L’incubo di Alex Schwazer giunge al capolinea: assolto dalle accuse per doping

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Dopo 5 anni viene archiviato dal Tribunale di Bolzano il caso di doping del campione olimpico Alex Schwazer “per non aver commesso il fatto”

Alex Schwazer rivede la luce: si è concluso il processo di primo grado per doping che ha coinvolto il marciatore azzurro, inizialmente squalificato fino al 2024. Il Gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, dopo quattro anni di indagini, ha infatti archiviato il caso e ha ritenuto Schwazer “estraneo ai fatti“.

Il giudice ha accolto la richiesta del pm contestando le tesi di Wada e laaf sulle analisi a sorpresa del 2016 che portarono alla squalifica dell’atleta per 8 anni. Ha infatti citato l’ostruzionismo da parte del laboratorio antidoping di Colonia nel reperimento delle provette analizzate e ritenuto che con “altro grado di credibilità” i campioni di urina furono alterati per ottenere un risultato positivo al doping.

IL CASO – Il cosiddetto “Caso Schwazer” rappresenta uno dei più complicati nella storia dello sport italiano. Il marciatore oro olimpico di Pechino 2008 venne trovato per la prima volta positivo all’Epo ad un controllo antidoping del 2012. In quella occasione il nativo di Vipiteno decise di patteggiare, collaborare con la giustizia e di affidarsi all’allenatore Sandro Donati, definito uno dei paladini nella lotta al doping. Ma è il 1° gennaio 2016 il controllo antidoping che ne compromise la carriera. Trovate nel campione tracce di testosterone sintetico, nell’agosto dell’anno delle Olimpiadi di Rio venne squalificato per 8 anni con l’accusa di recidiva al doping.

Questa vicenda ricca di anomalie e contraddizioni ha coinvolto l’agenzia mondiale antidoping (Wada), la federazione mondiale di atletica leggera (laaf, oggi World Athletics) e il laboratorio antidoping di Colonia, dove le provette incriminate del campione azzurro sono rimaste da gennaio 2016 a febbraio 2018, quando sono state prelevate dalle autorità. La Procura di Bolzano a Dicembre 2020 aveva richiesto l’archiviazione.

Con l’archiviazione del caso, al più presto Schwazer si attiverà a livello di giustizia civile e sportiva per una revoca della squalifica. Le Olimpiadi di Tokyo alle porte possono essere ancora un obiettivo per il 36enne altoatesino per chiudere la carriera nel migliore dei modi.

Che sia la fine di un incubo e l’inizio di un sogno?

Daniele Di Stefano

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