I Tropea e lo Spring Inferno Tour a Largo Venue

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La band milanese resa nota in tutto lo stivale anche grazie all’ultima edizione di X Factor ha portato a Roma il tour in supporto all’ultimo singolo uscito proprio nel corso del talent, “Cringe Inferno”.

Chi ha conosciuto i Tropea grazie a X Factor sa bene che la band milanese ha spalle larghe e determinazione da vendere. Ad ogni live del talent show di Sky i Tropea si sono ritrovati con un piede fuori e uno dentro. Forse per questo, hanno tirato fuori i denti e lottato fino all’ultimo voto. 

Arrivati in finale ad X Factor 2022 , dopo il necessario riposo post talent, sono tornati a calcare i palchi italiani con il loro Spring Inferno Tour che per il momento vede in calendario 4 date: partiti dal Locomotiv Club di Bologna si sono fermati a Roma per infuocare Largo Venue. Poi giusto il tempo di aprire un uovo di Pasqua per essere a Milano ai Magazzini generali e stasera all’Hiroshima Mon Amour di Torino per la chiusura del tour.

Nati a Milano nel 2017, i Tropea hanno già alle spalle un tour di 40 date tra il 2019 e il 2020, non male se pensiamo a quel periodo. Sono arrivati a XFactor con tre EP, una manciata di canzoni (principalmente in inglese) e sono riusciti ad imporsi con il loro look coloratissimo e caciarone portando in scena energia, passione e talento e fondendo il tutto a colpi di synthwave, beat e post punk.

A Largo Venue le aspettative erano alte, anche se la gente non era tantissima ma molta di più rispetto alle altre volte che vi avevano suonato. Complice forse la pausa di Pasqua che per i romani e i fuori sede è una scusa come un’altra per lasciare la città, ad attendere i Tropea c’era uno zoccolo duro di fan accalcati sotto il palco con tanto di striscioni e una buona parte di curiosi che sembrano capitati lì per caso (della serie “chi suona stasera?”).  Ad ogni modo i Tropea con una quindicina di canzoni eseguite in tre atti sono riusciti a far smuovere anche gli astanti più ingessati.

Il momento clou della serata è stato quando sono saliti sul palco anche i Santi Francesi per fare insieme “Non è così male” e l’esplosiva cover di “Livin’ la vida loca” di Ricky Martin.

Grazie a questo espediente, alla loro potentissima “Cringe Inferno” e alle cover “Luna” e “Asilo Republic” hanno coinvolto tutti (addetti al bar e buttafuori compresi!). Ma c’è dell’altro e ci fa capire che questi 4 ragazzi hanno una marcia in più rispetto ad altre band: canzoni convincenti (vedi “Erotic Movie Soundtrack”, “Technicolor”, “Identikit/plot Twist”), presenza scenica degna di nota e ottime capacità di suonare i rispettivi strumenti (incluso il Sax di Pietro Lupo Selvini)

Infine un applauso particolare va a Domenico Finizio e al suo assolo di chitarra di “Drama Kid”: per nulla banale, lungo ma non stancante, ha decisamente messo una linea di confine tra chi si presenta su un palco con degli strumenti e li sa suonare e chi no.

I Tropea dal vivo sono promossi a pieni voti e ora non ci resta che aspettare un po’ di nuove canzoni che in cuor mio spero siano più simili all’impostazione data con l’EP Might Delete Later del 2020. Materiale strumentalmente originale, testi in inglese e canzoni lontane dalle mode del momento.

Insomma, se dovessi suggerire una direzione in cui guardare consiglierei loro di guardare ai Depeche Mode, ai Tears For Fears e ai Daft Punk o, per rimanere un po’ più al passo con la contemporaneità, ai Muse, ai White Lies e a Thirty Second To Mars.

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Testo di Damiano Sabuzi Giuliani
Foto di Marta Bandino

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