MusicaIn3D: un autunno caldo con la musica di Carmen Consoli, Lorenzo Kruger e Fast Animals and Slow Kids

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Questo mese sono stato travolto, spiazzato, affascinato dalle ultime produzioni di Carmen Consoli, Lorenzo Kruger e Fast Animals and Slow Kids, che hanno tirato fuori tre dischi sorprendenti rompendo le uova nel paniere a chi, nel music business, preferisce quella musica da fast food capace di scalare le classifiche di Spotify ma incapace di rimanere a lungo nei cuori degli ascoltatori.

Dischi, elaborati con cura, cantati in italiano e frutto di ore e ore di sudore e fatica in sala prove.

Siamo ad ottobre 2021 e questa è #MusicaIn3D, la rubrica di Ghigliottina | Un nuovo taglio all’informazione che propone dall’estate 2019, ogni mese, un ascolto lento e ponderato di tre dischi pescati tra le ultime uscite discografiche.

 Carmen Consoli – Volevo Fare La Rockstar


La cantantessa di Catania, classe 1974, è sulla scena musicale italiana da 25 anni ha collezionato 9 dischi in studio, una raccolta e tre album dal vivo.

Sebbene il suo disco di maggior successo sia ancora Confusa e Felice del 1997, nel tempo è riuscita a dare alla musica leggera italiana un tocco di eleganza e raffinatezza che da metà degli anni Novanta ad oggi pochi sono riusciti a eguagliare.

La sua musica e i suoi testi sono sempre ricercati e toccano l’anima nel profondo. Quest’ultimo lavoro, Volevo fare la rockstar , non è da meno, anzi forse mai come prima d’ora è riuscita a mettere in 10 brani tutta la sua capacità di cura dei dettagli e raffinatezza con atmosfere senza tempo. Lontana dalle mode contemporanee, in questo disco gli strumenti a corda (dalle chitarre agli archi ai bassi profondi) occupano ancora un posto di prima piano e gli stili mediterranei si fondono con quelli americani e inglesi del folk.

 

Carmen Consoli continua nella sua direzione “ostinata e contraria” e a differenza di tante e tanti suoi colleghi della stessa generazione non insegue le mode, semmai i sogni.

Siamo nel 2021 in Italia. Scusate se mi permetto di evidenziare questa piccola rivoluzione.

 Lorenzo Kruger – Singolarità

Foto di Francesco Acconcia. Lorenzo Kruger live al Monk 2021

Per capire la musica di Lorenzo Kruger forse dovremmo rispolverare il suo passato e quello dei Nobraino? Dobbiamo tornare indietro nel tempo, agli inizi degli anni Duemila ai concerti al Circolo degli Artisti di Roma? A quelle serate dove un concerto dei Nobraino era un misto tra follia e festa di paese e Kruger sembrava vivesse di improvvisazione da cabaret?

Direi non necessariamente. Anzi no, se non avete vissuto quella scena lasciate perdere.

Oggi Lorenzo Kruger è diverso da quello di dieci anni fa e per far uscire questo disco da solista si è preso tutto il tempo necessario (5 anni) per trovare la sua strada e la sua identità fuori dal formato Nobraino. Ci è riuscito con Singolarità, un album intenso e profondo con atmosfere piene come le nuvole cariche di pioggia d’autunno.

Singolarità è un disco da solista che non ti fa rimpiangere una full band piena di strumenti e sonorità. Chi lo conosce da sempre tenderà sempre a confrontare questo suo lavoro con i dischi dei Nobraino e questo fardello se lo porterà ancora per diversi anni. Ma se tu che leggi questo articolo non hai mai sentito parlare dei Nobraino fatti un favore: non ascoltare nulla dei loro lavori e concentrati su questo dolce esordio di un cantautore che non va assolutamente sottovalutato.

 Fast Animals and Slow Kids – E’ già domani

Immaginate di essere dei ragazzini con la passione per la musica, ma vivete in una cittadina in mezzo a colline, campi coltivati e boschi che porta tutto il peso culturale dei suoi tremila anni di vita. Immaginate di riuscire, un giorno, a mettere insieme gli strumenti giusti, a chiudervi in una sala prove e poi a darci dentro suonano suonando e suonando. Poi arriva l’occasione da non perdere. Un disco d’esordio prodotto da un musicista ben inserito nella scena alt rock italiana e da lì un continuo crescendo di dischi e performance live esplosive. 

Cosa avreste messo nel disco che marca il tempo di dieci anni di attività rocamboleschi e spericolati? Lo chiedo a voi perché non posso neanche minimamente immaginare le pressioni esplicite o latenti che i Fast Animals and Slow Kids hanno avuto per chiudere questo disco.

Un album diverso dai precedenti, ma che contiene la stessa fermezza e passione dei primi lavori. Certo le melodie sono più calme e i testi più maturi ma con È già domani i FASK sono riusciti ad essere all’altezza delle aspettative di chi chiedeva loro di non perdere l’animo introspettivo, punk e dark dei dischi passati e al contempo di fare qualcosa di più adatto al mainstream.

Insomma, Aimone Romizi, Alessandro Guercini, Jacopo Gigliotti e Alessio Mingoli sono diventati grandi ma riuscendo a tenere stretto quello spirito fanciullesco che li ha fatti conoscere in mezza Italia. Con È già domani aggiungono un pezzo importante e per nulla scontato alla loro carriera sperando che continui ad essere per loro (come per noi che li ascoltiamo) ricca di soddisfazioni.

Articolo a cura di Damiano Sabuzi Giuliani

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