Oscar 2022, trionfa “CODA – I segni del cuore”

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Premio alla regia per Jane Campion (“Il potere del cane“), Will Smith miglior attore protagonista.

I premi Oscar 2022 vedono il trionfo di “CODA – I segni del cuore“, pellicola indie della regista inglese Sian Heder presentata alla scorsa edizione del Sundance Film Festival.

La vittoria della prestigiosa statuetta giunge quasi a sorpresa: “CODA” ha infatti sbaragliato la concorrenza di registi pluripremiati quali Steven Spielberg, Paul Thomas Anderson e Guillermo del Toro e, soprattutto, del thriller dalle tinte western “Il potere del cane” di Jane Campion e dell’intimo e autobiografico “Belfast” di Kenneth Branagh, favoriti ai nastri di partenza.

Il riconoscimento del premio Oscar 2022 per il miglior film, tuttavia, può essere definito una sorpresa soltanto a metà, poiché le quotazioni di “CODA” avevano cominciato a salire già da qualche settimana, grazie al trionfo di Troy Kotsur come miglior attore non protagonista ai Critic’s Choice Awards e ai BAFTA – in quest’ultima rassegna il film di Sian Heder è stato premiato anche per la miglior sceneggiatura non originale.

CODA” è acronimo di “Child Of Deaf Adults”, ossia “figliə di una persona sorda“. Si tratta di una commedia drammatica molto gradevole e intensa allo stesso tempo, che narra la vicenda di Ruby (Emilia Jones), una ragazza udente cresciuta in una famiglia di pescatori sordomuti che sogna di diventare una cantante. Un coming of age a lieto fine che si intreccia con storie di emarginazione, che coinvolgono e in certi casi travolgono la famiglia di Ruby e la stessa protagonista. Quest’ultima, infatti, viene considerata “diversa” dai suoi coetanei per via della sua famiglia e anche il rapporto coi suoi cari non si dimostrerà facile.

Il film di Sian Heder, che si è aggiudicato anche il premio per la migliore sceneggiatura non originale, è il remake del film “La famiglia Bélier”, uscito nel 2014. Rispetto al film francese, la regista britannica ha avuto il grosso merito di arruolare un cast di attori sordomuti, tra i quali spiccano Marlee Matlin, prima attrice sordomuta a vincere un Oscar (ottenuto nel 1987 per “Figli di un dio minore”), e il già citato Troy Kotsur, autore di una straordinaria interpretazione che gli è valsa l’Oscar come migliore attore non protagonista.

Certamente immediato, forse un po’ compiacente. Poco importa: “CODA – I segni del cuore” è indubbiamente un film molto compiuto ed emozionante, un piccolo capolavoro del cinema indipendente che ha avuto il merito di portare sul grande schermo una tematica sociale importante.

Il premio Oscar alla regia è andato alla regista neozelandese Jane Campion, strafavorita alla vigilia con il difficile “Il potere del cane, distribuito da Netflix così come l’altro frontrunner “Don’t look up”. Si tratta dell’unica statuetta per il film della Campion, malgrado le 12 candidature e l’ottima interpretazione di Benedict Cumberbatch.

Il premio per il migliore attore protagonista è andato invece a Will Smith, che assieme al presentatore Chris Rock è inoltre stato protagonista del peggior siparietto della cerimonia. Migliore attrice protagonista Jessica Chastain, per la sua interpretazione nel film “Gli occhi di Tammy Faye”, mentre l’ottima Ariana DeBose ha ricevuto il premio come migliore attrice non protagonista per il remake di West Side Story firmato da Spielberg.

Come da previsione, il premio Oscar per il miglior film internazionale è andato a “Drive my car” di Ryusuke Hamaguchi, ormai uno dei più grandi nomi del panorama cinematografico orientale. La pellicola di Hamaguchi, tratta da un racconto di Haruki Murakami e candidata anche nella categoria “miglior film”, è indubbiamente una delle più intense e difficili di quest’edizione. L’elaborazione del lutto, il viaggio metaforico alla ricerca di un’identità, il palcoscenico, le strade di Hiroshima, Zio Vanja. 179 minuti densi di emozioni.

In una categoria sorprendentemente “orfana” di Asghar Farhadi e Pedro Almodóvar, altro film degno di nota è “Flee“, di Jonas Pher Rasmussen – che conferma l’ottimo stato del cinema danese. “Flee” è un piccolo gioiello indie presentato al Sundance Film Festival del 2021, un documentario animato che narra la drammatica storia di un ragazzo afghano in fuga dal suo paese e la difficoltà per l’affermazione dei suoi diritti di genere.

“Flee” aveva ricevuto una candidatura anche per il “Miglior film d’animazione”, dove il film Disney “Encanto” ha vinto il derby con il Pixar “Luca”. Billie Eilish ha invece prevalso su Beyoncé, aggiudicandosi l’Oscar 2022 alla migliore canzone per la sua interpretazione di “No time to die”, dall’omonimo film della saga 007.

Ben 6 le statuette per “Dune“, primo volume della saga fantasy diretta da Denis Villeneuve.

Domenico Spampinato

Immagine di copertina via twitter.com/BrailleInst

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