“La lista degli stronzi”: il futuro distopico dell’America secondo John Niven

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Un thriller adrenalinico e paradossalmente esilarante che mette in guardia su quello che può accadere quando i valori democratici non vengono adeguatamente difesi.

Quando nel 2020 uscì La lista degli stronzi (Einaudi), John Niven non poteva immaginare che nel giro di due anni la storica sentenza della Corte Suprema americana Roe contro Wade, che legalizzò l’aborto negli Stati Uniti, sarebbe stata annullata per davvero.

John Niven con “La lista degli stronzi” – tradotto in italiano da Marco Rossari – ci porta in un futuro distopico e familiare, disturbante e grottesco. L’America del 2026.

Ivanka Trump è la presidente degli Stati Uniti. Suo padre è osannato in tutti gli stati, il razzismo e la xenofobia sono alle stelle, l’intolleranza è un veleno disciolto nell’aria e c’è una cappa di conservatorismo asfissiante come un sudario.

Durante il secondo mandato di Donald Trump, l’America ha dichiarato guerra all’Iran e alla Corea del Nord, vincendo su entrambi i fronti. Truppe e carri armati sono ora stanziati nella Repubblica Islamica mentre la ricostruzione stenta a partire in Corea del Nord.

Grazie all’interpretazione estensiva voluta dal presidente Trump, il secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, quello che sancisce il diritto di dotarsi di un’arma per la difesa personale, consente a chiunque di dotarsi di un arsenale senza avere il porto d’armi.

L’aborto è illegale in tutti gli Stati.

Sono un centinaio lungo il confine meridionale americano i campi di detezione per chi viene scoperto ad entrare illegalmente nel Paese. I fanatici razzisti sono autorizzati a chiamare l’Immigrazione per segnalare sospetti irregolari privi di permesso di soggiorno.

Con l’approvazione dell’Extreme Patriot Act è illegale fare video ai poliziotti in servizio. Finita l’era dei video virali di agenti che picchiano selvaggiamente, manganellano e spesso uccidono dei sospetti o chiunque altro non gli vada a genio.

In questo paesaggio desolante, John Niven ci porta nella vita del sessantenne Frank Brill.

Ex direttore di un quotidiano, ex giocatore di golf, ex marito di tre donne e padre di due figli. Due ex mogli non ci sono più e anche i figli sono morti. Adam, il minore, muore insieme alla madre e ultima moglie di Frank durante una sparatoria nella sua scuola elementare. Olivia, la più grande, muore nel sonno per colpa di un’emorragia provocata da un aborto clandestino.

Solo al mondo e malato terminale di cancro, con un’aspettativa di vita di massimo sei mesi, Frank non ha nulla da perdere. Invece di godersi il sole della Florida, Frank decide di fare i conti con tutti gli stronzi che hanno reso la su vita un inferno di solitudine e di eliminarli uno a uno.

Cinque persone. Cinque bersagli. Privato e politico. Dall’uomo qualunque al dio dei repubblicani, l’ex presidente Donald Trump.

John Niven ne “La lista degli stronzi” costruisce una satira politica e sociale potente per svegliare gli elettori, i cittadini, ciascuno di noi, detentori di doveri, oltre che di diritti. Doveri che spesso pigramente disattendiamo.

Nel suo piccolo anche lui aveva qualche responsabilità in tutto questo, così come una termite microscopica aveva parte di colpa se alla fine la casa crollava. […] Non aveva mai preso posizioni nette in tutta la sua vita”.

Il rammarico e l’incredulità di Frank sono comuni a chi si autoassolve convincendosi che le scelte, le azioni di un solo uomo non possano fare davvero la differenza. Le cose si sistemeranno da sole, non potranno mai andare davvero così male sono il pensiero magico sotteso.

Chiuse gli occhi e si rivide nella cabina elettorale quel giorno di novembre, dieci anni prima, a votare per Trump. Per cui non aveva paura di morire. Gli sembrava di meritarselo”.

Ora Frank con la sua lista può provare a rimediare.

“La lista degli stronzi” è un libro interessante, avvincente, che non riuscirete a mettere da parte prima di aver letto l’ultima pagina.

Giusy Andreano

 

La lista degli stronzi
John Niven
Traduzione Marco Rossari
Einaudi  – Stile Libero BIG
pp. 240

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