Marielle è diventata un seme
La storia di Marielle Franco, attivista brasiliana assassinata nel marzo 2018 a Rio De Janeiro, in un libro firmato Agnese Gazzera. Una morte ancora oggi senza colpevoli.
La battaglia politica e quella per i diritti umani di Marielle Franco, giovane attivista brasiliana assassinata nel 2018 a Rio De Janeiro, mi ha fin da subito aperto gli occhi sulla questione della politica del Brasile, importante e necessaria nel dibattito odierno e divenuta prioritaria dopo gli avvenimenti degli ultimi anni.
Ci sono persone, come Marielle Franco, che decidono di lottare per una giusta causa che nel suo caso è stata quella della lotta al razzismo, alle discriminazioni di genere, per la parità dei diritti LGBT. Una battaglia politica, dunque, ma prima di tutto umana. Marielle, consigliera comunale di Rio de Janeiro, militante femminista eletta nel 2016 con 46.502 voti, rappresentante del Psol (Partito Socialismo e Libertà) o come lei stessa amava definirsi “Donna nera, figlia della Maré e difensora dei diritti umani“.
Dice di lei Monica Benicio, la sua compagna: “Marielle è un gigante per aver portato nel suo corpo ciò che ‘noi’ siamo. La sua umiltà era grande quanto la sua capacità di lottare con le cose della vita“, sottolineando anche che “Marielle promuoveva nel suo mandato tutte le identità sociali che portava nel suo corpo. ‘Non sarò interrotta!‘ è stata la frase di maggior resistenza che ha detto, che oggi per noi significa che non permetteremo che la lotta per una società più giusta ed egualitaria sia ‘interrotta’. Era proprio per questa società attuale che Marielle ha subìto la peggior forma di non essere più viva fra di noi”.
Come ricordato nella prefazione di Marielle, presente!, la lotta antirazzista nasce con la lotta delle schiave nere. Ritroviamo, nel corso della storia, moltissime pioniere dell’affermazione dei diritti delle persone di colore, una su tutte Tereza de Benguela. Il pensiero afro-femminnista è incentrato sulla lotta a favore della parità di genere e di classe sociale. Ciò che Marielle Franco chiedeva a gran voce insieme a tantissime altre donne brasiliane era che finisse l’odio, in particolar modo quello interiorizzato dalla società di carattere razzista e del quale la stessa attivista fu vittima. Ancora oggi molte rappresentanti dei diritti per le persone di colore si battono in campo sociale e politico affinché finisca il razzismo a causa del quale si viene ancora segregati e posti in condizione di subalternità rispetto al resto della società.
“Io sono perché noi siamo”, affermava Marielle, per ribadire che lei era anche in difesa dell’uguaglianza di genere e della parità di diritti tra uomini e donne. Ancora: “Abbiamo un solo modo di nascere e molti modi di morire”. Nel settembre 2016, durante la campagna elettorale, Marielle scriveva sui suoi social: “Noi favelados entreremo, usciremo, faremo politica, resisteremo, ci metteremo la faccia e questa è una delle cose che mi dà orgoglio”.
Soltanto nel 2019 a Rio la polizia ha ucciso 1810 persone, il numero più alto dal 1998 — e in costante aumento dal 2013, con veri e propri massacri nelle favela, che coinvolgono spesso minori, madri e bambinihttps://t.co/aIUumKPbOf
— The Submarine (@infosubmarine) March 19, 2021
Come racconta ancora Monica Benicio nel libro di Agnese Gazzera, “se oggi Marielle fosse viva, con tutta la sua allegria e la sua forza, starebbe smuovendo le strutture perché fossero lei e altre donne a occupare lo spazio della politica istituzionale. Che questo libro sia uno strumento di lotta per tutte le donne a occupare lo spazio della politica istituzionale. Che questo libro sia uno strumento di lotta per tutte le donne, gli uomini negri e le donne negre, le persone LGBT e socialiste, per ricordarci che il 14 di marzo non è stato invano. Andremo avanti!”.
Marielle, presente!
Agnese Gazzera
Prefazione di Marie Moïse
Postfazione di Valeria Ribeiro Corossacz
Capovolte Edizioni, 2019
pp.128, € 15
Maria Laura Canori
Immagine di copertina via facebook.com/DreamTeamdoPassinho