L’età dell’oro 2: la fine del viaggio cavalleresco e femminista di Cyril Pedrosa
Giunge al termine il viaggio di formazione di Tilde, Bertil e dei protagonisti de L’età dell’oro
A poco più di due anni dall’uscita della prima parte, giunge alla sua conclusione L’età dell’oro, epopea fantasy di Cyril Pedrosa e Roxanne Moreil edita in Italia da Bao Publishing.
Una graphic novel visivamente potente che cala in una perfetta ambientazione medievale temi attuali e validi più che mai per i nostri tempi, mostrandoci come certi valori riescano a trascendere l’epoche storiche e il contesto socio-culturale entro il quale la storia si svolge.
L’età dell’oro infatti ruota intorno al tema illuminista e democratico per eccellenza, quello di una società dove tutti sono uguali, dove non esiste il concetto di classe sociale e il potere non è appannaggio di un monarca o signore. Una dottrina conservata all’interno di un testo quasi “mitologico”, l’età dell’oro per l’appunto, che rivela la sua esistenza alla fine del primo e volume e che qui diventa il fulcro intorno al quale si dipanano le avventure dei protagonisti.
Da un lato della barricata ritroviamo Tilda, figlia primogenita del re defunto e legittima erede al trono, spodestata dal fratello. Il secondo volume si svolge infatti anni dopo gli eventi del primo, iniziando con l’assedio del castello del regno da parte delle truppe mercenarie agli ordini della principessa che, seppur sempre stanca, non distoglie lo sguardo dal trono perduto. Al suo fianco sempre il fido Tankred, unico alleato rimastole accanto e che accetta, seppur rassegnato, di assecondare il suo cieco desiderio di rivalsa e conquista.
Dall’altro lato riappare Bertil, amico d’infanzia della principessa che nel corso del primo libro, affascinato dalle idee propugnate da un gruppo di ribelli in ascesa, seguaci della “dottrina” dell’Età dell’oro, aveva abbandonato Tilde al suo destino.
Eppure l’affetto di un tempo riappare, seppur oggi siano entrambi divisi dalle proprie ideologie e visioni. Ad unirli di nuovo, forse più di prima, il nemico comune: il fratello usurpatore che non accetta mai la possibilità di costruire un mondo differente.
L’aspetto più interessante della graphic novel di Perosa e Moreil è la capacità di scomporre topos letterari ai quali siamo da sempre abituati, per restituirceli in una chiave di lettura differente. Così l’anti eroe dell’epopea è una ragazza, Tilde, che vive sulla sua pelle le difficoltà di abbandonare le credenze di sempre per abbracciare ideali nuovi e innovativi per il suo tempo. Un’eroina non priva di macchie, dubbi, lati oscuri e di domande. Non perfetta ma per questo forse più vera. L’età dell’oro è soprattutto il suo personale viaggio di formazione verso un nuovo modo di intendere e amministrare la società.
Ma soprattutto Tilde è un’eroina che si salva da sola, pagando un prezzo per quella libertà che riesce finalmente ad afferrare. Una figura femminile moderna e carismatica, totalmente immersa in un’epoca storica in cui l’archetipo della “damigella in pericolo” è ed era l’unico ammesso. Un personaggio quindi che risplende di diverse sfaccettature e che riesce a diventare, pagina dopo pagina, più umana, reale e concreta.
Di sfondo una storia che racconta la Storia, quella che vede la lotta per l’uguaglianza, la libertà e la pari dignità di tutti gli esseri umani. Una graphic novel che anticipa di diversi secoli alcuni di quelli che poi saranno i principi ispiratori della Rivoluzione Francese e l’inizio della Storia contemporanea.
Da segnalare l’esplosione di colore che caratterizza ogni tavola, con giochi cromatici fortemente incentrati sull’uso del viola, da sempre storicamente simbolo di monarchia e potere, e il rosso della battaglia. Torna quindi l’uso dei colori dal sapore pop e surreale per creare un effetto di forte contrasto con il tema cavalleresco della storia. Un connubio che crea un equilibrio capace di mantenere alta l’attenzione del lettore, nei confronti del racconto senza rinunciare ad un effetto visivo ammaliante.
L’età dell’oro volume 2 conclude quindi un’opera ambiziosa di Cyril Pedrosa, capace di rompere schemi narrativi, costrutti storici e letterari, per restituirci un racconto contemporaneo nella veste grafica e nella caratterizzazione dei suoi personaggi. In cui soprattutto ritrovare la capacità di guardare al futuro rivisitando il passato.
Fin dall’alba del primo giorno, noi seminiamo le pianure di un nuovo mondo, dove sotto l’arco lento del sole l’ombra non può che recedere.
L’età dell’oro – Volume 2
Cyril Pedrosa, Roxanne Moreil
BAO Publishing
pp. 192