Verso il voto del 25 settembre: i programmi e i candidati
Dopo aver parlato della legge elettorale nel precedente articolo dedicato alle elezioni del 25 settembre, in questo articolo parliamo dei programmi e delle liste dei candidati proposte dai partiti.
Mancano poco più di 15 giorni al voto per il nuovo Parlamento e la campagna elettorale si sta facendo via via più accesa e senza esclusioni di colpi. Ma, se proviamo ad azzerare il rumore di fondo prodotto dai tweet e dai video su Tik Tok dei leader politici, ci rimangono due strumenti per formarsi e informarsi su chi votare: i programmi elettorali, ovvero le idee e le proposte dei partiti per il governo del paese, e le liste dei candidati, ovvero i nomi dei potenziali futuri rappresentanti parlamentari.
Le squadre in gioco e i giocatori
Nelle settimane scorse abbiamo visto numerosi partiti o aspiranti tali impegnati nella campagna elettorale e nella raccolta firme. Questo perché la soglia minima per poter presentare la lista di candidati è di 36 mila firme e per potersi presentare su tutto il territorio elettorale (sia alla Camera sia al Senato) ci vogliono circa 73.500 firme.
Quindi se un partito o un movimento voleva partecipare realmente alla corsa elettorale avrebbe dovuto raccogliere, in tempo record, un determinato numero di firme in tutte le circoscrizioni elettorali.
Non tutti i partiti che si candideranno hanno dovuto battere le piazze d’Italia con i banchetti per la raccolta firme. Il cosiddetto “Decreto Elezioni” dello scorso maggio, infatti, ha previsto delle esenzioni: “i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021” possono presentare le liste senza raccogliere le firme.
Senza andare nel dettaglio di quanti non ce l’hanno fatta, ecco i partiti e le coalizioni che troveremo sulle schede elettorali in quasi tutte le circoscrizioni.
Nella coalizione del centro-sinistra: Partito Democratico; Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, Impegno Civico Luigi Di Maio e +Europa. Nella coalizione del centro-destra: Forza Italia, Fratelli D’Italia Con Giorgia Meloni, Lega Per Salvini Premier, Noi Moderati. Poi c’è il cosiddetto “Terzo Polo” che nasce dall’unione delle liste di Azione e Italia Viva. Infine abbiamo il Movimento 5 Stelle, Unione Popolare Con De Magistris e Italexit Per L’Italia.
Però, c’è un però.
Non tutte le circoscrizioni e quindi non tutte le schede elettorali avranno gli stessi simboli sulla scheda, proprio perché il sistema della raccolta firme di cui sopra è su base territoriale. Ad esempio gli elettori del Molise non troveranno la lista Italexit e quelli delle Marche troveranno la lista del movimento Vita in quasi tutte le circoscrizioni ma non lo troveranno gli elettori pugliesi.
Il metodo più sicuro per capire esattamente quali simboli e quali candidati saranno presenti in tutte le circoscrizioni (e quindi in quella di appartenenza) è cercare nella sezione on line del sito del Ministero dell’Interno dedicato esclusivamente alle elezioni politiche del 2022. Qui troverete le liste, con i nomi dei candidati, del plurinominale, quelle dell’uninominale e quelle “estero”, tutte divise per Camera e Senato. Le liste sul sito del Ministero sono quelle più sicure perché sono quelle che certamente non contengono errori perché certificate dal ministero stesso; un’altra piattaforma abbastanza affidabile è quella sviluppata dal Gruppo Gedi, che permette la ricerca per ogni singolo comune d’Italia.
Il sistema elettorale e la differenza tra uninominale e plurinominale lo abbiamo spiegato un mese fa nell’articolo “Verso il voto del 25 settembre: guida alla legge elettorale“.
I programmi
Non c’è squadra senza un progetto e una parte fondamentale di un progetto politico è il programma. In tutte le tornate elettorali non c’è un format unico di programma, quindi i partiti o movimenti politici non hanno nessun vincolo “editoriale” nella scrittura e realizzazione del programma. L’unico vincolo è il “deposito, presso il Ministero dell’Interno, del programma elettorale del partito o gruppo politico” così come previsto nelle “Istruzioni per la presentazione e l’ammissione delle candidature“.
La non uniformità di linguaggio o di temi non aiuta di certo gli elettori. Ad esempio, se andiamo a leggere i programmi di tutti quei partiti che, sondaggi alla mano al 5 settembre, hanno chance di finire in parlamento (quindi di superare la soglia del 3%) abbiamo le 70 pagine del programma di Azione e Italia Viva (che hanno presentato un programma unico) pieno di dettagli e approfondimenti oppure le 13 slide del programma del Movimento 5 Stelle.
La coalizione di centrodestra, invece, ha presentato un programma unitario (ma non essendo stato depositato ufficialmente al Ministero dell’Interno, questo rimane dunque una sorta di programma “ufficioso”) ma al tempo stesso i 4 partiti della coalizione Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati hanno presentato programmi autonomi con argomenti e approfondimenti spesso diversi.
La coalizione di centrosinistra ha scelto una strada differente, senza programma unitario. Il Partito Democratico ha scritto un programma diviso in tre parti più una parte di approfondimenti in allegato. Sinistra Italiana e Verdi hanno scelto di pubblicare sul loro sito un unico testo (non scaricabile in PDF ma leggibile solo on line) diviso in 16 capitoli. Sempre in questa coalizione troviamo il programma di +Europa: il partito della Bonino inizialmente aveva scritto un programma di governo insieme ad Azione, ma poi il partito di Calenda è uscito dalla coalizione e quindi il 23 agosto +Europa ha presentato un programma autonomo.
Infine – rispettando il principio dei sondaggi che danno Italexit superare le soglie del 3% – il movimento politico guidato da Paragone ha presentato un programma di 20 pagine che certamente si distingue per avere l’indice dei contenuti più originale.
Ora, se cliccate sui collegamenti presenti nel testo sopra vi si aprirà una pagina che riporta ai siti e ai programmi dei partiti e movimenti citati. Ma come fare per leggere tutti i programmi che sono stati presentati (anche di quei partiti che non supereranno mai la soglia del 3% o addirittura di quelli che non sono riusciti a raccogliere le firme)?
Anche in questo caso ci viene in aiuto il sito del Ministero dell’Interno dove sono pubblicati tutti i programmi come prevede la legge.
Ricapitolando: sulla pagina del Ministero è possibile trovare i “contrassegni, con i relativi mandati al deposito, gli statuti o le dichiarazioni di trasparenza e i programmi dei partiti, movimenti o gruppi politici organizzati”.
Andando a vedere i dettagli abbiamo però riscontrato che:
- il 75% dei programmi consegnati da partiti, movimenti o gruppi politici al Ministero dell’Interno non ha un testo leggibile, responsabilità di chi consegna ma anche di chi riceve e dovrebbe pretendere documenti senza alcuna barriera, garantendo l’accessibilità, nel rispetto dei diritti di cittadinanza digitali;
- alcuni dei programmi pubblicati sul sito del Ministero sono già vecchi e abbondantemente superati. Un esempio per tutti quello del partito “LEGA PER SALVINI PREMIER”: il file sul sito del Ministero è composto da circa 15 pagine, quello pubblicato sul sito del partito è di circa 200. Sicuramente questa difformità non è “fuori legge” ma il Ministero dovrebbe richiedere di ricevere nel tempo anche gli aggiornamenti dei documenti, archiviando le varie versioni. Altrimenti è una trasparenza (per i programmi) inefficace e troppo formale.
Sarebbe utile se non necessario rivedere le norme relative all’invio dei programmi al Ministero che potrebbe creare non soltanto un unico punto d’accesso con l’elenco di tutti programmi, ma uno spazio dove permettere la ricerca testuale di parole chiave in tutti i testi presentati (un motore di ricerca dei programmi politici), o la possibilità di condividere porzioni di testo correlate alla fonte ministeriale (un embedding alla YouTube, ma di testo).
Noi – per il momento – abbiamo comunque scaricato tutti i programmi disponibili per leggerne alcune delle caratteristiche intrinseche (il rispetto dell’accessibilità, il formato, il numero di pagine, etc.) e sviluppato un nostro motore di ricerca che trovate cliccando il link qui sotto:
Motore di ricerca dei programmi 🔍
Su questo motore è possibile fare ricerche testuali sui file dei programmi caricati sul sito del Ministero dell’Interno e su quelli dei partiti.
Basterà aggiungere del testo al campo di ricerca presente. Ad esempio:
- crisi energetica (come nell’immagine di sotto) troverà tutti i documenti in cui le due parole sono entrambe presenti, una dopo l’altra. È importante in questo caso l’uso delle virgolette ” in cui racchiudere le due parole;
- scuola AND inclusione, per tutti i programmi in cui sono presenti sia la parola scuola, siainclusione. Qui c’è da fare attenzione al maiuscolo di AND;
- “scuola inclusione”~10, per avere tutti i documenti in cui la parola scuola e la parola inclusione non distano tra loro più di 10 parole. È il carattere ~ seguito da 10, dopo le due parole tra “, che imposta la distanza in parole;
- è possibile fare ricerche anche nei programmi presenti sui siti dei partiti, aggiungendo il tag “No Ministero”, ad esempio cercando la parola “mafia“.
Si possono fare diversi altri tipi di ricerca, con altri parametri. Qui la 📖documentazione.
Conclusioni: la vittoria del partito degli astenuti, gli indecisi e chi non viene messo nelle condizioni di poter votare
È abbastanza evidente che i partiti in questa campagna elettorale si siano dovuti organizzare in fretta e furia dopo l’inaspettata crisi di Governo e quindi il ricorso ad elezioni anticipate. Questo però non deve essere una giustificazione per essere complici dell’entropia di questi giorni.
Ad un’analisi attenta si può riscontrare che più che diffondere chiarezza e tranquillità, i partiti e i loro leader stiano giocando a confondere l’elettorato e a scoraggiare gli indecisi. In un sondaggio di Quorum/Youtrend per SkyTg24 diffuso il 5 settembre la quota degli indecisi e astenuti è salita al 42% (il 28 agosto la percentuale era al 38%) e questo è un chiaro sintomo della distanza della classe politica dai cittadini e dalle cittadine.
Inoltre segnaliamo che nulla è stato fatto per mettere i cosiddetti “elettori fuori sede” in condizioni di poter votare. Come spiega l’associazione The Good Lobby che da mesi si batte per il diritto al voto dei fuori sede “Secondo l’ISTAT, nel nostro Paese si stima che siano circa 4.9 milioni le persone alle quali viene sistematicamente preclusa la possibilità di esercitare il diritto di voto. Si tratta soprattutto di giovani tra i 18 e i 35 anni che si spostano per motivi di studio o alla ricerca del primo impiego. Moltissimi di loro provengono dalle regioni del Sud, dalle quali sono costretti a emigrare verso il Nord Italia a causa delle scarse opportunità offerte nei loro territori.” Nonostante le evidenze nulla è stato fatto.
Speriamo di sbagliarci ma le elezioni politiche italiane rischiano di passare alla storia come quelle elezioni che hanno segnato un solco invalicabile tra i partiti politici, i gruppi di potere e le esigenze di cittadini e cittadine.
di Damiano Sabuzi Giuliani e Andrea Borruso (Associazione OnData)
Immagine di copertina via Unsplash