Il benessere animale è fondamentale per un sistema alimentare sostenibile
L’Unione europea sta attuando una serie di programmi e normative che possano migliorare il benessere animale e che può portare a sua volta alla creazione di un sistema alimentare forte e sostenibile. Euronews ha visitato allevamenti di bestiame in Italia per capire come e quali standard vengono adottati.
Di recente, l’approccio europeo al benessere animale è diventato di nuovo oggetto di dibattito. La pandemia ha sottolineato l’importanza di un sistema alimentare forte e sostenibile, nonché della connessione tra la nostra salute, l’ecosistema, il processo di distribuzione e gli schemi di consumo. Particolarmente quella relativa agli allevamenti di animali.
Il COVID-19 e il cambiamento climatico ci hanno avvertito della necessità di una inversione di rotta sistematica nel trattamento degli animali, ha spiegato Inês Ajuda, a capo del programma degli animali da allevamento all’Eurogroup for Animals.
Dei sondaggi in tutta Europa hanno confermato l’interesse nella problematica. “Il benessere degli animali allevati è una preoccupazione condivisa dagli europei, ed è parte della nostra identità comune assicurare che il bestiame viva una vita degna” ha spiegato Olga Kikou, capo dell’organizzazione benefica Compassion in World Farming.
Each year, more than a billion chickens, sheep, goats, horses, pigs & bovines are transported alive within the #EU & to third countries.
We want the @EU_Commission to prevent unnecessary suffering in the revised #livetransport regulation.
👉https://t.co/XPw6aPQpQn pic.twitter.com/2aCy8hgD6g
— Eurogroup For Animals (@Act4AnimalsEU) May 19, 2021
Ma le regole relative al benessere degli animali non sono saltate in prima linea durante la pandemia: sono un argomento dibattuto da decenni. Nell’Unione europea la discussione è cominciata negli anni ’80. Allora vennero approvate una serie di direttive per proteggere il bestiame da allevamento, ma sono state spesso criticate per essere troppo vaghe.
Cosa prevedono le regole sul benessere animale?
Le direttive e le raccomandazioni si riferivano a problematiche quali spazio, diete bilanciate, ambiente e limitazione di procedure pericolose. Gli Stati europei settentrionali sono in generale più severi, ma le leggi variano a seconda del Paese.
A livello globale, il benessere degli animali dovrebbe assicurare una buona salute fisica e psicologica e l’assunzione di un comportamento naturale. Ma le regole attuali possono risultare problematiche. “Per com’è ora la situazione, è facile interpretare vagamente il significato delle direttive generali, e ciò può portare a seri problemi per il benessere degli animali”, ha spiegato Ajuda.
Alcune aziende non seguono le direttive, ma il fatto è che anche quelle che aderiscono compiono delle irregolarità, poiché le leggi sono obsolete. Ad esempio, “non c’è una legislazione che richieda spazi o condizioni particolari per i pesci o per i trasportatori che provvedono al loro benessere”. Ajuda ha affermato che la scienza è progredita in modo considerevole da quando sono state redatte le prime leggi, quindi “le regole dell’UE per il benessere animale necessitano una revisione seria ed estesa”.
L’opportunità di un cambiamento esiste
Lo European Green Deal ha creato iniziative politiche di base per rendere l’Europa a clima neutro entro il 2050. Un sistema alimentare europeo più sano e sostenibile è il fondamento di questo accordo; inoltre, è stato creato un programma speciale per raggiungere questo obiettivo, il Farm to Fork.
L’iniziativa ha dato un obiettivo ambizioso all’industria agricola dell’UE, di cui l’allevamento animale è considerato parte integrante. È stato dimostrato che dei buoni standard di benessere animale riducano l’eccessivo utilizzo da medicinali veterinari, che è anche uno degli obiettivi chiave della strategia Farm to Fork. L’estensivo uso di antibiotici preoccupa a causa del potenziale sviluppo della resistenza agli antibiotici, che potrebbe compromettere la salute umana e animale.
Quando un animale soffre di stress perché si trova in gabbia, come ad esempio una scrofa che non può interagire propriamente coi suoi cuccioli perché non riesce a girarsi o a raggiungerli, “ciò di solito ha un impatto sul sistema immunitario, rendendo gli animali suscettibili e più inclini alla malattia, portando di conseguenza a un maggior uso di antibiotici” ha spiegato Ajuda, che è anche veterinaria.
#NoAnimalLeftBehind: Over 300 million farm animals, including hens, quail, rabbits, sows and ducks, are being confined in cages on EU farms each year. 🐥
It's high time to #EndTheCageAge and give these animals the chance to thrive.
Join us at https://t.co/XPw6aPQpQn pic.twitter.com/qXsZNoivYM
— Eurogroup For Animals (@Act4AnimalsEU) April 27, 2021
La strategia Farm to Fork richiede una revisione della legislazione europea sul benessere del bestiame, perché si cambino gli standard attuali e ci si assicuri che il benessere degli animali da allevamento sia migliorato in modo sostanziale. “Eliminare gradualmente le gabbie è senza dubbio una delle questioni più pressanti che richiedono l’attenzione dell’Unione Europea. Un’altra problematica chiave che il blocco deve gestire è il trasporto del bestiame vivo e l’esportazione verso Paesi terzi” ha sottolineato Olga Kikou.
Scegliere i propri prodotti animali in modo consapevole
È molto difficile per gli europei trovare informazioni sui livelli di benessere del bestiame dei prodotti che comprano. Alcune etichette che riportano questi dati esistono, ma “alcune sono più potenti e trasparenti di altre”, ha dichiarato Ajuda. “È obbligatorio segnalare le uova fresche, e questo è sicuramente un passo nella direzione giusta, ma bisogna fare di più” ha aggiunto.
Al consumatore europeo manca un modello che permetta di identificare le etichette e di fare una scelta consapevole, cosa che invece accade coi prodotti biologici. Ajuda ritiene che le etichette debbano essere obbligatorie per tutti i prodotti animali, anche per quelli importati. Quest’ultima proposta è particolarmente importante perché, in questo modo, ci si assicurerebbe che gli standard di benessere del bestiame dell’Unione Europea non vengano minacciati da “scappatoie senza senso”, ha spiegato Kikou. Ma anche perché la richiesta di standard più elevati non dovrebbe penalizzare gli allevatori europei, vittime della competizione ingiusta, come ad esempio l’importazione più economica di carne prodotta con standard più bassi.
https://twitter.com/Act4AnimalsEU/status/1386700580039581701
L’etichettatura potrebbe anche essere un incentivo per gli allevatori, i pescatori e i produttori, che sono cruciali nell’attuazione del Green Deal e nella missione per migliorare il benessere degli animali.
L’esempio delle fattorie sostenibili in Italia
Più di 40 milioni di tonnellate di carne sono prodotte in Europa ogni anni per il consumo umano. Ne risulta che, per soddisfare la domanda, gli animali pagano un prezzo alto nel sistema. Le condizioni degli allevamenti intesivi rendono il bestiame più incline al contrarre malattie. Almeno il 20% della produzione di animali viene persa a livello globale a causa dello sviluppo di patologie, secondo l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale.
Per risolvere questo e altri problemi, alla fine di maggio 2020 la Commissione Europea aveva approvato la strategia “Farm to Fork”, studiata per trasformare il sistema alimentare europeo rendendolo più sostenibile sotto diversi aspetti e riducendo il suo impatto su Paesi terzi. Questo piano decennale, facente parte dell’European Green Deal, ha come obiettivo guidare la transizione del continente verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso per l’ambiente.
Adottare la strategia dell’Unione Europea “Farm to Fork”
Abbiamo visitato alcuni allevamenti di maiali nell’Italia settentrionale, nei pressi di Milano, Brescia e Cremona, dove vengono attuate pratiche sane, come ha spiegato il capo degli stabilimenti dell’azienda Fumagalli, Pietro Pizzagalli. “Per noi benessere animale significa assicurare che, all’interno dell’ambiente dell’allevamento, l’animale possa esprimere il suo comportamento naturale e l’etologia della sua specie al massimo livello possibile”.
Nell’allevamento Fumagalli, vicino Cremona, i maiali vivono in recinti semi aperti e hanno molto spazio per muoversi. Inoltre, ricevano moltissimo mangime, che porte diversi benefici, come ad esempio la riduzione dello stress. Le condizioni all’interno degli stabilimenti sono monitorate costantemente, inclusa la qualità dell’aria e la temperatura. Questi dati vengono poi resi disponibili in tempo reale sui telefoni degli allevatori.
“Qui, nello specifico, abbiamo installato una unità di controllo, sviluppata da una start-up, che ci permette di monitorare, minuto per minuto, i principali parametri ambientali del benessere animale. Grazie a questo tipo di gestione, abbiamo ridotto in modo significativo l’utilizzo di antibiotici” ha aggiunto Piero.
La catena di benessere animale comincia all’unità di inseminazione. In quella dell’allevamento di maiali di Nerviano, le persone possono accedere solamente indossando delle tute speciali e seguendo regole igieniche severe. Le scrofe vi rimangono per due cicli di gravidanza, con tantissimo spazio a disposizione, ha sottolineato il gestore dell’area, Giorgio Santi.
“A differenza della Convenzione Europea, che stabilisce che la scrofa può rimanere in gabbia per 28 giorni, qui le teniamo solamente per 36 ore (per due cicli di fertilizzazione) e poi la rilasciamo, libera di andare dove vuole” ha spiegato Santi.
Migliori condizioni di riproduzione
Euronews ha altresì visitato un’unità di maternità a Ghedi, vicino Brescia, dopo le porcilaie sono anche più grandi di quelle degli allevamenti standard. Le scrofe hanno tutto ciò di cui hanno bisogno per prepararsi al parto, e i cuccioli hanno delle particolari culle riscaldate dove possono sentirsi protetti. Migliori condizioni di riproduzione migliorano la salute degli animali e la qualità del cibo e riducono il bisogno di medicinali.
Anche i consumatori stanno mostrando una maggiore intenzione a fare scelte in base agli standard di vita applicati dagli allevatori, ha spiegato Arnaldo Santi, direttore del marketing alla Fumagalli. “Oggi i consumatori scelgono un prodotto non solo per la sua bontà. Quella rappresenta solo il 50% dell’attrattiva. Il restante 50% è dato da una serie di valori, come ad esempio l’origine dell’animale, le condizioni in cui vive e la possibilità di avere un sistema completamente tracciabile. È questo a fare la differenza sul mercato” ha dichiarato.
Alcuni Paesi quali la Danimarca hanno già attuato un’etichetta relativa al benessere animale. Entro il 2023, la Commissione Europea presenterà una proposta per ridefinire l’attuale legislazione relativa al benessere animale e per promuovere l’aderenza a tale politica.
Traduzione di Chiara Romano via euronews.com
Immagine di copertina via ilgiornaledelcibo.it