Ecuador, alle elezioni Presidenziali vince il conservatore Guillermo Lasso

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Il leader di Creando Oportunidades ha ribaltato l’esito del primo turno superando, seppur di poco, il candidato correista. Il suo governo dovrà combattere disoccupazione e corruzione. Immediata la programmazione vaccinale.
ecuador lasso

Fonte immagine: Ventuno.news

È un Ecuador dai due volti quello che emerge dalle presidenziali dello scorso 11 Aprile: il neo eletto capo di Stato, Guillermo Lasso, ha sconfitto il rivale Andrés Arauz per soli cinque punti percentuali, 52,36% contro 47,64%, e lo ha fatto al ballottaggio, capovolgendo l’esito del primo turno di Febbraio che, invece, aveva premiato Arauz in modo ben più netto con il 32% sul 17%.

In due mesi l’esito delle urne si è invertito: un ruolo in questo ribaltone lo si deve anche alla posizione del terzo contendente, Yaku Perez, candidato per le minoranze indigene che dopo essere rimasto indietro al primo turno si è rifiutato di spalleggiare Lasso o Arauz ed ha incitato i suoi sostenitori al voto nullo o in bianco, con il risultato di un 17% da record di schede annullate.

Ed ora il Paese sudamericano si compone di due anime: la coalizione delle destre liberiste, formata dal movimento “Creando Opportunità” (CREO) e dal “Partito Sociale Cristiano” (PSC), tenute insieme da Lasso e di poco uscita vincente, e quella della sinistra progressista di Unione per la Speranza (Unes) di Arauz, a sua volta uscita di poco sconfitta.

Il 65enne Lasso arriva alla carica di Presidente al terzo tentativo: già secondo nel 2013, nel 2017 era stato battuto dal correista Lenin Moreno. Ex banchiere, membro dell’Opus Dei, governatore della provincia di Guayas negli anni Novanta, ministro dell’Economia per alcuni mesi durante uno stato di emergenza, di vedute conservatrici in termini di diritti civili che ha avuto modo di mitigare durante la campagna elettorale (è contrario all’aborto ed alle unioni omosessuali, per esempio), Guillermo Lasso mette fine all’epoca correista iniziata da Rafael Correa nel 2007 e portata avanti dal 2017 con Moreno.

Oggi gli ecuadoregni hanno scelto il loro futuro. Con il loro voto hanno espresso il desiderio di cambiamento e di giorni migliori”, con queste parole ha salutato la propria elezione il neo Presidente e da lui, in effetti, ci si attende un’inversione di rotta per risollevare le gravi condizioni socioeconomiche in cui versa l’Ecuador.

Diverse le sfide da affrontare: economica e sanitaria, in primis. Ma anche corruzione della classe politica. E se vorrà mantenere il consenso appena conquistato, comunque, non dovrà sottovalutare questo bipolarismo sociopolitico che, se trascurato, renderà fragile la stabilità governativa. Del resto dovrà cercare di portare avanti i propositivi governativi pur con la minoranza in Assemblea Nazionale, cioè l’organo legislativo, dove conta solamente 12 seggi a fronte dei 49 di Unes.

Dicevamo della crisi economica: secondo la Banca Centrale l’economia ha avuto una contrazione del 7,8% nel 2020 ed un debito pari al 69% del PIL, mentre l’istituto Nazionale di Statistica parla di un tasso di povertà che in Ecuador si aggira al 35%. In campagna elettorale Lasso ha promesso una ripresa incentrata su investimenti esteri, la creazione di 2 milioni di posti lavoro ed una spinta alla produzione di petrolio il cui prezzo è in discesa dal 2015. Tra i suoi – accattivanti – obiettivi anche l’innalzamento del salario minimo, una riduzione delle imposte per le piccole imprese e la creazione di un fondo di sostegno e incentivazione all’imprenditoria.

Il COVID-19 ha infierito in un settore già in difficoltà: la corruzione dei vertici dell’apparato sanitario lo mina alla base con la conseguenza di averlo reso assolutamente inefficace in questa pandemia. A farne le spese il piano di immunizzazione, in forte ritardo, e con lui il ministro Falconi da poco dimissionario proprio per il flop vaccini. Sintomo dell’instabilità del settore, l’avvicendamento di sei ministri in quattro anni. Lasso ha promesso 9 milioni di vaccinati – su una popolazione totale di 17 milioni –  nei primi 100 giorni di governo ed una contrattazione più efficace con le case farmaceutiche per la distribuzione.

Guillermo Lasso ha fama di uomo d’affari, vicino al mondo degli investimenti, con quell’acumen e giri giusti per uscire dalla preoccupante situazione economica di cui dicevamo. Eppure, in campagna elettorale, ha cercato di ritagliarsi un’immagine più ampia promettendo di “Ascoltare tutti gli equadoregni e di lavorare non stop per i diritti delle donne, delle madri single e della comunità LGTB”.

Dal prossimo 24 Maggio e per i prossimi 4 anni, almeno, risiederà a Palazzo Carondolet: da qui avrà modo di mantenere le promesse fatte all’Ecuador.

Sara Gullace

Immagine di copertina via Ventuno.news

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