“Tette fuori”, per abbattere l’eccessiva sessualizzazione delle donne

Tempo di lettura 2 minuti
“Tette fuori” è il nuovo progetto del collettivo tutto al femminile Cheap, che ha affisso per le strade di Bologna una serie di manifesti ritraenti seni femminili. Lo scopo è quello di abbattere l’eccessiva sessualizzazione del corpo delle donne e la censura del nudo femminile, ma una volta caricati sul web, Facebook ha rimosso i manifesti perché ritenuti “inappropriati”.

Fonte immagine: cheapfestival.it

Torna Cheap con il suo nuovo progetto “Tette fuori” che ha riempito la città di Bologna di manifesti ritraenti seni femminili. L’obiettivo è quello di abbattere l’eccessiva sessualizzazione del corpo delle donne e la censura del nudo femminile. Un obiettivo che le attiviste di Cheap hanno deciso di perseguire anche sui social. Facebook ha però rimosso i contenuti di “Tette fuori”, in quanto ritenuti “inappropriati”.

Viene spontaneo chiedersi perché social network come Facebook o Instagram censurino contenuti di questo tipo, ma non riescano a controllare l’azione di gruppi che inneggiano al razzismo e all’odio. E se un capezzolo femminile è considerato “inappropriato”, perché Facebook non censura anche i capezzoli maschili? Qual è la differenza?

E continuando: questa censura non può essere vista come un episodio di body shaming, così duramente criticato proprio sui social?

Certo, i contenuti di Cheap hanno un’innegabile valenza sessuale, ma bisogna ben ricordare l’obiettivo di questa campagna attivista: rompere con schemi e pregiudizi che non hanno più modo di esistere nella società in cui viviamo. “Tette fuori” si batte contro l’eccessiva sessualizzazione del corpo femminile, un corpo che nei secoli si è cercato di nascondere. Una sessualizzazione che ha portato a considerare scandalosa un’azione naturale come allattare un bambino.

Fortunatamente, la vita non è solo sui social media. I bolognesi hanno comunque modo di ammirare i manifesti affissi in alcune vie del centro storico della loro città. I poster di Cheap sono stati realizzati in collaborazione con School of Feminism, piattaforma dedita all’attivismo e alla produzione di contenuti grafici. Per quanto riguarda le grafiche, i testi e le fotografie dei manifesti, queste sono tratte dal libro “Pechos Fuera“, incentrato sulla rappresentazione dei seni nella storia dell’arte e della comunicazione visiva attraverso una riflessione politica e sociale.

Arianna Volpini

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