La scrittrice nicaraguense Gioconda Belli ha parlato della situazione politica nel suo paese
“Mi auguro con tutto il cuore che Petro rifletta bene su cosa sta facendo con il Nicaragua”.
La settantatreenne scrittrice nicaraguense Gioconda Belli ha parlato al programma Contrarreloj di W Radio* del suo nuovo libro “Luciérnaga”, sua seconda e ultima opera di saggistica**. Una raccolta di suoi testi, in cui ha potuto riunire lettere e articoli scritti a partire dagli anni ‘90, su ciò che è accaduto nel Fronte Sandinista.
“La prima parte del libro mi è sembrata interessante perché si comprende più o meno ciò che sta accadendo ora. Si vede come Daniel Ortega abbia nel tempo manipolato le cose per mantenere la sua posizione usurpando il lavoro che tutti abbiamo fatto nel fare quella rivoluzione”, ha commentato la scrittrice riferendosi al tema centrale della sua nuova opera letteraria.
La decisione di andarsene dal suo paese di origine è dovuta all’inasprirsi a partire dal 2018 della repressione del regime. “Quando sono state programmate le elezioni generali per novembre 2021, questo ha segnato un punto di svolta per il regime. Credo che si siano resi conto che la gente non sarebbe andata a votare per loro”, a causa della forte repressione e dell’opposizione popolare, in aggiunta alle rivolte del 2018.
Da giugno 2021, i candidati alle elezioni sono stati arrestati, “hanno iniziato ad arrestare le persone che avevano più possibilità nella competizione elettorale”, ha affermato, e l’ha definita una “cosa insolita”. Gioconda si trovava negli Stati Uniti da sua figlia e, venuta a sapere ciò che accadeva in Nicaragua, non ha avuto dubbi nell’andarsene dal paese governato da Daniel Ortega. “Ero tra le persone che sarebbero state arrestate avendo sempre criticato le misure arbitrarie e ingiuste del regime cui assistevo”, ha commentato.
Al momento, la repressione del regime ha dato vita a uno stato di “paralisi della cittadinanza” rispetto alla quale assicura: “Hanno tutti molta paura (…) in questo momento hanno il sostegno dell’Esercito e della Polizia”, riferendosi a chi governa, che non conta sul sostegno popolare.
“Spero con tutto il mio cuore che Petro rifletta bene su cosa sta facendo con il Nicaragua” e suggerisce alla Colombia e al Ministero degli Affari Esteri di non fidarsi e di non credere di poter ottenere qualcosa con Daniel Ortega. La nicaraguense, infine, spera che la sinistra latinoamericana non cada in errore.
Traduzione di Valentina Cicinelli via wradio.com.co
*rete radio colombiana
**al momento inedita in Italia
Immagine di copertina via Wikimedia