La meravigliosa Italvolley maschile sul tetto del mondo dopo 24 anni
L’impresa degli Azzurri di Fefè De Giorgi è straordinaria: battute in fila Francia campione olimpica, Slovenia vicecampione europea e Polonia bi-campione del mondo uscente.
L’ultima palla di questo mondiale descrive meglio di ogni parola lo spirito di questo gruppo. La gioia irrefrenabile che ha accompagnato la conquista dell’alloro iridato è un segno tangibile della giovinezza dei nostri ragazzi.
A Katowice l’Italia ha scritto la storia. Perché giocare in un palazzetto gremito e che sosteneva a gran voce i padroni di casa nonché campioni in carica della Polonia non è facile, ma gli Azzurri ce l’hanno fatta e con questa affermazione hanno dato un senso al loro percorso fatto in questa manifestazione.
Perché, fin dalla fase a gironi, gli azzurri hanno messo in mostra le loro qualità ma anche qualche errore di troppo. Le défaillance, che, di volta in volta si manifestavano, diventavano elementi su cui il CT Ferdinando De Giorgi ed il suo staff doveva lavorare per rendere questa squadra in grado di giocare alla pari con chiunque.
La gara che ha mostrato al mondo la bontà di questo progetto tecnico è senza ombra di dubbio il quarto di finale con la Francia. I campioni olimpici in carica sono stati in partita più per gli errori del sestetto azzurro che per i loro meriti. Lo step successivo, quello che li vedeva fronteggiare la Slovenia assomigliava ad una Sliding Doors, visto che contro questa squadra 12 mesi fa questo gruppo di ragazzi poneva la prima pietra di questo successo vincendo gli Europei, sempre in Polonia, sempre a Katowice.
Poi, c’è stata la finale. Contro, in panchina uno dei mostri sacri di questo sport, Nikola Grbic. Dall’altra parte della rete, campioni del calibro di Kurek, Sliwka e Semeniuk. Anche in questo caso un primo set vissuto alla grande e perso (22-25) per colpa di alcuni errori di troppo e sprecando un sostanzioso vantaggio. Ma dal secondo in poi, anche grazie ad un De Giorgi bravo a richiamare i suoi con dei time out ad hoc, è partita una strabiliante rimonta culminata col 3-1 finale e tre set consecutivi conquistati rispettivamente 25-21, 25-18 e 25-20.
Brilla questa Nazionale e lo fa nonostante un’età madia bassissima (24 anni) e la presenza in rosa di 12 esordienti su 14 convocati. Immediato il paragone con una storica nazionale maschile di pallavolo quella della Generazione dei fenomeni di cui vi abbiamo parlato qualche tempo fa e che in un certo senso ha “accompagnato” questa squadra, visto che la Francia affrontata nella fase ad eliminazione diretta è guidata in panchina da Andrea Giani. Poi Andrea Lucchetta e Andrea Zorzi, che hanno vissuto l’esperienza mondiale come commentatori risultando con la loro esperienza “di campo” un plusvalore per i telespettatori, per non parlare di De Giorgi, palleggiatore di quella squadra meravigliosa, oggi guida e faro di questa nuova generazione di talenti dalla panchina.
Questo però è il successo che ha consacrato molti giocatori conosciuti solo da chi, frequenta e vive la Superlega italiana, il campionato di volley più importante al mondo. Meritano tutti una menzione speciale perché ogni giocatore ha dato il suo contributo al successo. Si parte con Yuri Romanò, uno dei segreti di questo successo, appena 28 presenze nel massimo torneo italiano ma ben 33 in Nazionale. Proseguiamo con Riccardo Sbertoli e Giulio Pinali, buoni rincalzi utili sia in battuta che in ricezione, Simone Anzani, l’uomo candidato a murare le folate offensive degli avversari. Roberto Russo, abile nel subentrare nei momenti caldi dei match e a far sentire la sua presenza, Daniele Lavia, martello inesauribile, e poi ancora Leandro Mosca, Leonardo Scanferla, Mattia Bottolo, Francesco Recine.
Infine, i giocatori che hanno impresso il loro timbro con classe, testa e doti tecniche: Fabio Balaso, miglior libero del mondiale, un corpo nato per calamitare e ripulire palloni, “El muchacho que ataca bien” come lo ha scherzosamente definito il tecnico di Cuba; lo schiacciatore Alessandro Michieletto, che a 21 anni non ancora compiuti ha già vinto mondiale professionisti, mondiale Under 19 e mondiale Under 21; Gianluca Galassi, premiato come miglior centrale del torneo, e poi il capitano dell’Italia, il palleggiatore che in finale ha messo in mostra anche le sue doti in attacco, Simone Giannelli, eletto MVP e miglior palleggiatore (per la seconda volta consecutiva) dei mondiali.
Questi i giocatori che a distanza di 24 anni, dopo il meraviglioso trittico d’oro 1990-1994-1998, hanno permesso al popolo del volley azzurro di gridare per ben 4 volte una parola dolce e ricca di soddisfazione: CAMPIONI DEL MONDO.
Andrea Pulcini