Kosovo, Vjosa Osmani eletta nuova presidentessa

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La carismatica leader, 38 anni, ha ricevuto il supporto del Parlamento in un voto boicottato da un partito serbo. L’ex presidente, Hashim Thaçi, aveva lasciato la carica a novembre, dopo le accuse di crimini di guerra.

Il Parlamento del Kosovo ha votato l’avvocatessa e riformista Vjosa Osmani come presidente del Paese nella giornata di domenica 4 aprile. Anche il primo ministro, Albin Kurti, e il suo partito Vetevendosje hanno sostenuto la scelta. La nuova presidentessa ha ricevuto 71 voti da parte degli 82 legislatori presenti al Parlamento, che consta di 120 seggi.

Due partiti di opposizione e quello della minoranza etnica serba si sono rifiutati di partecipare all’elezione. Nonostante sia una carica prevalentemente rappresentativa, la Osmani sarà comandante delle forze del Paese e diventerà altresì uno dei rappresentanti di più alto livello del Kosovo.

Chi è Vjosa Osmani?

La nuova presidentessa del Kosovo ha cominciato la sua carriera da adolescente, in veste di attivista. Ha studiato giurisprudenza a Pristina e ha poi completato la sua formazione all’Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti.

Ha anche ricoperto il ruolo di funzionario senior del partito della Lega Democratica del Kosovo (DLK). Tuttavia, Osmani era stata cacciata a causa di conflitti interni dell’organizzazione. Nonostante ciò, ha mantenuto la sua popolarità, assicurandosi più di 300.000 voti nelle elezioni di febbraio come candidata del partito Vetevendosje. Vjosa Osmani è vista anche come figura di riferimento per le donne, in un Paese principalmente patriarcale.

kosovoA differenza del primo ministro Kurti, la donna ha dichiarato che una delle sue priorità sarà riprendere le trattative di normalizzazione, ormai in stallo, con la Serbia. Ufficialmente, Belgrado considera ancora il Kosovo come una provincia serba, respingendo la dichiarazione di indipendenza del 2008.

Domenica 4 aprile, ancora una volta Vjosa Osmani ha richiesto che ci sia dialogo fra i due Stati. Ma la neo presidentessa ha chiesto che Belgrado si scusi per il conflitto degli anni ’90 e la persecuzione dei criminali di guerra. “La pace si raggiungerà solamente quando vedremo rimorso e ascolteremo le scuse della Serbia, e quando sarà fatta giustizia per coloro che hanno sofferto per colpa di quei crimini” ha dichiarato.

Vjosa Osmani è la seconda leader donna del Kosovo, dopo Atifete Jahjaga, che è stata presidentessa tra il 2011 e il 2016.

Perché Osmani sostituisce Hashim Thaci?

A novembre, l’ex presidente, Hashim Thaçi, aveva rassegnato le dimissioni, dopo una serie di accuse per crimini di guerra. La Osmani, che era già portavoce del Parlamento, aveva temporaneamente coperto la carica, in vista del voto di domenica. Thaçi, come molti politici kosovari, aveva costruito la sua reputazione sui suoi successi di guerra. Aveva partecipato al conflitto come comandante di guerriglia contro le forze armate serbe.

La guerra era culminata, nel 1999, con la campagna di bombardamenti della NATO contro la Serbia. Ciò forzò Belgrado a ritirare polizia ed esercito dal Kosovo. Sostenuto dagli Stati Uniti e dai Paesi occidentali, Pristina dichiarò l’indipendenza. Tuttavia Russia, Cina e diverse altre nazioni europee non riconoscono il Kosovo come Stato autonomo. Il Paese rimane impantanato in problemi economici e divisioni politiche, oltre ad avere tensioni occasionali con Belgrado.

Sia Osmani che il primo ministro Albin Kurti si presentano come parte della nuova generazione di politici kosovari, professando valori più liberali e promettendo un giro di vite sulla diffusa corruzione. A febbraio, il partito Vetevendosje di Kurti si era assicurato una clamorosa vittoria alle elezioni generali, pur non raggiungendo, per soli due seggi, la maggioranza assoluta in Parlamento.

Il voto di domenica è un altro passo avanti nella consolidazione del dominio del partito. Infatti il primo ministro, il nuovo portavoce del Parlamento e la nuova presidentessa provengono tutti dal Vetevendosje.

Traduzione di Chiara Romano via dw.com

Immagine di copertina via twitter.com/ValeriePlesch

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