Romanzo Quirinale: quattordicesima serie, episodio 1

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Il 24 gennaio il Parlamento si riunirà in seduta comune per votare il nuovo Presidente della Repubblica. Ma come funziona l’elezione della più alta carica dello Stato? Chi sono i cosiddetti “grandi elettori”?  Cosa fa il Presidente della Repubblica?

Il 4 gennaio scorso il Presidente della Camera, Roberto Fico, ha convocato, per lunedì 24 gennaio alle ore 15, il Parlamento in seduta comune per l’avvio delle votazioni del nuovo Presidente della Repubblica. Questo rappresenta ufficialmente il primo atto per l’elezione del tredicesimo capo dello Stato italiano.

Ma come funziona l’elezione del Presidente della Repubblica? Chi sono i cosiddetti “grandi elettori”?  Cosa fa il Presidente della Repubblica? In questo articolo proviamo a fare un punto della situazione di quello che in molti hanno ribattezzato “Romanzo Quirinale”.

Le funzioni del Presidente della Repubblica

La nostra Costituzione dedica un capitolo intero e ben 9 articoli al Presidente della Repubblica. L’inquilino del Quirinale svolge un ruolo molto delicato, specie negli ultimi anni, in cui è diventato sempre più un punto di riferimento fondamentale in un momento di grave crisi del sistema partitico.

Di solito in carica sette anni – dico di solito perché può capitare che si dimetta prima (vedi Giorgio Napolitano al secondo mandato) -, sicuramente il suo mandato è più solido di quello del capo del Governo, che tecnicamente dovrebbe occupare lo scranno più alto di Palazzo Chigi per tutta la durata della legislatura (5 anni).

Basti considerare che dal 1948 abbiamo avuto 12 Presidenti della Repubblica (non tredici, perché Napolitano ha fatto un bis), 18 legislature e ben 45 presidenti del Consiglio! Insomma, va da sé che il capo dello Stato sia la colonna portante della nostra democrazia e non solo sulla carta.

Inoltre svolge funzioni delicatissime. Tra i suoi principali compiti ci sono quello di nominare il presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di quest’ultimo, i ministri. A Sergio Mattarella è toccato nominare tre diversi presidenti del Consiglio: Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte (due volte) e Mario Draghi. Ha il potere di promulgare le leggi e quello di sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni. Presiede il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e il Consiglio Supremo di Difesa.

 

Insomma, in un Parlamento con una maggioranza poco chiara e con un un governo di larghe intese (per utilizzare un termine caro alla Prima Repubblica) va da sé che il toto-nomi per il successore di Mattarella stia generando molto interesse tra i partiti, condito da vero e proprio hype in certi casi, ma di questo magari ne parliamo un’altra volta.

Chi elegge il Presidente della Repubblica e chi sono i “grandi elettori”

Come già detto, dall’inizio della Repubblica a oggi gli inquilini del Quirinale sono stati 12 e Giorgio Napolitano è stato l’unico a ottenere un rinnovo del “contratto di affitto” per occupare il palazzo che fu la residenza ufficiale del Re d’Italia. Enrico De Nicola, primo Presidente della Repubblica italiana, è stato eletto dall’Assemblea Costituente.

L’art. 83 della Costituzione prevede che il capo dello Stato debba essere eletto dal Parlamento in seduta comune. Ai deputati e ai senatori si aggiungono tre delegati per ogni regione (ma la Valle D’Aosta ha un solo rappresentante). Quindi per questa elezione in totale sono 1.009 grandi elettori: 630 deputati; 321 senatori inclusi gli attuali sei senatori a vita; e 58 delegati regionali.

Sia il Senato che la Camera contano due elettori in meno: la Camera ha ancora il seggio vacante lasciato libero da Roberto Gualtieri, che ha lasciato Montecitorio per occupare il ruolo di sindaco di Roma, mentre il Senato dovrà fare a meno di Adriano Cairo, che ha dovuto lasciare il seggio a causa di brogli elettorali.

 

Come si elegge il Presidente della Repubblica 

Il capo dello Stato è eletto con voto segreto, e questo è uno dei motivi per cui sentite parlare di franchi tiratori e scoiattoli, e il/la candidato/a deve avere i voti della maggioranza di due terzi degli aventi diritto al voto. Raramente però si è raggiunta questa soglia e solo 2 presidenti finora sono stati eletti con una sola votazione (Francesco Cossiga nel 1985 e Carlo Azeglio Ciampi nel 1999). Dopo i primi tre scrutinii, se ancora non si riesce a eleggere un candidato, diventa sufficiente la maggioranza assoluta, ovvero basta la metà più uno dei votanti. Senza entrare nel dettaglio delle statistiche, solitamente per eleggere il Presidente della Repubblica ci vogliono almeno 4 votazioni. Nella nostra storia repubblicana ci sono stati casi estremi: come nel 1971 quando per eleggere Giovanni Leone ci vollero ebn 23 votazioni… chissà, magari questa elezione passerà alla storia entrando nel guinness dei primati?

Infine, per diventare capo dello Stato basta avere la cittadinanza italiana, aver compiuto i 50 anni d’età e godere dei diritti civili e politici, quindi in Italia abbiamo più o meno 20 milioni di potenziali candidati. Ma chi sono quelli che hanno veramente qualche chance? Magari ne parliamo nella prossima puntata di Romanzo Quirinale.

Damiano Sabuzi Giuliani

Immagine di copertina via quirinale.it

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