggi, inclusa la superstar dei Los Angeles Lakers, LeBron James. “Vogliamo un cambiamento” ha scritto in maiuscolo. “Siamo stanchi”. Sembra che i Lakers e i Clippers vogliano addirittura boicottare l’intera stagione NBA, e non solo qualche partita: questo è quanto hanno riportato alcuni media, dopo l’incontro dei vari team nella “bolla” di Orlando, dove dal 7 luglio si sono trasferite 22 delle 30 squadre per evitare di essere contagiate dal Coronavirus. Tutti i team tranne i due di Los Angeles avrebbero tuttavia votato per mandare avanti la stagione.
Il boicottaggio della Lega ha catturato l’attenzione della nazione intera. Anche l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha pubblicato un post su Twitter sottolineando che tutte le istituzioni statunitensi dovrebbero unirsi per portare al cambiamento.
Traduzione di Chiara Romano da nytimes.com, thesportsrush.com
Immagine di copertina via https://twitter.com/gregpmiller