MusicaIn3D Italia: tre dischi che meritano un ascolto
Tre dischi ritrovati nel blocco degli appunti 2020 che meritano di essere ascoltati: “ALMA” di Viola Violi, “La Belle Dame” di Valerio Bruner e “Anything” degli Hiroshi
Delle tante produzioni italiane parcheggiate nella posta elettronica o sugli appunti della Moleskine in attesa di spazio o il luogo giusto per scriverne, ho scelto di parlare di questi tre. Due dei quali mi hanno fatto compagnia durante l’anno e uno mi ha fatto innamorare al primo ascolto.
Questi lavori sono il frutto della fatica e del sudore di 7 artisti italiani, vale a dire Viola Violi, Valerio Bruner e la band Hiroshi, composto da Luca Torquati, Lorenzo Renzi, Nicolò Bacalini e Alessio Beato.
Oltre alla caratteristica comune di essere tutti lavori brevi hanno poco altro: tre tipologie di approccio alla musica, tre generi e stili diversi, però tutti e tre questi lavori meritano di essere ascoltati più e più volte.
Partiamo da inizio anno.
ALMA – Viola Violi
“ALMA“ è disco d’esordio di Viola Violi, autrice e compositrice toscana che presenta in digitale la raccolta di 8 tracce in cui racchiude tutto il suo mondo musicale. Il titolo è un omaggio ad Alma Mahler, la “vedova delle quattro arti”, compositrice e scrittrice austriaca considerata femme fatale indomabile, tempestosa e tormentata.
Viola l’abbiamo vista accanto agli Inna Cantina Sound, ma in questo lavoro esce fuori dal genere Reggae/Raggamuffin per tuffarsi in sonorità r’n’b e soul che incrociano l’hip hop e, in alcuni casi toccano sfumature jazz. Otto canzoni ben prodotte per soli 26 minuti di musica dove le parole e la voce di Viola Violi sono l’ottimo epilogo di arrangiamenti strumentali decisamente appassionanti e variegati.
La Belle Dame – Valerio Bruner
Parliamo sempre di donne e della loro forza, ma stavolta raccontate attraverso la musica di Valerio Bruner. L’artista napoletano classe 1987 racconta di madri, mogli e amanti che lottano per affermare la loro indipendenza. Valerio descrive delle scene in modo teatrale ma senza fronzoli. Usando l’immediatezza del rock e la capacità di mettere insieme concetti complessi in poche strofe.
A volte basta poco per essere efficaci: chitarre, basso, batteria, un’armonica e un piano; 5 canzoni per 5 donne in meno di 20 minuti.
Anything – Hiroshi.
Dei tre dischi di questo articolo quello degli Hiroshi. (con il punto finale) è il più lungo e complesso oltre ad essere il più recente. La band marchigiana mette dentro il disco un po’ di tutto (il titolo non è affatto un caso). Tantissime le suggestioni presenti in questi 36 minuti di musica che sembra quasi la colonna sonora di un film Cameron Crowe.
Dentro ci troverete lo shoegaze, un pizzico di new wave e quel punk e post-punk quanto basta per farvi tremare le gambe. Ma non è finita: l’elettronica si aggira come uno spettro tra le tracce del disco diventando un elemento fondamentale per rendere questo primo LP degli Hiroshi. pieno e credibile.