Provare a vedere l’intero elefante: Open Arms, la legge del mare

Tempo di lettura 3 minuti
Il film Open Arms – La legge del mare è il racconto del dramma di tantissimi tra bambini, donne e uomini che cercano di salvarsi da guerre e fame attraversando il mare.

La legge del mare dice che la vita va salvata, che non puoi lasciare un naufrago alla deriva, è questo che facciamo noi.

Il regista Marcel Barrena in Open Arms – La legge del mare, attualmente nei cinema italiani, ci presenta una storia senza veli, entrando subito nel vivo del racconto e creando un film che narra la storia vera del più grande soccorso in mare avvenuto nel Mar Mediterraneo. Nella pellicola si vede il grande coraggio dimostrato da Oscar Camps, fondatore di Open Arms interpretato da Eduard Fernández, e dalle persone della Ong nell’affrontare il mare per salvare le persone dai barconi rovesciati al largo della costa greca e quello della necessità di non arrendersi di fronte a una gigantesca crisi umanitaria.

Pur non trattandosi, nella terminologia cinematografica specifica, di un documentario, Open Arms è tratto dalla storia vera della più grande operazione di salvataggio mai tentata al largo della costa dell’isola greca di Lesbo, nel Mediterraneo. Il film funziona, smuove le coscienze, fa balzare dalla sedia, coinvolge il cuore fino alle lacrime. Non per il coraggio, non per la riconoscenza che anche dobbiamo a questi soccorritori, ma soprattutto perché politici e autorità aprano finalmente gli occhi su quello che accade ogni giorno.

C’è un passaggio veloce della pellicola nel quale è racchiuso il nodo cruciale di questa crisi umanitaria e si tratta della scena nella quale Oscar Camps spiega a sua figlia Esther (Anna Castillo) che se l’Europa continua a fare da tramite per la vendita di armi in Siria gli sbarchi non finiranno, così come non finirà la guerra.

In Open Arms viene raccontato anche quanto può essere difficile svolgere questo tipo di soccorso ancora non riconosciuto dalla maggior parte delle autorità e da alcune parti politiche. Il soccorso in mare, forse in assoluto il tipo di soccorso più difficile, mette a dura prova qualunque soccorritore, vecchio lupo di mare o alle prime esperienze, come il film stesso mostra in uno dei suoi fili narrativi che spiega benissimo la difficoltà di questo genere di impresa.

Ma il documentario vuole soprattutto ribadire con forza che non si devono lasciar morire in mare altre persone. Salvare un naufrago alla deriva è un dovere che sta a chiunque abbia capacità e possibilità di salvare quelle vite. Al contrario, lasciar morire in mare un naufrago omettendone il soccorso è da considerarsi un vero e proprio atto di inazione, un reato paragonabile a quello dell’omicidio.

Ci sono scene nelle quali tutto è racchiuso in pochi fotogrammi: l’umanità e la disumanità vis-à-vis, i corpi privi di vita, il dolore della perdita anche quando non conosciamo direttamente la persona che il mare ci restituisce senza vita. Sono momenti nei quali si spezzano anche un po’ le nostre vite. Noi che restiamo a terra e che da terra assistiamo a guerre e crisi umanitarie che invece di diminuire aumentano, per estensione e numero, guerre che non possiamo restare a guardare inermi e che, nel nostro piccolo, dovremmo imparare a fermare.

Maria Laura Canori

Open Arms – La legge del mare
di Marcel Barrena
2021, drammatico
Spagna, Grecia
Distribuito da Adler Entertainment
Durata: 109 minuti

Con: Eduard Fernandez (Oscar Camps), Dani Rovira (Gerard), Melika Foroutan (Rasha), Sergi Lopez (Nico), Anna Castillo (Esther), Alex Manner (Santi Palacios)
Sceneggiatura: Danielle Schleif, Marcel Barrena
Fotografia: Kiko de la Rica
Montaggio: Nacho Ruiz Capillos
Musiche: Arnau Bataller
Produzione: Arcadia Motion, Cados Producciones, Fasten Films, Heretic, Institut Català de les Empreses Culturals, Instituto de la Cinematografía y de los Artes Audiovisuales, Lastor Media, Movistar+, Radio Televisiòn Española, Televisióde Catalunya.

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