Lo Zambia ha abolito la pena di morte

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Il paese africano è il 112° al mondo a vietare le esecuzioni capitali. Ma per lo Zambia la strada per la democrazia è ancora lunga.

Lo scorso 23 dicembre lo Zambia ha approvato un emendamento epocale, che abolisce la pena di morte. Il paese africano diventa così il 112° al mondo a vietare la cruenta pratica dell’esecuzione capitale, ancora in vigore in almeno 50 stati del mondo. L’annuncio dell’abolizione della pena di morte in Zambia è stato dato dal presidente Hakainde Hichilema, che ha approvato la nuova legge insieme alla cancellazione del reato di vilipendio del capo di Stato. Lo stesso Hichilema in un tweet ha dichiarato: “Ho promesso di modificare le leggi che inibiscono la democrazia, i diritti umani, il buon governo e le libertà fondamentali. La promessa è stata mantenuta“.

Amnesty International ha accolto con favore l’abolizione della pena di morte in Zambia. Tigere Chagutah, direttore regionale di Amnesty per l’Africa orientale e meridionale, ha sottolineato quanto questa sia “una mossa buona e progressista che mostra l’impegno del paese a proteggere il diritto alla vita“, aggiungendo che “la decisione dello Zambia di vietare la pena di morte dovrebbe servire da esempio per i paesi della regione che la applicano ancora e costringerli a prendere provvedimenti immediati per porre fine a questa forma di punizione crudele, disumana e degradante“.

Brebner Changala, attivista per i diritti umani zambiano, ha sottolineato come questa decisione si ponga come “un’enorme pietra miliare nella rimozione delle leggi coloniali che non si adattano alla democrazia del paese“.

 

Quello che si spera è che lo Zambia possa fare ulteriori passi in avanti: come spiega Sishuwa Sishuwa sul quotidiano britannico The Guardian, “l’abolizione della pena di morte in Zambia è significativa, ma il presidente deve andare oltre e abrogare altre leggi repressive“. Una di queste è il Cyber Security and Cyber Crimes Act, emanato dall’amministrazione Edgar Lungu poco prima delle elezioni del 2021, che consente alle autorità di intercettare e confiscare dispositivi elettronici senza adeguate garanzie. Alcuni zambiani, sottolinea Sishuwa, “stanno già affrontando procedimenti giudiziari per aver violato questa legge sotto Hichilema, che, in opposizione, aveva promesso di abrogarla come suo primo atto in carica“.

E poi la legge sull’ordine pubblico, con preavvisi di almeno una settimana per la convocazione di assemblee pubbliche e potere discrezionale per le forze dell’ordine di vietarle. Questa normativa è stata ereditata dall’era coloniale (lo Zambia è indipendente dal Regno Unito dal 1964) ed è stata a lungo utilizzata, addirittura con pene detentive fino a sei anni.

Articolo a cura di Graziano Rossi

Immagine di copertina via twitter.com/zanishub

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