Scuola, «le disposizioni della congregazione per l’educazione cattolica sono gravi e incompatibili con la laicità dello Stato»
Il commento di Gianmarco Capogna, portavoce nazionale LGBTIQ+ di Possibile, su un documento della Congregazione per l’educazione cattolica.
Il documento della Congregazione per l’educazione cattolica si articola con disposizioni che non possono essere accettate né tollerate in uno Stato laico perché attaccano non solo i principi di non discriminazione ma anche la scuola nel suo insieme per come è stata pensata anche in virtù dei dettami costituzionali.
Che nel 2022 le scuole cattoliche, per lo più paritarie e che accedono a oltre 500 milioni di euro l’anno di finanziamenti pubblici, impongano obblighi morali ed etici rendendo docenti e altri dipendenti valutabili e punibili anche con il licenziamento, è un qualcosa su cui non si può restare in silenzio.
Nel nostro Paese le tutele contro le discriminazioni sono già esigue ma questo non può determinare che sia calpestato il principio dell’uguaglianza formale e sostanziale sancito all’articolo 3 della Costituzione. Tanto meno la libertà dell’insegnamento, tutelata all’articolo 33 quello stesso che vieterebbe che le scuole paritarie siano un onere per lo Stato.
Ora, di fronte alle disposizioni della Congregazione, che esprime una linea ufficiale del Vaticano, serve senza alcun dubbio un intervento del Governo e del Parlamento per ristabilire la centralità del diritto italiano e delle norme di uguaglianza e non discriminazione che non possono essere in alcun modo aggirate, specialmente se si tratta di Enti privati finanziati con soldi pubblici. Anzi, questa è la giusta occasione per ribadire che la Scuola deve essere pubblica, laica, aperta e costituzionale e che in tal senso i fondi dovrebbero essere messi a disposizione della modernizzazione e del rafforzamento del sistema statale evitando i finanziamenti alle scuole paritarie cattoliche. Tutto questo anche nell’ottica di non delegare più la funzione educativa: questa va anzi rimessa al centro di una progettualità governativa come priorità per il contrasto, anche, alle disuguaglianze sociali.
Ci troviamo di fronte all’ennesimo attacco degli ambienti vaticani alle persone LGBTIQ+ che testimonia ulteriormente la mera volontà retrograda e conservatrice di cancellare l’esistenza di queste persone, non riconoscendone diritti – civili e sociali – e dignità.
Dice bene il Segretario Generale di Arcigay, Gabriele Piazzoni, che sottolinea come questa decisione sia un principio anti educativo che tende ad alimentare l’odio omolesbobitransfobico nella società. Un fatto grave, che va denunciato, e bloccato, nel rispetto della dignità di ogni cittadina e cittadino.
di Gianmarco Capogna, portavoce nazionale LGBTIQ+ di Possibile
Immagine di copertina via lacnews24.it