Barcellona e Mashhad, le due facce della medaglia nella lotta alla parità di genere

Tempo di lettura 2 minuti
Barcellona e Mashhad, due città unite dal fatto che entrambe hanno mandato un segnale sulla parità di genere.

Da una parte, lo spettacolo offerto dai 91.553 spettatori del Camp Nou per la semifinale di ritorno di Champions League femminile tra Barcellona e Real Madrid, dall’altra le 2.000 donne che in Iran, seppur con regolare biglietto, sono state allontanate a Mashhad dallo stadio mentre cercavano di assistere a un match tra la Nazionale di casa e il Libano.

Sono queste le due facce della medaglia di un mondo, quello femminile, che sta cercando di affermarsi. Il mondo sta cambiando e sta cercando di limare, allo scopo di eliminarle definitivamente, ogni tipo di distinzione che non sia solo meramente fisionomica tra uomini e donne.

In questo senso quel “More Than Empowerment” che sulla tribuna dello stadio catalano capeggiava sotto forma di coreografia era un messaggio forte e chiaro.

Da Barcellona e da Mashhad sono partiti due messaggi diametralmente opposti. Dalla Catalogna è partito un messaggio atto a evidenziare la crescente volontà di un mondo (quello del calcio femminile) di affermarsi nel vecchio continente con la stessa forza che negli USA ha portato all’abbattimento di ogni tipo di barriera salariale tra i calciatori e le calciatrici. La città iraniana evidenzia i passi indietro compiuti da questo stato asiatico, il ritorno al passato compiuto a livello governativo. Sembra lontano anni quanto successo nel 2019, ovvero il fatto che a oltre 40 anni di distanza dall’ultima volta era stato consentito a delle donne di assistere a una partita di calcio.

Va dato merito alla costanza, alla forza che generazioni di donne hanno avuto nell’andare contro facili preconcetti e affermarsi come calciatrici dando una nuova dignità a questa definizione. Ma non solo la loro, anche quella delle donne che sono costrette quotidianamente a lottare contro ogni forma di discriminazione e pregiudizio.

Questo coraggio, questa caparbietà e questa voglia di lottare sono state “spazzate via” dal vile gesto del governo iraniano. La strada per la parità di genere è lunga e piena d’ostacoli, l’importante è che mai si spenga l’attenzione su queste tematiche e che si continui a lavorare per far sì che si parli delle persone senza dover specificare il genere d’appartenenza.

Andrea Pulcini

Immagine di copertina via facebook.com/asianewsen

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