Al giorno d’oggi la normalità è un lusso che solo i ricchi possono permettersi
La pandemia di COVID-19 ha cambiato inesorabilmente la vita della maggior parte delle persone, ma non di quella élite benestante. Basti pensare alla vita di Kim Kardashian. Ne parla Mark O’Connell sul The Guardian
Immagino che una delle cose positive di essere ricchi sia la possibilità di isolarsi dai problemi ordinari. Tutto, da un tubo rotto a un divorzio, è reso più tollerabile dall’avere tanti soldi. Anche quando non ci si può “comprare” la via di uscita da una situazione, di solito se ne può acquistare une versione migliore. Mi piacerebbe prendere il posto di una persona ricca col cancro? No, ma solo perché io non ho nessun tumore. Se lo avessi, certo che mi piacerebbe essere quella persona. E per essere completamente onesto, potrei essere tentato dal chiedere che tipo di cancro e quanto sia ricco.
Negli ultimi mesi ci ho pensato molto spesso. Ci sono state tantissime imbeccate per questo tipo di riflessioni dall’inizio della pandemia. Finora, una di quelle più estreme è dovuta alla festa di compleanno per i 40 anni di Kim Kardashian. “Dopo due settimane di test multipli e dopo aver chiesto a tutti di mettersi in quarantena, ho sorpreso i miei amici più stretti portandoli su un’isola privata dove abbiamo potuto far finta che le cose fossero normali per un breve momento” ha spiegato su Twitter. Ovviamente, la gente è impazzita. Era assurdo, e di poco gusto. Inoltre, ha anche illustrato nettamente il fatto che i benestanti possono scegliere di staccarsi dalle condizioni base della realtà in cui vive il resto delle persone.
After 2 weeks of multiple health screens and asking everyone to quarantine, I surprised my closest inner circle with a trip to a private island where we could pretend things were normal just for a brief moment in time. pic.twitter.com/cIFP7Nv5bV
— Kim Kardashian (@KimKardashian) October 27, 2020
L’assurdità e la sfacciataggine sono state aggravate dal prevedibile gesto di Kim Kardashian circa il discorso del privilegio. “Capisco che, per la maggior parte della gente, si tratta di qualcosa di irraggiungibile adesso. Quindi, in momenti come questi, capisco con umiltà quanto sia privilegiata la mia vita”. Per un certo tipo di persone estremamente ricca, sbandierare la consapevolezza del proprio privilegio ha la stessa funzione di, ad esempio, ringraziare Dio. Non ha davvero l’intenzione di trasmettere niente circa quel privilegio, se non il fatto che la persona privilegiata sa di esserlo. E che, in modo molto generale, ne è grata.
Quindi, in un certo senso, il tweet di Kim Kardashian non ci dice nulla. I ricchi se la passano meglio dei poveri. Una situazione spiacevole, assolutamente, ma è a malapena una rivelazione. Tuttavia, c’è di più, qualcosa che ci ha fatto capire l’esistenza di un nuovo elemento della vita nell’era COVID-19. Il fatto che la normalità (e uso questo termine con molta cautela) potrebbe essere il privilegio più invidiato dei benestanti. Quando guardiamo le foto dei Kardashian che fanno cose da ricchi su un’isola privata, ciò che stiamo effettivamente osservando è un gruppo di persone che si gode non il lusso, ma libertà basilari, che noi stessi non possediamo.
Di recente, la società Boots ha annunciato il lancio di un servizio di test COVID-19 privato. Il costo è di 120 sterline, per le persone che hanno bisogno di essere sicuri di stare bene prima di prendere un aereo o di vedere amici e parenti. E dall’inizio di novembre, coloro che volano da Heathrow verso destinazioni che richiedono un test prima della partenza (per esempio, Hong Kong e l’Italia), possono pagare 80 sterline per un test presso un laboratorio privato che fornisce i risultati entro un’ora.
Non si tratta della stessa cifra di chi si può permettere un’isola privata, ma fa parte della stessa dinamica. È improbabile che una persona che ha perso il suo lavoro a causa della pandemia e fa difficoltà a nutrire la famiglia pensi di salire su un aereo. Ma tali costi rafforzano le barriere già esistenti tra i meno benestanti e la libertà di proseguire con le attività di una vita normale.
As part of our efforts to support the NHS and our communities, we will be launching new COVID-19 testing services in selected stores. These are for customers without any symptoms who may need a test before travelling abroad or would like peace of mind. https://t.co/m3jAXpiMCQ pic.twitter.com/bVlZlK79rG
— Boots (@BootsUK) October 26, 2020
Uno degli aspetti più deprimenti del fiasco stravagante che è il 2020 è stato scoprire che la gente già incredibilmente ricca, in qualche modo è riuscita a diventare incredibilmente ancora più ricca grazie alla pandemia. Entro la fine dell’anno, ci si aspetta che l’economia globale si restringa più severamente che in ogni altro periodo della storia moderna, causando l’impoverimento di milioni di persone. I miliardari del mondo sono meno di 3.000 – e 26 tra loro già controllavano la stessa quantità di denaro di circa la metà della popolazione mondiale.
Nonostante la situazione di impoverimento generale, loro sono riusciti ad avere una pandemia davvero grandiosa. Jeff Bezos vale 73 miliardi in più rispetto a marzo. (Sarebbe successa la stessa cosa se la sua società non si fosse rifiutata di pagare la malattia ai magazzinieri statunitensi durante la pandemia? Beh sì, ma presumibilmente non così tanto). La sua controparte cinese, Jack Ma, il fondatore del sito di e-commerce Ali Baba, vale quasi il doppio rispetto all’inizio dell’anno.
In un recente articolo del Financial Times su come la pandemia abbia reso i miliardari del mondo e i loro consiglieri ancora più ricchi, Nicole Curti, capo della società Stanhope Capital, parla dei destini differenti di due fratelli benestanti, suoi clienti. Uno dei due aveva venduto gran parte del suo portfolio quando il virus aveva iniziato a diffondersi, ha spiegato la donna, e come risultato ne ha sofferto. Ma l’altro fratello ha corso il rischio di mantenere le sue azioni e ha aumentato il suo patrimonio del 7%. “È stato difficile a livello emotivo” ha spiegato la Curti. “Ma la chiave di successo quest’anno era rimanere negli investimenti”. (“Beh”, come disse Philip Larkin, “buono a sapersi”).
#sanità #privato #pubblico #covid #disuguaglianze
L'epidemia non è una colpa (…)
Oggi su @repubblica pic.twitter.com/KgVsMRC3TR— Mauro Biani (@maurobiani) November 17, 2020
Nei primi giorni della pandemia, uno straordinario aspetto del disastro era il fatto che tutti, ovunque, stavano affrontando gli stessi problemi. In modi differenti, certo – alcuni di noi su uno yacht ai Caraibi, altri bloccati in piccoli appartamenti con le nostre famiglie. Ma ovunque, sulla Terra, si viveva la stessa esperienza. Da un po’ ormai questa cosa è sentita sempre meno. Forse è stata un’illusione sin dall’inizio. I ricchi, come sempre, hanno trovato il modo di evadere la condizione che il resto di noi sta vivendo e di aumentare, nel frattempo, il loro benessere.
E la cosa più difficile da digerire, ovviamente, non è il fatto che si tratta di un sottoprodotto temporaneo del nostro strano presente, ma piuttosto che sia un indicatore di ciò che ci aspetta. Prima o poi, la pandemia finirà. Ma gli effetti del cambiamento climatico e il suo complesso fulcro di crisi – ecologica, economica, umanitaria – non potranno essere curati nemmeno dal più efficace dei vaccini o dal più restrittivo dei lockdown. È difficile immaginare come sarà il futuro. Ma è meno complicato immaginare la prossima Kim Kardashian di turno postare, su una piattaforma social ancora da inventare, riflessioni su quanto siano privilegiati per essere potuti scappare dall’innalzamento del livello del mare, e quanto siano umili nel ricordarlo. E non è per niente difficile immaginare come potranno sentirsi i vostri figli leggendole.
Traduzione di Chiara Romano da theguardian.com
Immagine di copertina via twitter.com/KimKardashian