Jamal Khashoggi, CIA: il principe saudita bin Salman dietro al suo omicidio

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Dal Rapporto dell’Intelligence statunitense emergono nuovi pesanti particolari sulla morte di Jamal Khashoggi

Il principe saudita Moḥammad bin Salman dietro all’omicidio di Jamal Khashoggi. Le accuse all’Arabia Saudita,  pesantissime, arrivano dalla CIA, che svelerebbe dei retroscena agghiaccianti sulla vicenda del giornalista arabo morto a Istanbul il 2 ottobre 2018.

L’intelligence statunitense, che ha reso noto solo quattro pagine del suo documento, evidenzia molti particolari, tra i quali il coinvolgimento di un consigliere e di alcuni membri della sicurezza di MBS, che aveva programmato la cattura o l’uccisione del dissidente. Il Direttore Nazionale dell’Intelligence dell’amministrazione Biden, Avril Haines ha rilasciato un’intervista nella quale ha sottolineato come il principe abbia attuato azioni violente per zittire i dissidenti all’estero.

 

Oltre a questo, il neoeletto presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha promesso di attuare delle misure atte a modificare i suo rapporti con Riad, come per esempio lo stop alla vendita di armi ed il supporto logistico alle attività belliche nei confronti del Paese saudita riguardo alla guerra in Yemen.

Le notizie diffuse dalla CIA riguardano anche l’Italia, o meglio, Matteo Renzi: il leader di Italia Viva solo poche settimane fa è stato coinvolto in aspre polemiche per i suoi rapporti proprio con bin Salman e da più parti vengono chieste le sue dimissioni da senatore.

Anche Amnesty International Italia, attraverso il suo portavoce Riccardo Noury, aveva manifestato stupore per il viaggio dell’ex Presidente del Consiglio in Arabia Saudita: “Certamente è inopportuno essere invitati in forum internazionali che sono emanazione diretta della monarchia saudita e tacere sul sistema di violazioni dei diritti umani“.

Intanto oggi Reporters Sans Frontières ha denunciato bin Salman per crimini contro l’umanità in Germania: la Ong ha presentato infatti un documento di più di 500 pagine in cui parla di “violenza diffusa e sistemica” per almeno 35 giornalisti, tra cui proprio Khashoggi, e il blogger Radif Badawi, attualmente in carcere.

Andrea Pulcini

Immagine di copertina via terra.com.br

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