Edda porta sul palco del Monk di Roma la sua visione dell’illusione
Nella cornice del MArteLive il cantautore milanese ha presentato il suo nuovo album “Illusion”.
Prima di iniziare a descrivervi le nostre sensazioni sul concerto di Stefano Rampoldi in arte Edda, che si è esibito al Monk di Roma il 19 ottobre, vorrei mettere le mani avanti dicendo che ho un debole per questo cantautore ma, buon per me, sono in ottima compagnia.
Manuel Agnelli ha dedicato una canzone ad Edda, la critica è sempre felice quando c’è da recensire un suo album perché sa che troverà sicuramente un lavoro di qualità come l’ultimo Illusion che sta portando in giro per l’Italia, album cucito dal monumentale Gianni Maroccolo.
Il concerto è stato a cura di MArteLive mentre l’apertura è sta affidata alla voce e alle note di Umberto Maria Giardini (Moltheni), una istituzione della musica alternativa italiana.
Un’apertura intima che ha visto Moltheni esibirsi con solo la sua fender.
Tramite brani come Luce che risuonano tra le mura del Monk, Umberto Maria Giardini incanta ed emoziona il pubblico in sala.
L’ingresso di Edda, in un certo senso, cambia un po’ l’atmosfera.
Con la testa raccolta tra le spalle, lui che saluta con un “Ciao eh”, qualche piccola difficoltà nell’attaccare la tracolla alla chitarra, “devo anche accendere” riferito alla pedaliera, insomma è appena passato un solo minuto e già è impossibile non volergli bene.
La prima parte del live è totalmente dedicata al sesto e nuovo album Illusion.
Prima ho utilizzato il termine ‘cucito’ perché è un po’ quello che accade nei lavori di Edda, lui porta la sua voce, le sue canzoni, i suoi testi come se fossero una stoffa di un determinato materiale, colore e poi lascia al produttore l’onere e l’onore di confezionare un abito che gli calzi nel miglior modo possibile.
In questo caso il sarto di riferimento è stato Gianni Maroccolo (Litfiba, CCCP, CSI, Marlene Kuntz) e la sua firma si sente.
La resa dal vivo delle canzoni è sicuramente al top, cosa non scontata considerato l’album e i suoni utilizzati in fase di registrazione.
La prima parte del concerto si chiude con Trema e un “e quest’album se lo siamo tolti dai coglioni”.
L’ironia è una costante di Stefano che scherza spesso col pubblico.
Un ricordo dedicato a Francesco Gatti scomparso il giorno prima solo per dire che “il biondo dei Ricchi e Poveri ha una voce pazzesca”, l’accenno di Ti Amo di Umberto Tozzi, diciamo che ad un concerto di Edda non ci si annoia.
L’esibizione prosegue con l’esecuzione dei brani tratti da FruFru, Graziosa Utopia, Stavolta Come Mi Ammazzerai e Semper Biot, proprio in questo ordine, con la sola eccezione di L’Ingoranza, come fosse un viaggio a ritroso all’interno del percorso artistico del cantautore.
Abbracciando per un attimo lo stesso credo di Stefano, Hare Krishna, speriamo di rivedere Edda live prima della prossima reincarnazione.
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SCALETTA:
- Capitano
- Gurudeva
- Lia
- La Croce Viva
- Alibaba
- Carlo Magno
- Trema
- Vela Bianca
- The Soldati
- Edda
- Ovidio e Orazio
- Signora
- Zigulì
- Benedicimi
- Picchiami
- Spaziale
- L’ingoranza
- Stellina
- Mademoiselle
- Dormi e Vieni
- L’innamorato
Testo di Dario Patti
Foto di Marta Bandino