Perché la ribellione non si estinguerà mai
Sulla rubrica Down to Earth del The Guardian, Damien Gayle riporta cosa sta accadendo fra le fila del movimento Extinction Rebellion e nel resto d’Europa.
Poco dopo le 8 del mattino di ieri (mercoledì 11 gennaio 2023, ndt), gli attivisti di Extinction Rebellion si sono riuniti a Londra, sul ponte di Westminster, e hanno srotolato uno striscione – una trovata abbastanza tranquilla per cominciare il conto alla rovescia per quella che si spera sarà una protesta di massa e che avverrà fra 100 giorni, il 21 aprile. Nel frattempo, in Germania, gli attivisti per l’ambiente lottavano con la polizia. Mentre combattevano per bloccare lo sfratto di un campo di protesta sulla cima di un vasto deposito di lignite sporca.
Si è parlato molto del sensazionale annuncio di inizio anno di XR – “Ci ritiriamo” – che ha dichiarato che “smetterà temporaneamente di provocare disagi pubblici come tattica primaria”, in quanto vogliono mobilizzare 100.000 persone per circondare il Parlamento ad aprile.
Dal 2009, XR è diventato un nome famoso, il brand alla guida dell’attivismo climatico, pertanto il suo annuncio è riecheggiato nel mondo e lo si sta ancora cercando di decifrare. Ma una cosa è pienamente chiara. Anche se XR ha (“temporaneamente”) abbandonato l’attivismo radicale, chi è alle loro spalle non la pensa allo stesso modo.
Senza dubbio, con l’avverarsi dei temuti degradi climatici e dei collassi ecologici, il 2023 vedrà sempre più importanti radicalizzazioni ambientali.
Lützerath, un paesino nella Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania, è solo uno dei luoghi dove sta avvenendo tutto ciò. Lì, centinaia di attivisti per l’ambiente stanno sfidando una operazione di sfratto guidata da squadre antisommossa. Le industrie tedesche, ormai in crisi d’astinenza da economico gas russo, occhieggiano affamate alla lignite sulla quale è adagiato il paese.
Incatenarsi sulle case sugli alberi o ai cancelli sono tattiche da manuale degli attivisti di Extinction Rebellion. Ma gli ambientalisti vestiti di bianco che resistono fisicamente alle squadre antisommossa stridono con i principi strettamente non violenti di XR. Così come sono contro questi ideali le bottiglie, le pietre e le rocce lanciate ai funzionari che questa settimana stanno attuando lo sfratto.
I manifestanti disperati schivano polizia e funzionari giudiziari per scalare le attrezzature della miniera e spegnerle mentre sono in uso. Pare che gli attivisti abbiano affermato di essere “pronti a rischiare la loro vita” per fermare la miniera.
Mentre in Germania avviene questa resa dei conti climatica, anche altrove in Europa ci sono stati alcuni eventi radicali. In Francia, Italia e Svizzera si sono verificati sabotaggi contro gli impianti di innevamento, fermando le stazioni sciistiche sulle Alpi dal ripristinare le piste, dopo che una inaspettata ondata di caldo le aveva trasformate in fango. Uno di questi attacchi, avvenuto a Les Gets, è stato accompagnato dal graffito del simbolo di XR. Tuttavia, i rappresentanti locali del gruppo non hanno rivendicato il gesto, sottolineando anche “Non siamo eco-sabotatori”.
Di nuovo in Francia, all’inizio di dicembre, centinaia di attivisti avevano invaso il cementificio Lafarge, nel dipartimento delle Bocche del Rodano, e avevano tagliato cavi, infranto finestre, scritto sui muri e sabotato l’inceneritore.
In Regno Unito si sta cercando di trovare una soluzione al problema. Anche se mentre il team per la comunicazione di XR inviava quel sensazionale comunicato stampa, il 31 dicembre, c’erano almeno 13 attivisti per l’ambiente in prigione – fermati principalmente durante la campagna Just Stop Oil.
Il movimento Just Stop Oil ha dichiarato che non metterà fine in nessun caso alle sue attività di disturbo, nonostante diversi sondaggi abbiano rivelato quanto poco popolare sia dopo aver fatto chiudere le strade principali di Londra e l’autostrada M25. Tuttavia, a causa del fatto che i suoi attivisti più convinti sono in prigione e la maggior parte degli altri è sotto processo e potrebbero scattare le manette anche per loro, attualmente la sua abilità di intraprendere qualsiasi tipo di azione è limitata.
Da parte loro, gli attivisti di XR sostengono che i resoconti che ritengono che la loro organizzazione sia morta sono decisamente esagerati. Si dice che il loro ritrattare sulle attività di disturbo sia una mossa tattica, uno sforzo oltre il contesto dell’attivismo.
“Stiamo ancora agendo e verremo ancora arrestati. Ma non causeremo fastidi al pubblico” mi ha spiegato uno di loro. In ogni caso, quelle azioni sarebbero mirate. Coloro che sono più responsabili dei disastri climatici dovrebbero guardarsi le spalle.
Traduzione di Chiara Romano via theguardian.com
Immagine di copertina via facebook.com/XRItaly