MusicaIn3D: 6 dischi per un’estate italiana
La musica di Punkreas, Coma_Cose, Ministri, Sara Jane Ceccarelli, Giangrande e Cosmo per l’estate 2021.
Questo mese MusicaIn3D raddoppia e propone 6 dischi di artisti italiani che vi faranno compagnia per questa lunga estate di ripresa e resilienza.
Ho pescato sonorità diverse quindi non me ne abbiate se, ascoltati tutti insieme, questi sei lavori non hanno un filo conduttore. Ho cercato più che altro di fotografare alcune eccellenze delle produzioni italiane di questo periodo, mettendo in evidenza la capacità creativa e l’arte di resistere di artisti italiani che hanno patito tanto in questa pandemia.
Sperando che il mix sia gradito e che possa fare da colonna sonora all’estate di molti, si comincia con il nuovo mini disco dei Ministri per passare ad un’inedita veste dei Punkreas, che hanno arrangiato alcuni loro pezzi in chiave acustica. Abbiamo i rappresentanti del new deal dell’it-pop ovvero i Coma_Cose e atmosfere più posate con i nuovi LP (cantati in inglese) di Sara Jane Ceccarelli e Giangrande; per chiudere con Cosmo e la sua estate dell’amore.
Ministri – Cronaca nera e musica leggera
In questo periodo non si fa che parlare del successo planetario (meritato) dei Maneskin che addirittura insediano i posti in classifica dei Metallica e degli U2. Ma, con tutto il rispetto per la giovane band romana, il rock italico ha radici profonde e con Cronaca nera e musica leggera Divi, Federico e Michele ci riportano in sole 4 canzoni (per 13 minuti di musica) a quell’alt rock italiano di inizio millennio dove tutto era ancora possibile.
Fatto di chitarre taglienti, testi abrasivi e ritmi sincopati l’EP dei Ministri ci ricorda che non serve andare a Sanremo o all’Eurovision per (ri)scoprire il rock’n’roll. Una delle migliori band indie/rock ancora in attività che quest’estate tornerà a farvi pogare sotto palco.
Punkreas – Funny Goes Acoustic
Tutt’altro concept nell’ultimo disco dei Punkreas che ormai sono sulla scena punk nostrana da oltre trent’anni. La scorsa estate, in piena pandemia, hanno deciso di reagire alla difficile situazione portando in giro per l’Italia Funny. Un vero e proprio spettacolo in cui hanno unito alle loro canzoni più famose, proposte in una inedita chiave acustica, racconti e aneddoti raccolti in oltre trent’anni di carriera.
Dico la verità, da appassionato del genere ho storto il naso, ma poi ho sentito Funny Goes Acoustic e mi sono ricreduto. Sono sicuro che non molleranno mai il punk e questa svolta acustica è solo una (davvero interessante) parentesi. Un ottimo disco per godersi tutta l’attitudine del punk italiano con sonorità più folk e unplugged.
Coma_Cose – Nostralgia
Quando ho sentito la prima volta Fiamme negli occhi, la canzone che hanno portato a Sanremo 2021, mi son detto “ecco la (mia) canzone dell’estate! Il mio tormentone pop”. Son passati mesi e ancora sono convinto che quella canzone sia la migliore passata su quel palco. Più in generale i Coma_Cose meritano una lode perché hanno saputo interpretare un buon mood pop per nulla banale che può diventare qualcosa di importante e non scontato.
Con Nostralgia il duo milanese cambia pelle e mette da parte il lato urban per sonorità più delicate e melodiche e pop. Sebbene parliamo di un progetto breve (sei tracce più l’outro), in questo disco riescono a sperimentare di più, specie sul cantato, e il test funziona. Le canzoni arrivano dritte e con intensità. Brava e bravo. Continuate così.
Sara Jane Ceccarelli – Milky Way
Dieci brani, nove in inglese e uno in italiano. Dentro Milky Way c’è un po’ di tutto: la musica di Sara Jane Ceccarelli spazia dal jazz alla world music, dal funk al reggae. Inoltre, la band guidata da Ceccarelli, si cimenta in una cover – parliamo di Children’s Song No. 3 ma in Milky Way rinominata da Sara con tanto di testo originale The Silent Choir – di Armando Anthony Corea, un’istituzione nell’ambito del fusion jazz nordamericano. Qualcosa di più di un omaggio a un grande artista venuto a mancare lo scorso febbraio.
Sempre per rimanere in ambito cover, un altro pezzo interessante è Del tempo che passa la felicità di Motta. Qui con testo in inglese e in una chiave melodica davvero interessante.
A parte questi elementi peculiari, l’intero disco è davvero potente: gli strumenti e le loro sfumature sono un’ottima base per la versatilità canora di Sara Jane Ceccarelli. Milky Way è un disco senza tempo, fatto davvero bene e che non stanca mai.
Giangrande – Beehives of Resistance
Altro disco di elevata qualità e grandezza compositiva è il quarto lavoro in studio di Massimo Giangrande. A parte la sorprendente potenza delle liriche, con Beehives of Resistance ci troviamo nel bel mezzo di un sogno psichedelico che dura quasi 40 minuti. Non mettendo da parte la sua passione per Jeff Buckley o Nick Drake, in questo disco Giangrande si fa apprezzare sia come musicista (in pratica suona la maggior parte degli strumenti) sia per la scrittura.
La sua voce mutaforma che cambia di canzone in canzone poi è davvero sorprendente. Un disco complesso ma godibile all’ascolto anche senza necessariamente scavare a fondo delle canzoni.
Cosmo – La terza estate dell’amore
Cosmo ormai non pubblica dischi, ma veri e propri manifesti politici. Questo elemento non è di per sé innovativo, la musica italiana e internazionale è piena di dischi di questo tipo. La peculiarità di Cosmo però è che riesce a rafforzare i suoi messaggi attraverso un genere musicale poliedrico, moderno e innovativo.
Della serie: se fai folk e suoni la chitarra come Joan Baez ci sta che il messaggio politico arrivi chiaro e forte, ma in La terza estate dell’amore parliamo di clubbing, disco, sinth che sposano un cantautorato originale e piuttosto determinato. Sebbene questo disco possa sembrare l’evoluzione naturale di un discorso iniziato con Cosmotronic, io ci vedo qualcosa di più serio e maturo. Marco Jacopo Bianchi ha capito fin troppo bene la potenza comunicativa della sua musica e dei suoi show e ha deciso di sfruttare ogni spazio possibile per fare politica e ottenere un cambiamento.
La musica di Cosmo rimane sempre ballereccia (forse meno che in passato) e divertente, non è richiamo necessario all’impegno ma sicuramente fa riflettere e ti rimane in testa anche per giorni dopo l’ascolto. Il titolo del disco è azzeccatissimo.