Mario Desiati e i suoi Spatriati: andare altrove per trovare sé stessi
Chi sono gli Spatriati? Gli irregolari, i senza meta, gli interrotti o, come dice Desiati, i liberati. Un romanzo potente sul coraggio di andare, allontanarsi, perdersi. Per riuscire a conoscersi, a trovare sé stessi e i legami che ci avvicinano ai luoghi e alle persone.
Spatriati è il romanzo di Mario Desiati pubblicato con Einaudi ad aprile 2021 e vincitore del Premio Strega 2022.
Ma chi sono gli Spatriati? A Martina Franca, Francesco Veleno dice che da quelle parti si chiamano gli incerti, gli inclassificabili, i balordi. Ma anche gli irregolari, i senza meta, gli interrotti, i liberati.
È quello che sono anche Claudia Fanelli e Francesco Veleno. Due fronti opposti, ma tremendamente legati.
Claudia è stravagante e solitaria, amante dei libri che ritiene salvifici. Determinata a vivere la vita a cui aspira, a Martina Franca si sente stretta. Una senza radici che decide di provare la vita al di fuori della provincia: prima Londra, poi Milano, infine Berlino. Per Claudia l’unico modo per “germogliare” è tagliare le radici e partire.
Perché Spatriati significa anche questo: quelli che vanno via.
Francesco invece è riservato, legato alla propria terra. Passerà la vita ad amare Claudia in sottofondo, quasi sul punto di afferrarla senza mai riuscirci davvero. E, in realtà, nemmeno così sicuro della propria sessualità. Una parte di sé che in una città di provincia del sud Italia dovrà sempre tenere nascosta.
Claudia e Francesco cresceranno insieme attraverso tutti i cambiamenti della vita. Uniti in maniera insolita da un tradimento dei rispettivi genitori quando erano bambini: le loro famiglie si rompono, loro invece si uniscono e tempo e chilometri non riusciranno a divere ciò che li tiene legati.
Perché loro, semplicemente, si completano.
Francesco senza Claudia non avrebbe mai trovato il coraggio di emanciparsi dal padre, di evolvere e provare a scoprire sé stesso. Lui che restava a Martina Franca perché la considerava un porto sicuro, un luogo in cui non doveva sentire ansie per il futuro.
Ma un giorno sente che è arrivata anche la sua ora, decide di partire e raggiungere Claudia a Berlino. È nella Berlino della trasgressione che riuscirà a non sentirsi giudicato: proverà per un momento la sensazione di essere libero.
Spatriati è la storia di un’amicizia che dura nel tempo, la storia di quei sentimenti così forti che nulla può spegnere.
Ma non solo. È ricerca costante di sé stessi, è capacità di salvarsi da soli.
Quando tutto quello che senti di dover fare per poter tornare, o addirittura iniziare, a vivere davvero è mettere chilometri dai tuoi affetti, dai luoghi da te conosciuti alla perfezione, fare un salto nel buio senza sapere come andrà a finire. Eppure, prendi fiato, trattieni il respiro, salti.
Desiati in questo romanzo mette in risalto anche altri elementi, dai ritardi e problemi del Sud che tutti conoscono, sia fisici che emotivi, di pregiudizi che ancora oggi ristagnano. Ai luoghi che sono parte integrante e vita della storia. Li descrive in modo così preciso da dare al lettore la capacità di immaginarsi sotto il cielo di Berlino o davanti a un tramonto pugliese.
Luoghi e persone si intrecciano così a fondo che la ricerca di sé e di un posto che sia casa si mischiano in continuazione, tant’è che Francesco, una delle volte che doveva incontrare Claudia, sostiene che ad aspettarlo c’era lei, l’unica patria che sappia riconoscerlo. Perché a volte casa non è un luogo fisico, a volte casa sono le persone che amiamo, qualunque sia il modo in cui le amiamo e in qualunque posto noi siamo.
Non ci sono interessi da curare, c’è da starci vicino quando ci cerchiamo, anche se a volte ci è andata male e non ci siamo trovati.
In un rapporto che sembra essere tutto e niente, in un caos continuo come lo sono le vite reali, proprio perché “a volte si leggono romanzi solo per sapere che qualcuno ci è già passato”.
Spatriati
Mario Desiati
Einaudi Editore, 2021
pp. 288, € 19,00