La donna invisibile. Traduttrici nel primo Novecento italiano
Il 5 e 6 ottobre l’Università per Stranieri di Siena ha organizzato due giorni di convegno dedicati alle traduttrici dei primi anni dello scorso secolo.
L’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Siena lo scorso 5 e 6 ottobre ha ospitato il convegno “La donna invisibile. Traduttrici nel primo Novecento italiano”. L’evento è stato trasmesso anche in diretta streaming ed è tuttora possibile rivederne le registrazioni sul canale YouTube dell’ateneo.
La questione della visibilità del traduttore è oggetto di continui dibattiti e riflessioni e non è un caso se il ciclo di incontri che il Salone del Libro di Torino ha dedicato al mondo della traduzione si è intitolato “Autore Invisibile”.
Se si parla di traduttrici, per giunta nel contesto di inizio Novecento, allora la questione dell’invisibilità si interseca con quella più ampia dell’offuscamento, dell’occultamento che tante voci e firme femminili subiscono nel campo letterario e editoriale. Questi due giorni di convegno aprono allora una finestra su un importante lavoro di ricomposizione dei tasselli di un mosaico spesso lacunoso.
Nella illuminante sezione introduttiva si è affrontata la questione della visibilità del traduttore e quella dell’autorialità femminile nel contesto del primo Novecento italiano. A seguire, i preziosi contributi, felicemente concatenati e dialoganti fra loro, che rintracciano i percorsi di singole traduttrici e mediatrici di letteratura straniera. Interessantissima è la ricostruzione dei loro percorsi e delle reti contatti e di relazioni fra cui si muovono in qualità di figure ponte tra una letteratura e l’altra.
Mutuando il termine dalla sociologia di Bourdieu, è di “traiettorie” che si parla. Il convegno nasce infatti dal lavoro di studiose e studiosi impegnati nel progetto LTit, dedicato alla letteratura tradotta in Italia, una banca dati che sta riunendo le traduzioni in lingua italiana realizzate nel corso del ventesimo secolo. Seppur consultabile come un catalogo, non si tratta di un mero repertorio perché le informazioni sono fornite in maniera tale da ricostruire il contesto di relazioni attorno a ogni opera e la rete di attori (sia persone sia strutture editoriali) che ha portato all’ingresso e all’esistenza di tale opera nel mondo letterario e editoriale italiano. Le opere, ad esempio, sono corredate di mappe interattive che rendono visibili le connessioni dell’opera con le sue traduzioni e edizioni italiane.
Il riferimento bourdieusiano fa da cornice metodologica al progetto, così come agli interventi del convegno. La ricostruzione dei profili, dai più ai meno sfocati, delle traduttrici e mediatrici studiate le vede evolversi entro sistemi di relazioni, nonché di rapporti di potere, rispetto ai quali operano scelte, elaborano strategie e modalità di azione. Vengono indagate le circostanze del loro ingresso nel mondo editoriale e letterario dell’epoca e, per alcune di loro, dell’oblio che è calato sui loro nomi. Un oblio totale oppure un offuscamento, solitamente dietro il nome di un uomo – spesso il marito.
Gli atti del convegno saranno pubblicati nella collana “Letteratura tradotta in Italia” di Quodlibet.
Sara Concato