“Fantasmi di famiglia”, molto più di una saga
Fantasmi di famiglia è il romanzo d’esordio della scrittrice giamaicana Maisy Card che ci conduce, attraverso le vicende di una lunga genealogia, a scoprire la piaga del colonialismo in Giamaica.
Maisy Card è nata in Giamaica, ma è cresciuta nel Queens, a New York. In questo suo primo romanzo fa un incredibile lavoro narrativo e trasporta i lettori nella storia e nel folclore giamaicano, nel corso dei secoli, alla scoperta di segreti di famiglia sepolti dal tempo. La traduttrice Clara Nubile fa un lavoro magistrale, riuscendo a lasciare il linguaggio anche nella sua crudità per non travisare il forte significato delle parole originali. Pubblicato da Edizioni Tlon, il romanzo è in libreria dal 14 settembre 2022.
Fantasmi di famiglia non è solo una saga familiare come si può pensare, è qualcosa di più. È quasi un diario, un romanzo corale. Una storia che ha radici antiche ed in cui, ad un certo punto, si fa fatica a capire dove cada il velo tra il mondo reale e quello magico.
Tutte le storie intrecciate che si incroceranno nel romanzo hanno inizio da solo un nome: Florence, schiava in una piantagione giamaicana. A partire da lei si svilupperà l’albero genealogico che apre il libro e le avventure che questi personaggi dovranno attraversare. Un arco di tempo che andrà dal 1796 ai giorni nostri.
Ma, ad un certo punto, l’albero si biforca. Nel momento in cui Abel Paisley, voce narrante che apre il romanzo, si finge per trent’anni un’altra persona, Stanford Salomon. Questa doppia vita farà si che, una parte dell’albero genealogico continuerà a svilupparsi in Giamaica, mentre l’altro ramo passerà dall’Inghilterra a New York.
Maisy Card ci porta in maniera quasi magica nei salti temporali del romanzo, lungo le vite dei protagonisti, mettendo a nudo anche la storia giamaicana, la crudeltà e la violenza che il popolo nero è stato costretto a subire per secoli.
Il momento in cui, infatti, si iniziano ad unire i punti della storia, è quando Debbie Norgood avrà tra le mani il diario di un suo antenato: Harold Flower. Harold fu proprietario di una grossa piantagione di canna da zucchero ad Harold Town, la stessa piantagione in cui Florence morirà da schiava.
Debbie, terrorizzata dai racconti nel diario di Harold e sentendosi sporca e colpevole per le crudeltà inflitte agli schiavi della piantagione, decide di andare a fondo alla sua discendenza e volerà in Giamaica.
Un intreccio di vite, di tempi e mondi diversi, si uniranno tra le parole di Card, cercando di rimettere insieme i pezzi ed espiare colpe di un passato di cui si ignorava l’esistenza.
Ma la bellezza del racconto è anche la capacità dell’autrice di mischiare mondo reale e mondo spirituale. Facendo conoscere i riti e le usanze giamaicane, introducendo il lettore al folclore a cui quella terra è legata, e mostrando come il mondo dei vivi ed il mondo dei morti si possano mischiare.
Ad un certo punto ci si ritroverà catapultati in un mondo in cui gli spiriti, le streghe, i morti che tornano dal passato o gli antenati che vegliano sui vivi, sono reali.
Il ritmo narrativo è coinvolgente per tutta la durata del romanzo. Riesce a toccare molti temi senza mai risultare banale: dalla Storia con la S maiuscola, quella del colonialismo, alla schiavitù che ha portato. Dal razzismo, alla migrazione. Dalla cultura alle credenze di popoli lontani. Tutti temi che ruotano sempre attorno ad un perno centrale: quello dell’identità.
Grazie a “Fantasmi di famiglia” veniamo a conoscenza di una parte di storia che si fatica ad apprendere perché non se ne parla, ma che è fondamentale scoprire.
Fantasmi di famiglia
Maisy Card
Edizioni Tlon, 2022
pp. 376, € 20