Lontano ma vicino: una biblioteca diffusa per fare rete nel territorio di Valfornace
La lettura come strumento di esplorazione degli altri e di sé: il racconto dalle Marche della psicologa Laura Salvi.
Quando vado nelle Marche ho sempre la macchina piena: un mese fa era carica di piante, stavolta ci sono solo libri. Libri appartenuti a Maria, che è stata una preside. Mi sono stati donati dalle sue figlie e io li porterò a scuola.
La scuola di Valfornace (MC) dell’I.C. Mons. L. Paoletti ha infatti allestito una piccola biblioteca, uno spazio di aggregazione e di incontro per tornare a parlare e a parlarsi dopo il trauma collettivo del terremoto del 2016.
Credo fermamente che la lettura sia uno strumento di esplorazione degli altri e di sé: apro un libro, mi immergo in un universo, mi emoziono. Qualcuno, con le sue parole, sta parlando a me, o per me. Sospendo il presente nella lettura e, quando chiudo il libro, mi sorprendo ad essere diversa. Questo è il potere delle parole! Ma ancor più potere hanno le parole lette ad alta voce.
E quale miglior luogo di una scuola per ospitare gruppi di lettura ad alta voce?
Il gioco di ascoltare e farsi ascoltare produce risultati inattesi: si entra nella dimensione emotiva della parola, nel mondo fantastico dello scrittore e, attraverso la dinamica del riconoscimento, si compie l’esplorazione di sé. All’inizio del percorso si può pensare che nulla accada, ma poi ci si trasforma come una casa quando nasce un figlio o semplicemente ospitiamo qualcuno.
“Non essere timida”, mi tornano alla memoria vecchie emozioni: non era facile parlare in pubblico.
Ma mi sono buttata, ho provato e vinto i tentennamenti e, negli anni, tanti gruppi mi hanno accolta e ho sentito di poter essere ascoltata e riconosciuta.
La scuola non è solo un edificio, ma un modo di essere fianco a fianco di adulti e giovani, per diventare insieme un gruppo e per radicarsi nel piacere dell’appartenenza.
L’ assenza di significative relazioni di appartenenza rappresenta infatti una fragilità: solo chi viene “da” può essere “per”. Se non sono in una cordata, non avanzo e non conto per nessuno.
Arricchire la biblioteca della scuola e renderla spazio vivo e dei viventi, luogo di incontro e scambio di pensieri, voci e letture è un atto d’amore verso sé stessi e gli altri, verso la propria comunità, soprattutto una comunità spezzata dal trauma del dolore e della paura, che sente vivo e forte il rischio dell’abbandono, dello scomparire dimenticata.
La biblioteca cresce, come un essere vivente, creatura della comunità che la nutre di stimoli e contributi: i libri che la compongono sono tutti donati, portano con loro il loro passato, mentre costruiscono il loro (e il nostro) futuro.
Per non abbandonare i nostri adolescenti, che soffrono dell’angoscia di vivere e si rintanano nelle loro camere, che sono vittime di bullismo, che non sopportano la frustrazione di non saper rispondere alle aspettative dei genitori, che senza vedere più nemmeno un barlume di fiducia nel presente e speranza nel futuro, si suicidano, per esserci per loro, radichiamoci e ascoltiamoci nelle nostre scuole: che la biblioteca sia il centro della nostra appartenenza.
E coinvolgiamo i ragazzi nel dare forma ai loro spazi, rendiamoli parte attiva dei nostri progetti per loro, come stanno facendo gli insegnanti dell’I.C. Paoletti, dove l’insegnante di italiano, Lucia Bravetti, ha pensato di raccogliere tutti i volumi presenti in una “biblioteca digitale”, accessibile a tutti gli alunni, dando anche la possibilità ad ogni piccolo lettore di inserire una breve recensione, un giudizio sul libro letto, così da avere una banca dati che orienti i ragazzi nella lettura e li invogli a leggere, tenendo conto della recensione di un coetaneo, che “parla la stessa lingua”.
Dalla scuola però, ricominciamo anche ad uscire, reintegriamo questo spazio di incontro all’interno dell’intero tessuto sociale e radichiamoci in tutti gli spazi delle nostre comunità, senza lasciarli appassire.
Usciamo nelle nostre strade, visitiamo i nostri spazi urbani e naturali e torniamo a viverli.
Dalla piazzetta di Pievebovigliana parte una strada bianca che costeggia i campi; in cima a una salita, appare l’azzurro laghetto di Boccafornace, che appartiene alla mia famiglia. Chi arriva fino qui trova un luogo del silenzio e della riflessione. Si può prendere un libro da una delle edicole del Bookcrossing, sedersi su una panchina o passeggiare lungo l’anello, costellato dalle pietre scolpite di Nicola Cecola.
Alunni e insegnanti della Scuola hanno cominciato a frequentare questo luogo: si prendono cura delle piante e degli animali che popolano il laghetto, compiono il percorso e danno vita all’esperienza della scuola in cammino, sotto il cielo e senza pareti.
In un territorio spoglio di spazi di aggregazione, i due progetti della biblioteca scolastica e delle teche di bookcrossing al lago, si sono aperti l’uno all’altro e hanno tessuto i primi fili di una rete, dando vita ad una vera e propria biblioteca diffusa, con persone che ogni giorno non solo godono di questi servizi, ma li accrescono con donazioni, collaborazioni e promozioni.
Questa rete di comunità, di solidarietà si accresce ogni giorno di nuove maglie, grazie al contributo e alla partecipazione di studenti, insegnanti, abitanti del luogo ma anche persone che vengono da altrove e hanno compreso il valore del fare rete.
In molti hanno già portato in biblioteca o al lago i loro libri del cuore, romanzi ,libri che parlano del territorio, libri di poesia, libri per l infanzia… a volte li lasciano con una dedica, o un pensiero per il prossimo lettore.
Dott.ssa Laura Salvi