“La notte arriva sempre”: il miraggio del sogno americano nel nuovo romanzo di Willy Vlautin

Tempo di lettura 3 minuti
Le contraddizioni e i miraggi dell’American Dream in “La notte arriva sempre”, il nuovo romanzo di Willy Vlautin edito in Italia da Jimenez.

I personaggi senza pace di Bruce Springsteen (ma che continuano ad avere “fede” nel sogno americano), il pragmatismo struggente cantato da Jonny Cash, le storie cupe narrate da Ian Curtis nei suoi Joy Division, il nichilismo moralista di certe canzoni di Lou Reed e poi, naturalmente, le ambientazioni dei Richmond Fontaine.

In questi elementi, forse, si può racchiudere la potenza narrativa di Willy Vlautin.

Difficilmente si può trovare un legame così forte tra post-punk, alt-rock, musica folk e country e letteratura negli autori contemporanei e Vlautin è un degno rappresentante di questo (non) genere letterario che pesca a piene mani nel torbido e narra storie di perdenti e folli in maniera così limpida da sembrare viva. 

Sulle pagine virtuali di Ghigliottina.info abbiamo parlato diverse volte di Vlautin, del suo romanzo d’esordio, Motel Life (qui la nostra recensione), che narra la storia precaria dei fratelli Jerry Lee e Frank Flannigan; e delle prigioni fisiche, sociali e mentali dei personaggi protagonisti in The Free. Oggi torniamo a parlare di Willy Vlautin in occasione del suo ultimo romanzo La notte arriva sempre.

In questa storia, però, forse più che nei suoi romanzi precedenti, l’ex cantante e autore dei testi dei Richmond Fontaine (oggi con i The Delines), mette al centro un’ossessione che generazioni di italiani – dai baby boomer ai millennial – conoscono bene: la casa.

Quel valore senza tempo e inestimabile del mattone, della proprietà. Quel luogo fisico fatto non solo di calce, mattoni ed elettrodomestici, ma anche di rogito, mutuo, tasso di interesse, rate e preoccupazioni. Quel luogo al contempo però quasi magico dove sentirsi proprietari, padroni e più sicuri perché può rappresentare la certezza e la concretezza in questa vita a tratti effimera.

Ed è così che la trentenne Lynette mette da parte tutte le sue sconfitte passate, le disavventure e la mancanza di amore per il suo sogno, la sua ossessione: comprare la casa in cui vive in affitto con la madre e il fratello e provvedere alla loro stabilità e sicurezza che, tutti e tre, non hanno mai avuto.

Un sogno difficile, quello di Lynette, che dovrà fare i conti con la gentrificazione di Portland, Contea di Multnomah, Oregon. Cittadina dove affondano le radici della protagonista e della sua piccola famiglia.

Lynette dovrà fare i conti con i prezzi degli immobili che salgono a livelli poco accessibili per una famiglia modesta. Nonostante questo, insegue l’obiettivo come un lupo affamato segue la sua preda, ma, a differenza del lupo, Lynette scopre ben presto di essere da sola in questa battuta di caccia e che il suo branco vuole qualcosa di diverso.

Ambientato in una manciata di ore (due giorni e due notti), con i necessari flashback a far capire meglio la condizione della protagonista e della sua famiglia, questo romanzo ci fa toccare con mano tutta l’avidità e l’incoerenza del genere umano. Tra miseria e desiderio, questo libro mette in evidenza anche il coraggio e la determinazione di Lynette, che si spingerà a confrontarsi con personaggi ambigui e a fare i conti con il proprio passato, nella speranza di trovare se stessa ed avere un futuro.

Con questo romanzo Willy Vlautin conferma le sue capacità di autore di storie complesse e con La notte arriva sempre abbiamo l’ulteriore prova di quello che ha detto sui suoi lavori lo scrittore Michele Monina: “il dolore desolante raccontato e cantato è decisamente più affrontabile del dolore desolante vissuto in prima persona”.

 

La notte arriva sempre
Willy Vlautin
Jimenez Edizioni, maggio 2021
Traduzione: Gianluca Testani
PP. 208, € 18

Damiano Sabuzi Giuliani

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