La destra si prende la Finlandia
Nelle elezioni per il rinnovo del parlamento vincono i conservatori, con il partito di estrema destra che prende più voti dei socialdemocratici di Sanna Marin, premier uscente.
Il Partito della Coalizione Nazionale (NCP) “Kokoomus” ha vinto le elezioni per il rinnovo dell’Eduskunta, il parlamento monocamerale della Finlandia, che da oggi non è più guidato dalla socialdemocratica Sanna Marin. Nel voto del 2 aprile i conservatori, il cui leader è l’ex ministro delle Finanze, Petteri Orpo, hanno ottenuto il 20,7% delle preferenze, attestandosi come primo partito davanti a Veri Finlandesi, formazione di estrema destra che ha ottenuto il 20,1% dei voti. Per il partito di Riikka Purra si tratta del miglior risultato di sempre, così come appena 7 mesi fa arrivò quello per i Democratici Svedesi, altra formazione di estrema destra che in Svezia conquistò oltre 1 milione di voti (qui il nostro articolo).
Congratulations to my friend @PetteriOrpo for winning the elections in Finland!
At this crucial time towards @NATO membership, the people of Finland know that our commitment to protecting our shared values across Europe will only get stronger.
Yhdessä vahvempia 🇪🇺🇫🇮 pic.twitter.com/2tmeUn88H8
— Roberta Metsola (@EP_President) April 2, 2023
La grande sconfitta delle elezioni finlandesi è, ovviamente, Sanna Marin: i socialdemocratici, pur arrivando al 19,9% dei voti, sono arrivati terzi dietro destra ed estrema destra, con le preferenze che si sono giocate, nel corso della campagna elettorale, tra tagli al welfare e misure di austerity.
Sanna Marin says 'democracy has spoken' as she concedes defeat in Finland election – video https://t.co/UxyiuW4y37
— The Guardian (@guardian) April 3, 2023
Rebus governo
Grazie al voto di ieri il partito di Orpo ha ottenuto 48 seggi, mentre ne servono 101 sui 200 a disposizione del parlamento finlandese per avere una maggioranza: i conservatori per far nascere il nuovo governo dovranno avere il supporto di Veri Finlandesi (46 seggi) o dei socialdemocratici (43 seggi), ed è improbabile, a meno di clamorosi colpi di scena, che le prime tre formazioni politiche del paese scandinavo possano trovare un accordo per l’Esecutivo.
Articolo a cura della redazione
Immagine di copertina via twitter.com/MediasetTgcom24