Barletta: città d’arte e del buon cibo con “Antica Cucina 1983”
A Barletta, “Città della Disfida”, il patron Raffaele Lacerenza di Antica Cucina 1983 si contende a tavola, con un’altra location blasonata della città, il titolo di miglior ristorante barlettano.
In quel di Barletta, si fa a gara per accomodarsi alla corte di Raffaele Lacerenza – in arte Lello – da Antica Cucina 1983. In queste stanze dal design classico accade che, alla stregua di quanto avvenuto con le origini della città pugliese (la disfida del 1503 può considerarsi un incipit arcaico di unità nazionale), Lacerenza calmi gli animi di chi ha avuto giornate impetuose a tavola unendo il gusto alla classe di tutto il suo staff. Segnalato ora dalla guida Michelin, ma per 10 anni presente nella rossa con 1 stella, la location offre una cucina del territorio in chiave contemporanea e che ovviamente mette al centro il pesce.
Dunque, scrivetevi il nome in agenda se siete di passaggio a Barletta o in vacanza ovvero non ne avete mai sentito parlare (impossibile!). In città dovrete dare uno sguardo poi al Colosso, chiamato dai cittadini Eraclio, giacché si riteneva che ritraesse l’imperatore Eraclio I; alla basilica del Santo Sepolcro, un punto di snodo per i crociati diretti in Terra Santa; e al Castello di Barletta risalente al periodo normanno. Queste sono solo alcune delle bellezze presenti e le quali le sono valse il titolo di città d’arte, senza dimenticare il Lungomare Pietro Mennea.
Difficile rimanere impassibili di fronte al savoir faire ironico e sicuro di Lello, i social non mentono, e alla sua cura maniacale per l’esigenze di ogni tipologia di cliente. “Prodotti a Km0 rivisitati in chiave di lettura moderna“, scrivono su Google e ciò pare il giusto sottotitolo per un nome che fa fatica a ricevere recensioni negative. Lello impersona con maestria il ruolo dell’oste il quale intrattiene i clienti e li accompagna in un viaggio culinario mare e monti. Quella di Lacerenza è una storia che parte dalla sua adolescenza e che lo ha portato a vivere anche in Lombardia e a esercitare, contestualmente all’attiva ristorativa, quella di venditore di caffè. Fino alla data della svolta: 21 novembre 1983. In cucina il suo braccio destro, nonché titolare, Giuseppe Vivo, altro affabile padrone di casa. A completare il quadro in uno spazio di buon gusto e dove predominano raffinate mise en place, il resto della brigata composta da: Nicola, Francesco, Giuseppe, Michele, Alessandro.
“La nostra cucina va dall’orto al porto, si parte da ciò che conosciamo e lo arricchiamo da punte creative“, dichiara Lello, che in questo momento delizia gli avventori, ad esempio, con la parmigiana di melanzane e aggiunta di canestrato servita in forma di polpette. Piatti sontuosi, bensì concreti insomma, non ci si alza affamati soprattutto se la scelta ricade sulle ruote pazze con battuto di pesce di paranza. Il menu viene modificato 4 volte all’anno più alcuni cambi mensili, segno dell’attenzione alla stagionalità dei prodotti. La sostenibilità della locanda è accreditata pure dalla scelta dei fornitori: pescatori locali, contadini con l’orto, pasta e farina di piccoli produttori locali e formaggi e salumi del Gargano. “Utilizziamo Pasta Gentile di Gragnano, pasta e olio di Peranzana dell’azienda agricola Piano con sede ad Apricena (FG), olio Ogliarola De Carlo di Bitritto (BA), olio Coratina Muraglia ad Andria (BT), pasta Verrigni con sede a Roseto degli Abruzzi (TE)“, specifica il proprietario.
Enciclopedica la carta dei vini suddivisi per bianchi, rossi, rosati, estero, bollicine e piccoli formati. Tutto questo lavoro si può tradurre in un amore sconfinato nei confronti della Puglia e nell’insegnamento che uno stile ricercato, ma non pomposo, unito a un’accoglienza genuina può scrivere una nuova pagina dell’alta ristorazione. “Vogliamo migliorare la qualità delle nostre vite, sia nell’ambito del lavoro che in famiglia e nel sociale“, conclude Lello.
Veronica Otranto Godano