A Roma arriva il Baba Jaga Fest, storie e disegni dall’Europa Orientale
Da oggi a domenica 10 aprile Industrie Fluviali ospita la prima edizione del Baba Jaga Fest, manifestazione sul fumetto dell’Est Europa e sul rapporto artistico e culturale con l’Italia. Ne parlano Alessio Trabacchini, direttore artistico insieme a Serena Dovì, e Gabriele Scorzoni, team Industrie Fluviali.
Il legame tra il nostro paese e l’Europa Orientale, soprattutto negli ultimi 30 anni, è diventato sempre più forte. Il Baba Jaga Fest come si inserisce in questo percorso che dall’Italia cammina verso Est e viceversa?
Gabriele Scorzoni, team Industrie Fluviali: “L’esperienza del festival dimostra ancora una volta che i legami e i punti di contatto fra popolazioni diverse sono assai più profondi di quanto spesso non raccontiamo. I linguaggi artistici e il bisogno di narrare storie sono elementi che ci uniscono a prescindere dal contesto sociale o politico in cui si sviluppano, e dalle espressioni di altre culture impariamo di più sulla nostra. Nel caso specifico di Italia ed Europa dell’est, la prossimità è tale che ciò diventa estremamente più evidente“.
Durante il festival si potrà scoprire l’avanguardia del fumetto dell’Europa orientale e allo stesso tempo sarà celebrato il lavoro di giovani fumettisti italiani che lo racconto, l’Est Europa. In un periodo tragico come quello che stiamo vivendo la cultura, quindi l’arte attraverso il fumetto, diventa ancora più importante?
Alessio Trabacchini – Direttore Artistico Baba Jaga Fest insieme a Serena Dovì: “Il fumetto, e in generale il disegno narrativo, è uno strumento molto duttile, e la guerra contro l’Ucraina è probabilmente la più disegnata della Storia. Sarebbe fuori luogo, in questo momento farci però illusioni sul potere delle immagini e delle parole. L’arte e la cultura non fermano la guerra, ma se vengono condivise possono, nel tempo, contribuire a costruire la pace. Al Baba Jaga abbiamo un focus speciale sulla scena dei Paesi baltici, più vicini di noi, per ragioni storiche e geografiche, a questa guerra. Ascoltarli e vedere il loro lavoro è un occasione che non dovremmo perdere. Con questa prima edizione abbiamo solo sfiorato la ricchezza e la varietà della tradizione visiva dell’Europa orientale, ma vuole essere un passo verso una più profonda conoscenza e comprensione degli europei dell’est, con cui saremo sempre di più mescolati, per fortuna. ‘Scoprire’ l’est, anche attraverso il fumetto non è solo bello e arricchente, ma anche necessario“.
Intervista a cura di Graziano Rossi