L’infuocato confine tra Colombia e Venezuela
Scontro politico e guerra per il narcotraffico affliggono la frontiera. Venezuelani in balia di ex guerriglieri ed esercito bolivariano.
Continuano ad inasprirsi i rapporti tra Venezuela e Colombia. La tensione al confine si è trasformata in conflitto armato: migliaia di venezuelani hanno oltrepassato la frontiera per fuggire alla violenza dell’esercito nazionale e dei gruppi di guerriglia. Oltre 6mila persone che ora temono di rientrare alle proprie abitazioni nello stato di Apure e cercano rifugio nella regione colombiana di Arauca.
Un’agitazione che si protrae da diverso tempo, che nasce come politica e adesso si delinea come sociale, minacciando la vita delle popolazioni di entrambi i Paesi che vivono alla frontiera. Ricordiamo il ruolo di pacificatore del Venezuela nel processo di pace che ha portato la dissoluzione delle FARC in Colombia all’epoca del Presidente Manuel Santos. Poco tempo dopo e in conseguenza alla rielezione di Nicolas Maduro del 2018 definita fraudolenta da larga parte delle nazioni latine, i rapporti tra i due Paesi si sono incrinati fino a rompersi definitivamente l’anno successivo, nel 2019, quando Iván Duque, nuovo presidente colombiano, ha apertamente sostenuto Juan Guaidó, rivale di Maduro.
E adesso le parti si accusano vicendevolmente della grave situazione: per Jorge Arreaza, ministro degli Esteri del Venezuela, la Colombia è un “narco-stato” mentre per la vice di Duque, Marta Lucia Ramirez, “il regime di Maduro è una minaccia alla sicurezza nazionale”.
Gli scontri sono iniziati lo scorso 21 Marzo in diverse zone rurali dello stato di Apure: un conflitto a fuoco tra le Forze Armate Nazionali Bolivariane (FANB) e un gruppo dissidente fuoriuscito dalle ex FARC che oggi, lo ricordiamo, si sono ricomposte e istituzionalizzate in partito politico. Al di là del confine c’è la regione colombiana di Arauca: le due aree condividono da anni questo destino di continuo conflitto.
Secondo Human Right Watch (HRW), che da anni monitora l’area, in loco operano ancora diversi gruppi armati che commettono continuamente omicidi, torture e rapimenti sulle popolazioni locali reclutando i minori e costringono ai lavori forzati chi tenta una ribellione al sistema di soprusi. Tra questi gruppi armati, secondo l’osservazione di HRW, ci sono i guerriglieri dell’Esercito di liberazione nazionale (ELN), due gruppi fuoriusciti dalla guerriglia che sono il Décimo Martín Villa Front e Second Marquetalia, il gruppo di Iván Márquez, e le Forze patriottiche di liberazione nazionale (FPLN).
"My family was brutally massacred. They [security forces] tried to make them look like members of the FARC guerrillas, when they’re honest, humble hard-working farmers." ~ Victims' Relative#Venezuela: Security Force Abuses at Colombia Border https://t.co/8OOX4P4DIc pic.twitter.com/Vl3v70yuWe
— Human Rights Watch (@hrw) April 29, 2021
Uno degli atti d’accusa di HRW riguarda proprio il rapporto tra questi gruppi armati ed il governo venezuelano, rappresentato sul campo delle Forze di Sicurezza: queste ultime avrebbero non solo tollerato i primi, ma anche operato in collusione. Tesi sostenuta dal governo di Iván Duque che da tempo sostiene che l’l’ELN e i dissidenti abbiano trovato una retroguardia in Venezuela, al riparo dalle autorità chavista per sostenere i loro movimenti di narco traffico.
Human Rights Watch, adesso, ha richiesto l’intervento dell’ONU denunciando gli abusi delle forze bolivariane: l’esecuzione di almeno quattro contadini, detenzioni arbitrarie, civili processati davanti a tribunali militari e torture contro residenti accusati di collaborare con gruppi armati. Per HRW questa situazione rispecchia: “Un modello simile a quello degli abusi sistematici da parte delle forze di sicurezza del regime che hanno portato a indagini internazionali su possibili crimini contro l’umanità in Venezuela“.
Nelle parole del Direttore della ONG per le Americhe, José Miguel Vivanco, aumentano le prove raccolte contro “gli agenti che hanno commesso abusi, così come i comandanti e gli alti funzionari a conoscenza dei fatti. Del resto – ha sottolineato – Le atrocità commesse contro i residenti di Apure non sono incidenti isolati da agenti insubordinati, ma sono coerenti con gli abusi sistematici delle forze di sicurezza di Maduro“.
Immagine di copertina via quienlosabe.com