Con il documentario “SIC” il mito di Marco Simoncelli torna a vivere

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Il 28 e il 29 dicembre 2021 è stato proiettato SIC, un documentario che racconta la battaglia per il titolo della 250 di Marco Simoncelli.

Il 28 e il 29 dicembre 2021 è stato proiettato nei cinema italiani il documentario SIC. L’opera narra una particolare parte della vita di Marco Simoncelli, uno dei piloti più amati dal pubblico italiano, morto il 23 ottobre 2011 a causa di un grave incidente durante il GP della Malesia.

Dopo un cappello introduttivo, il periodo posto in evidenza in quest’opera è quello che ha portato il pilota di Coriano al titolo mondiale della classe 250 nel 2008. L’occhio del regista ci porta dentro la vita del pilota grazie alle testimonianze di alcune figure chiave della sua vita come il padre Paolo, l’idolo Valentino Rossi, il rivale di quella cavalcata Alvaro Bautista, il Manager Carlo Pernat e molti altri.

Sono le loro voci che permettono allo spettatore di entrare in contatto con un Marco che sembra essere in platea ma che al contempo prende parte attivamente, grazie a delle interviste, all’opera.

La Romagna, la terra che ha dato i natali al pilota, ne guida le gesta, quel “Dio Bo” che è diventata un’espressione idiomatica associata al pilota è un intercalare nella “terra dei motori. È tanto bamboccione fuori dalla pista quanto aggressivo e determinato dentro. Questa sua peculiarità non sempre viene capita e causa malumori sia a Simoncelli che ai suoi rivali.

In SIC viene evidenziata la frustrazione di un pilota, troppo alto per far andare forte quei bolidi, troppo penalizzato dalla sua stazza per riuscire a coronare un sogno che cova fin da bambino: diventare campione del mondo. Nell’anno della sua consacrazione c’è tutto quello che rende una storia epica. La partenza in salita con un mezzo non ufficiale e con una squadra assembrata da lui puntando, oltre che sulla competenza, sulla lealtà e sull’allegria.

Questo clima con il suo fido scudiero, il papà Paolo, a far da collante, hanno reso un mezzo e un pilota oltre i propri limiti dando il là a un miracolo che si è concretizzato in Malesia. Ma, siccome il destino ama giocare brutti scherzi, proprio lì dove Marco Simoncelli ha coronato il suo sogno iridato tre anni dopo perderà la vita.

Lascia di stucco pensare poi che, in realtà, l’autodromo malese si chiama Sepang International Circuit. Prendendo le iniziali di questo nome si torna al titolo del film ed è come un cerchio che si chiude, la conclusione perfetta di una storia che può finire coi titoli di coda ma che lascia ancora oggi nel cuore degli appassionati un vuoto incolmabile.

Andrea Pulcini

Immagine di copertina via Twitter/RBcasting

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