“The English Game”, serie TV Netflix sulle origini del calcio professionistico

Tempo di lettura 4 minuti
La nascita del calcio professionistico e l’uso del football come mezzo di affermazione del proletariato sull’aristocrazia inglese.

The English Game è una miniserie televisiva ideata da Julian Fellowes, Tony Charles ed Oliver Cotton. La serie tv – distribuita da marzo 2020 su Netflix – è composta da 6 episodi.

CAST

La scelta del cast si è rivelata azzeccata per la grande performance resa dai vari attori della serie TV. Tra gli altri, ricordiamo come interpreti: Kevin Guthrie (Fergus Suter), Edward Holcroft (Arthur Kinnaird), James Harkness (Jimmy Love), Craig Parkinson (James Walsh), Ben Batt (John Cartwright), Charlotte Hope (Margaret Alma Kinnaird), Niamh Walsh (Martha Almond) e Kerrie Hayes (Doris Platt).

Una scena della serie

Una scena di The English Game

TRAMA

Nel pieno splendore dell’era vittoriana, il gioco del football – inventato in Inghilterra – comincia a diffondersi sempre più in terra d’Albione come hobby per soli gentleman. Il nuovo gioco – con regole precise e codificate – viene principalmente praticato dagli ex studenti dei college più prestigiosi, nel tempo divenuti uomini di vertice della società inglese: nobili o membri dell’alta borghesia. Essi – essendo dotati di un elevato status socio-economico – sono gli unici ad avere la possibilità di poter fare calcio con regolarità e professionalità. Ciò consente alle squadre fatte da questi ragazzi – principalmente londinesi – di essere favorite per la conquista dell’ambita FA Cup.

Old Etonians nella serie

Old Etonians nella serie

Nel nord dell’Inghilterra, però, i primi industriali iniziano ad allestire squadre di periferia fatte di giocatori proletari. Questi ultimi, sono costretti a turni di lavoro massacranti e vivono in condizioni precarie per cui non riescono ad allenarsi e ad essere competitivi contro le squadre dei ricchi nobiluomini. Il calcio, quindi, inizia a diventare anche uno strumento di rivendicazione sociale da parte degli operai contro gli aristocratici. James Walsh – titolare di un’azienda tessile a Darwen e proprietario del Darwen FC – decide di ingaggiare Fergus Suter e Jimmy Love ossia due talentuosi scozzesi retribuiti segretamente come calciatori (all’epoca le regole della Football Association vietavano l’elargizione di ogni forma di compenso per i giocatori). L’acquisto di Suter e Love è rivolto a rafforzare tecnicamente la rosa del Darwen FC, che dovrà affrontare nei quarti di finale di FA Cup del 1879 i campioni in carica dell’Old Etonians, in cui milita Arthur Kinnaird il giocatore più vincente, famoso ed abile. Il Darwen FC però viene eliminato dall’Old Etonians nei quarti.

Il Darwen FC nel 1880

Il Darwen FC nel 1880

Da qui, Suter si pone come unico obiettivo della sua vita quello di vincere l’FA Cup e di farlo, per la prima volta, con una squadra di operai. Dopo aver fallito con il Darwen, Suter viene acquistato dal Blackburn di Sir John Cartwright, che intanto sta acquistando e retribuendo i più forti calciatori proletari del Paese. La miniserie si conclude con il Blackburn di Suter che riuscirà a vincere eroicamente l’FA Cup contro Kinnaird & Co.; il tutto in un clima di assoluto fair play.

Il Blackburn Rovers nella serie tv

Il Blackburn Rovers nella serie tv

Il football è il fil rouge della serie, attorno al quale si incrociano tante differenti storie umane: amore, problemi familiari, difficoltà economiche, rivolte sociali e lotte sindacali. “The English Game mette così a confronto lo sviluppo economico-industriale dell’Inghilterra, la tutela dei diritti dei lavoratori, la nascita del calcio moderno e della nuova professione retribuita del “calciatore”.

ERRORI STORICI – La miniserie contiene alcuni errori storici: essa si conclude con la vittoria dell’FA Cup del 1883 del Blackburn Rovers di Suter. In realtà, quell’edizione fu vinta dal Blackburn Olympic, mentre nel 1882 Suter perse la finale. Il Blackburn di Suter vincerà, invece. la Coppa nel 1884, 1885 e 1886.

Francesco Ciavarella

Immagine di copertina via twitter.com/DEADLINE

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