Cile, un referendum per la democrazia
Un plebiscito per una nuova Costituzione ed un nuovo organo costituente. Addio all’eredità della dittatura di Pinochet
Buone notizie per il Cile del Presidente Sebastián Piñera: la popolazione ha deciso di sotterrare la Costituzione nata dal regime dittatoriale di Augusto Pinochet. Domenica 25 ottobre i cileni hanno partecipato al referendum per un cambiamento epocale: riscrivere una nuova Costituzione e scegliere i rappresentanti che la redigeranno – si tratta di una novità a livello mondiale.
Il 78,20% dei votanti si è detto a favore del cambiamento: l’approvazione era scontata, ma i pronostici non erano così ottimistici. Inoltre, dovendo scegliere l’organo di redazione, il 79% ha scelto di responsabilizzare 155 cittadini, metà donne e metà uomini, eletti direttamente dal popolo. L’alternativa sarebbe stata un organo misto di 172 membri tra cittadini e parlamentari.
L’importanza, epocale, della votazione e la voglia di democrazia hanno prevalso sul timore per il Covid-19 ed il Cile ha registrato un’affluenza alle urne da record. Il Paese sud americano che si estende tra le Ande e il Pacifico ha una tradizione di scarsa partecipazione al voto rispetto ad altri Stati dell’OCSE: domenica scorsa, invece, si è registrato il 50% di affluenza – il dato più alto dal 2012 – ed anche la fascia di popolazione più anziana, che si temeva sarebbe mancata causa rischio contagio, ha risposto presente. Ricordiamo che da Marzo il Cile ha superato i 500 mila contagi, 9750 attuali, che hanno provocato quasi 14 mila decessi. Per questo le modalità di votazione hanno richiesto protocolli speciali.
E adesso? Il prossimo 11 Aprile verranno eletti i membri che stileranno la Costituzione. Entro Giugno 2021 l’organo dovrà avere struttura e Presidenza. Da quel momento dovrà preparare il nuovo testo ed avrà nove mesi di tempo per farlo, prorogabili per altri tre. Concretamente, il tempo massimo per avere una nuova Costituzione potrebbe essere Giugno di 2022. A Marzo dello stesso anno sono previste le presidenziali, per cui Piñera non sarà più il capo di Stato (nel 2005 un emendamento costituzionale ha fermato la rieleggibilità consecutiva). Un nuovo referendum approverà il testo.
La Costituzione attuale risale al dittatore Augusto Pinochet ed entrò in vigore nel 1980. Fu generata da Jaime Guzmán, fondatore del partito di destra Unione Democratica Indipendente e a partire dal 1989, anno successivo alla sconfitta elettorale di Pinochet, è stata modificata una quindicina di volte. Tra gli emendamenti più importanti quello del 2005, quando sono stati aboliti i senatori a vita ed è diventato possibile per il capo di Stato rimuovere il Comandante delle Forze Militari. Le diverse modifiche, avvenute soprattutto nel 21°secolo, hanno liberato il testo dai tratti antidemocratici e dittatoriali con cui era stato concepito.
La scelta di chiudere con il passato è dovuta ad anni di malcontento e sommosse nel Paese. Solo una settimana prima della svolta referendaria erano stati giorni di fuoco per Santiago del Cile. Migliaia di persone (si parla di 30 mila individui) si erano riversati in piazza in una manifestazione non sempre pacifica: il bilancio è di 1 morto, 18 agenti feriti, 580 arresti, due chiese date alle fiamme, distretti di polizia e negozi attaccati e danneggiati.
La protesta voleva sostenere il “SÌ” al referendum, ma anche ricordare le sommosse dello scorso autunno – quando la popolazione civile in strada era stata duramente colpita dalla repressione delle forze dell’ordine. Migliaia i feriti e 30 le vittime, all’epoca. L’occasione per le manifestazioni era stata l’aumento del prezzo del biglietto metro nella capitale, ma le rivendicazioni si erano presto estese. Tra le richieste, l’abbattimento delle diseguaglianze economiche e l’accesso all sanità e all’istruzione per tutte le fasce della popolazione cilena. Necessità di riforme pensionistiche ed accesso agli alloggi tra i problemi principali. Argomenti mai sopiti che hanno dato origine alla necessità di una riforma costituzionale.
Plaza Italia, centro nevralgico di Santiago del Cile, domenica notte ha festeggiato pacificamente per l’esito del referendum che disegnerà un futuro inedito per i cileni. Dalla Moneda, Sebastián Piñera e il suo staff governativo hanno salutato i risultati come: “Il trionfo di cittadinanza e democrazia e della pace sulla violenza”. Il presidente ha riconosciuto il momento come “L’inizio di un nuovo percorso cui dovremo lavorare tutti insieme”: per il Cile ed il suo popolo, il difficile viene adesso, quando si tratterà di mettere in piedi un sistema democratico che abbatta diseguaglianze e malcontento.