“Strappare lungo i bordi” di Zerocalcare: l’amarezza della vita attraverso i sorrisi

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Su Netflix è un grande successo la serie tv animata dell’artista romano.

Non c’è da stupirsi se Strappare lungo i bordi, serie tv animata di Zerocalcare da qualche giorno su Netflix, non ha assolutamente deluso le aspettative: un connubio perfetto di ottima scrittura, ironia e amarezza. La campagna di lancio è stata geniale. Le fermate della metropolitana di Roma sono state tappezzate da cartelloni con i fumetti dell’artista. Chi arrivava alla stazione Termini poteva leggere su un tabellone luminoso:

Ciao, benvenuto a Roma. Se sei un umano preparate a tribolà: il traffico, le corse, quattordici lavori pe pagà l’affitto di una stanza in casa con ventisei fuorisede, alla fine della giornata ti chiedi: ma davero mi madre m’ha messo al mondo pe’ campà così? Non se poteva informà prima?

Ecco cosa ci aspetta guardando Strappare lungo i bordi: risate amare, la dura realtà della vita di tutti i giorni.

Strappare lungo i bordi è la prima serie animata italiana sbarcata su Netflix. Un’animazione che non punta ad un pubblico infantile ma ad un pubblico di adulti più o meno giovani alle prese con l’esistenza.

Ironica, divertente ma, al tempo stesso, tagliente e vera. Zerocalcare mette in scena la vita di una intera generazione e anche più. Parla dritto al cuore e allo stomaco dei ragazzi ormai entrati nel mondo adulto con grandi aspirazioni e ambizioni ma che poi, specialmente nell’incertezza economica e sociale degli ultimi dieci anni, si sono visti rubare il futuro ed ora quel che resta ai trentenni disillusi di oggi sono ricordi e speranze.

Chi lo segue dagli inizi della sua carriera da fumettista, non potrà non aver notato la somiglianza con la sua La profezia dell’armadillo”. Altri invece lo hanno conosciuto durante la prima quarantena del 2020: il suo personaggio negli episodi di Rebibbia Quarantine” ha rallegrato il lockdown di molti.

Ma ora è tutta un’altra cosa. Ora, in Italia e all’estero, si potrà vedere Strappare lungo i bordi ed è l’inizio (speriamo) di una lunga nuova esperienza.

Nei brevi sei episodi della serie (la loro durata è tra i 15 e i 20 minuti) il filo conduttore di tutta la storia è un viaggio da Roma a Biella che Zero, Sarah e il Secco, amici fin dall’infanzia, devono affrontare per un motivo che si scoprirà soltanto nel finale.

Durante il viaggio, grazie a flashback e un groviglio di emozioni, Zero racconta eventi, inconvenienti, occasioni mancate, dubbi, gioie e dolori che hanno segnato la vita dei tre amici e di un’altra protagonista della storia, Alice, amica di Sarah che con Zero avrà sempre un legame tra l’amicizia e l’amore mai confessato.

Toccare i sentimenti, infatti, è il punto forte della narrazione, grazie ai quali riesce a far ridere e riflettere al tempo stesso sui grandi temi della vita.

Uno su tutti: sarebbe cambiato davvero qualcosa se invece di come abbiamo agito in certe occasioni, con certe persone, avessimo avuto il coraggio di aprire gli occhi e agire diversamente?

Zero rappresenta tutte quelle persone che vivono pensando che basterebbe strappare lungo i bordi “la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere ed invece poi ne uscivano solo forme frastagliate”.

Chi accompagnerà Zero attraverso i suoi pensieri è la sua coscienza che ha la forma di un armadillo sempre pronto a giudicarlo. La voce dell’armadillo è l’unica non interpretata direttamente da Zerocalcare stesso ma da Valerio Mastandrea, e il dialogo tra i due rende partecipe lo spettatore del continuo caos interiore del personaggio che vive costantemente sentendo il peso dell’esistenza sulle proprie spalle.

Quando si finisce strappare lungo i bordi bisogna prendersi del tempo per digerire il pugno che arriva dritto allo stomaco per aver appena visto qualcosa di meravigliosamente e terribilmente reale.

Giada Giancaspro

Immagine di copertina via twitter.com/TVTips_official

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