Ambiente: un appello per bandire la produzione di plastica dal 2040
Su Science 14 studiosi di Stati Uniti, Ruanda, Australia, Germania, Svizzera, Nuova Zelanda e Finlandia chiedono che dal 2040 venga utilizzata solo plastica riciclata.
Dal 1950 ad oggi, vale a dire negli ultimi 61 anni, è stimato che nel mondo siano state prodotte 8 miliardi di tonnellate di plastica. Decenni dopo, arriviamo al 2019: oltre 360 milioni di tonnellate di plastica vergine sono uscite dalle fabbriche.
Sulla rivista Science è stato pubblicato un appello di 14 scienziati, i quali chiedono un trattato internazionale che vieti dal 2040 l’utilizzo di plastica nuova, ma solo riciclata. Secondo i ricercatori, oltre all’addio alla produzione di plastica vergine, dovrebbe essere promossa a tappeto l’economia circolare, con campagne dedicate alla raccolta della plastica abbandonata nell’ambiente, incentivando sempre più il riciclo di grandi masse di rifiuti.
In this special issue of Science, experts examine a wide range of topics related to plastics and the problems they present, from their distribution in the environment to ways we can rethink them to create a better future.
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— Science Magazine (@ScienceMagazine) July 1, 2021
Anche il COVID-19 ha avuto un ruolo centrale, chiaramente negativo, rappresentato dall’utilizzo della plastica monouso. Infatti, a causa della pandemia, molte persone nel mondo a dare la precedenza alle preoccupazioni igieniche piuttosto che a quelle ecologiche, con risvolti drammatici: purtroppo le abitudini “di riutilizzo”, una volta considerate ecologicamente virtuose, adesso fanno nascere la fobia dei germi. Ed ecco che un processo durato decenni, ci ha fatto scivolare nuovamente nel baratro.
I dati d’altronde, sono eloquenti, per ogni settore. Come riporta La Nuova Ecologia, il 47% dei rifiuti di plastica arriva dagli imballaggi, il 14% dal tessile e il 6% dai trasporti e ben 8 tonnellate all’anno finiscono nei rifiuti.
My first ever podcast appearance!
Jump to 9:45 to hear me talk about the global threat from plastic pollution, published in @ScienceMagazine #OurPlasticsDilemma last week.https://t.co/hGqFUESvIn@hanspeterarp @a_ja77 @CleDiver @AcesSthlmUni https://t.co/qTACtzZYAa
— Matthew MacLeod (@MattMacL) July 11, 2021
Nils Simon, uno degli autori dell’appello, definisce la plastica “onnipresente” e spiega come sia prevalente ovunque, a partire dagli ambienti terrestri fino all’interno del corpo umano, mentre, Jesse Smith, editor senior di Science, spiega che proprio come per la maggior parte della tecnologia, la plastica è stata sviluppata senza pensare troppo ai suoi possibili effetti collaterali ed “è impossibile negarne i lati negativi“.
Nel nostro Paese l’associazione Let’s do It! Italy si batte da sempre per la riduzione della plastica, soprattutto quella monouso: “Non possiamo che concordare con la richiesta di mettere al bando la produzione di nuova plastica“, ha dichiarato al nostro giornale online Vincenzo Capasso, presidente Let’s do It! Italy. “In Europa dovrebbe essere un passaggio ovvio dopo l’approvazione della direttiva Single use plastic, che impone di mettere in commercio solo prodotti biodegradabili e compostabili. Almeno per prodotti come piatti, posate, cannucce, cotton fioc, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti, bevande in polistirolo. In Italia sarebbe auspicabile che fossero approvati i decreti attuativi, altrimenti l’entrata in vigore della direttiva europea non avrà un impatto sostanziale“.
Rigeneriamo il tessile per salvare gli oceani. Il webinar promosso da Let's do It! Italy in occasione della #giornatamondialedeglioceani pic.twitter.com/hNDG8ds8pR
— Let's do it! Italy (@LetsdoitItaly) June 8, 2021
Immagine di copertina via Unsplash