Petra De Sutter, la prima vice premier transgender del Belgio
La nuova vice premier del Belgio è la più anziana politica transgender d’Europa. Petra De Sutter ha prestato giuramento davanti al sovrano del Paese, re Filippo, giovedì 1° ottobre
Dopo quasi due anni senza un governo completamente formato, il Belgio ha un nuovo Esecutivo di coalizione e la sua nuova vice primo ministro è la politica transgender più anziana d’Europa.
Petra De Sutter del Groen, il partito green fiammingo, è diventata uno dei vice premier del Paese, secondo una dichiarazione rilasciata giovedì 1° ottobre dai Verdi europei. La De Sutter, che è membro del Parlamento europeo da luglio 2019, è stata nominata insieme ad altri sei politici.
Il Belgio non ha un governo a pieno titolo da dicembre 2018, quando una coalizione di quattro partiti collassò. Tra le elezioni federali del 2019 e marzo 2020 il Paese è stato governato da una amministrazione provvisoria guidata dalla prima premier donna dello Stato, Sophie Wilmes, che adesso è il primo ministro degli Esteri di sesso femminile.
La De Sutter è una ginecologa specializzata in fertilità presso l’Università di Gent. È una paladina dei diritti trans e di quelli riproduttivi e ha parlato apertamente della sua esperienza come donna transgender. “Avevo quarant’anni quando ho deciso di diventare completamente la donna che sono sempre stata. A causa di questa decisione ho perso colleghi, conoscenti e anche amici” ha spiegato in una intervista pubblicata sul suo sito web.
“Non tutti hanno avuto la mia stessa fortuna nella vita. Il mio ambiente di lavoro e il mio partner mi hanno accettata. Anzi, pochissime persone nella mia situazione hanno avuto questa fortuna” ha dichiarato. “Questo è il motivo per il quale ho bisogno di fare qualcosa, per tutti coloro che non hanno avuto questa opportunità. Ho un forte senso di giustizia e trovo sia davvero ingiusto che le persone nel mondo soffrano semplicemente perché vogliono essere ciò che effettivamente sono” ha aggiunto.
La donna ha commentato su Twitter la sua nomina. “Sono incredibilmente grata per la fiducia che ho ricevuto dal mio partito. Ieri sera, insieme ad altri 1.000 membri, ho acconsentito alla creazione di un nuovo governo” ha scritto. “Adesso, con questa amministrazione, posso fare ciò che è necessario per rilanciare il nostro Paese e lavorare ad un nuovo futuro per tutti i cittadini del Belgio”.
Ongelooflijk dankbaar voor het vertrouwen dat ik krijg van mijn partij!
Gisteravond gaf ik met 1000 andere leden groen licht voor de nieuwe regering, nu mag ik samen met die regering doen wat nodig is om ons land te herlanceren en werken aan een nieuwe toekomst voor alle Belgen!
— Petra De Sutter (@pdsutter) October 1, 2020
Non si tratta della prima nomina transgender d’Europa.
All’inizio di quest’anno, Marie Cau è diventata la prima politica transgender della Francia in seguito all’elezione a sindaco di Tilloy-lez-Marchiennes. Invece, nel 2019, la città italiana di Tromello ha eletto sindaco Gianmarco Negri, diventato il primo politico transgender d’Italia.
Secondo Reuters, nel mondo i diritti LGBT+ sono sempre più accettati e, negli ultimi anni, politici trans e omosessuali hanno ottenuto un’importanza maggiore. Basti pensare a Pauline Ngarmpring, che nel 2019 era diventata la prima candidata trans alla carica di primo ministro della Thailandia. Inoltre, nello stesso anno, Tanwarin Sukkhapisit è diventato come membro del Parlamento thailandese, rappresentante dell’opposizione del partito Future Forward. Sukkhapisit si ritiene non-binario, ossia una persona che non si identifica né come uomo né come donna. Prima della sua elezione, lavorava come regista. Nel 2010 il suo film, “Insects in the Backyard”, che mostrava la vita di un padre trans in Thailandia, era stato diffuso a livello internazionale ma vietato al pubblico domestico da una sentenza fino al 2015. In seguito, Sukkhapisit ha descritto tale traversia come la forza motivante per entrare in politica, favorendo le riforme dell’istruzione e un cambiamento nelle leggi nuziali.
Sempre in Asia, Audrey Tang, ministro digitale di Taiwan. La sua elezione avvenne nel 2016 e, coi suoi 39 anni, è la persona più giovane ad avere una mansione ministeriale nell’isola. Tang ha spiegato che cambiare la sua identità di genere gli è servito anche a livello politico, dandogli una più grande comprensione del significato di vulnerabilità. In quanto ministro, ha promesso di dare accesso preferenziale ai contratti governativi a imprese sociali quali Agood, che aiuta le persone con Sindrome di Down.
Audrey Tang—a hacking prodigy, trans woman, and Taiwan's youngest-ever cabinet appointee—says digital tools can be effectively used to build stronger, more open, more accountable democracies. Her vision might just work in the US. https://t.co/17Ntoj7k7g
— WIRED (@WIRED) July 23, 2020
In Venezuela, Tamara Adrian è diventata deputata dell’Assemblea Nazionale. Nel 2015 la donna era diventata la seconda trans ad essere eletta da una legislatura nazionale nell’emisfero occidentale. Un anno prima della sua elezione aveva fatto appello alla Corte Suprema perché le fosse riconosciuta la sua identità di genere. Tuttavia, nonostante le 4000 firme, il caso non aveva ricevuto risposta. Pertanto, la Adrian dovette fare campagna elettorale con il nome presente sul suo certificato di nascita.
Sempre in America Latina, e precisamente in Ecuador, c’è un altro membro dell’Assemblea Nazionale facente parte della comunità transgender: si tratta di Diane Marie Rodriguez Zambrano. Si tratta della seconda persona LGBT+ nella storia del Paese a concorrere per la carica. Nel 1998, nella Costituzione fu inserita la protezione dalla discriminazione per gay e lesbiche. Purtroppo, la legge non fu estesa alle persone trans. La Zambrano, attivista da vent’anni, ha dichiarato che, ancora oggi, riceve minacce di morte. Nell’Assemblea Nazionale ha aiutato a creare un precedente legale per la rappresentazione dei transessuali nei media, vincendo un caso di discriminazione contro i creatori di un programma che li definiva “pervertiti”. “Ho continuato a lottare per i diritti LGBT perché anche se io non ne traggo benefici, le generazioni successive potranno vivere senza discriminazioni o violenze” ha scritto sul sito web Frontline Defenders nel 2015.
Traduzione di Chiara Romano da cnn.com, reuters.com
Immagine di copertina via cnn.com